Perché celebriamo la Riforma Protestante?

 

“Il 31 ottobre è la commemorazione dell’affissione delle 95 tesi di Lutero e del loro invio all’Arcivescovo. Così quest’anno ricordiamo questo momento storico della Riforma Protestante con tante celebrazioni.

Tuttavia ci saranno anche tanti dibattiti su ciò che veramente celebreremo: si tratta della giustificazione per sola fede, si tratta della Bibbia che è stata resa disponibile in tante lingue, si tratta della fine delle indulgenze, del rigetto della autorità papale o del rigetto della classe sacerdotale ed etc. In sostanza, allora, quando pensiamo alla Riforma Protestante, cosa dobbiamo ricordare principalmente?”.

 

Diciamo che vorrei sostituire il termine “principalmente” con altre 5 parole, ma in questo momento non riesco proprio a pensare a 5 nuove parole, allora mi vengono in mente 5 domande che alla fine – spero – potranno rispondere alla domanda.

 

1) Che cosa sto celebrando in definitiva come punto culminante?

Cioè, che cos’è, in sostanza, lo scopo finale della celebrazione della Riforma? La risposta è: la gloria di Gesù Cristo.

Quando Giovanni Calvino rispose al cattolico Jacopo Sadoleto, disse: “Tu… tocca la giustificazione per fede, il primo e il più acuto tema della nostra controversia… Ogni qual volta la conoscenza viene tolta, la gloria di Cristo si estingue”. Credo che la stessa cosa possa essere detta intorno ad ogni questione nelle varie dispute sulla Riforma. Quindi in conclusione noi celebriamo l’esaltazione della gloria di Cristo.

 

2) Cosa sto celebrando ancor più fondamentalmente?

La prima domanda diceva “in definitiva”, la seconda dice “ancor più fondamentalmente”. Cioè cosa sta alla base di tutto quando celebro la Riforma?

La risposta è: la grazia libera e sovrana di Dio. Quando Martin Lutero giunse verso gli ultimi giorni della sua vita disse che il libro più importante che scrisse fu “De Servo Arbitrio”.

Il motivo è che Lutero considerava il problema dell’autonomia umana (in contrapposizione alla grazia sovrana) come la questione principale della Riforma. Diceva infatti: “Io condanno e rigetto come errore ogni dottrina che esalti il nostro ‘libero arbitrio’ che è direttamente opposto alla mediazione e alla grazia del nostro Signore Gesù Cristo. Poiché, se non fosse per Cristo, il peccato e la morte sarebbero nostri maestri e il diavolo il nostro dio e principe, e non ci sarebbe un briciolo di potere, né sapienza mediante la quale noi potessimo inserirci e rivestirci della giustizia e della vita”. Il che significa che fin quando si continua ad insistere sull’auto-determinazione umana, l’uomo continuerà a non riuscire a comprendere l’abisso del nostro bisogno e nello stesso momento oscurerà la maestà della grazia libera e sovrana di Dio che è la sola che può donarci la vita e la fede. Quindi affermo che in questo modo io, fondamentalmente, celebrerò la Riforma.

 

3) Tra la gloria di Cristo come culmine più altro e la grazia libera e sovrana di Dio che sta alla base di tutto, in mezzo cosa sto per celebrare allora?

La risposta è: il risultato finale della croce di Cristo nel fornire la pace con Dio ai peccatori colpevoli.

Per ben 4 volte nel libro degli Ebrei, l’autore sottolinea e pone l’enfasi sull’opera di Cristo nel perdono dei peccati compito “una volta per sempre”. Mi piace tantissimo come l’autore utilizza questa espressione (Ebrei 7:27; 9:12,26; 10:10). “…che (Cristo) non ha bisogno ogni giorno, come quei sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, quando offerse se stesso” (Ebrei 7:27).

Quindi io celebro l’opera finita e completa di Cristo avendo provveduto ad una punizione imputata per i nostri peccati ma anche ad una perfezione imputata per la nostra giustizia, una volta per sempre, e che non può ricomparire durante la Messa Cattolica.

 

4) Tra la gloria di Cristo come culmine più altro e la grazia libera e sovrana di Dio che sta alla base, cosa sto per celebrare allora in mezzo come strumento di pace con Dio che Cristo ha acquistato?

La risposta è: la parola di Dio ispirata nelle Scritture. La chiesa del Medio Evo estromise il popolo dalla Parola di Dio. Lo fece intenzionalmente.

Ad esempio, nel 1400 in Bretagna, tradurre le Scritture in Inglese per coloro che potevano leggere era punito con la decapitazione. Uomini venivano arsi vivi perché colpevoli di aver letto frammenti della Bibbia inglese, questo valeva anche per i bambini.
Si credeva che Dio non avrebbe donato la sua comunione attraverso un incontro personale mediante la Sua Parola, ma solamente mediante il ministero di sacerdoti e dei sacramenti. Questo è un’idea malvagia.

L’abisso creato tra le Scritture e il popolo di Dio non si è chiuso nemmeno oggi. Tempo fa ho menzionato di una suora in Europa convertita a Cristo all’età di ottant’anni che non ha mai letto il Vangelo di Giovanni. Sì, di una religiosa cattolica romana di professione che non ha mai letto il Vangelo di Giovanni! Questo è sintomatico di un male storico e ancora oggi si esercitano pratiche che sottilmente scoraggiano un incontro personale con Dio per mezzo di Cristo nella Sua Parola.
Io invece desidero celebrale quel bene prezioso e personale che mi permette di poter accedere alla Parola di Dio quotidianamente ed avere comunione con il mio Padre in cielo.

 

5) Infine, quale grande verità della Riforma celebrerò che mi ha insegnato come sperimentare Gesù Cristo vivente attraverso la Sua Parola?

La risposta è: io celebrerò la verità che m’insegna che la fede in Cristo mi giunge mediante la sua Parola – e non mediata da sacramenti sacerdotali – ed essa è il modo primario e fondamentale mediante il quale io godo ciò che Cristo ha acquistato e ciò che la Parola ha reso possibile.

Ecco cosa ho letto questa mattina e che mi ha fatto cantare il mio cuore! Ho letto Efesini 3 e quell’incredibile preghiera che Paolo scrive: “…vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere fortificati con potenza per mezzo del suo Spirito nell’uomo interiore, perché Cristo abiti nei vostri cuori per mezzo della fede” (vv 16-17). Questo è meraviglioso! Cristo abita in noi!

Questa è una preghiera per i credenti. Questa è una preghiera per la conversione. Noi pensiamo: “Oh, questo significa che Cristo bussa alla porta ed entra”. No, non è così. Lui è già dentro! Noi siamo cristiani e Lui sta pregando per i santi in Efeso “che Cristo possa dimorare”, cioè coscientemente vivo, presente, a casa e sperimentato.

Come? “…per mezzo della fede”. Gesù sta pregando per i cristiani che già possiedono Cristo. Questa è una preghiera reale, un’esperienza autentica del Cristo vivente.

In conclusione, quando io afferro la realtà del Cristo crucifisso e risorto come mio supremo tesoro, vivo, reale e con me, quella fede – che noi afferriamo – è quello strumento sufficiente che ci dona il piacere di godere della Sua comunione.

Questa sarà la mia principale celebrazione quotidiana.

 

Libro suggerito per l’approfondimento

 

Tematiche: Chiesa, Riforma, Risveglio spirituale, Teologia, Vangelo

John Piper

John Piper

È il fondatore di Desiring God, per il quale ricopre anche il ministero di insegnante, inoltre, è il rettore del Bethlehem College & Seminary. Ha servito per trentatré anni come pastore presso la chiesa battista Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, in Minnesota e ha scritto più di cinquanta libri, tra cui e Non sprecare la tua vita (Ed Coram Deo), Rischiare è giusto (Ed Coram Deo), Coronavirus e Cristo (Ed Coram Deo), Stupefatto da Dio (Ed Coram Deo) e Desiderare Dio.

© DesiringGod.org, © Coram Deo

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