Come capire se sei chiamato al ministero

 

David era un medico affermato. Acclamato come uno dei più brillanti della sua generazione, abbandonò la carriera medica per diventare pastore in una piccola e povera comunità mineraria. William era un calzolaio di provincia che lasciò tutto per trasferirsi in India, dove tradusse la Bibbia in oltre trenta lingue. Lily era un’artista promettente. Mise da parte la sua carriera per trasferirsi nel Nord Africa e raggiungere comunità di donne musulmane che gli uomini non potevano evangelizzare. Bill era uno studente di economia e un giovane imprenditore: aveva avviato una propria azienda di dolciumi. Dopo essere giunto alla conversione a Cristo, vendette l’attività e fondò un ministero universitario che, col tempo, divenne una delle più grandi organizzazioni cristiane para-ecclesiali al mondo.

Se conosci la storia delle missioni, potresti riconoscere questi nomi. Tutti loro avevano davanti a sé carriere legittime e promettenti. Eppure ciascuno fu condotto a servire Cristo a tempo pieno ricoprendo ruoli di leadership cristiana. Se, da giovani, gli avessero chiesto se si vedevano come pastori, missionari o guide spirituali, probabilmente avrebbero sorriso increduli. Eppure Dio li chiamò.

Non stavano abbandonando “occupazioni secolari e peccaminose” per passare a ruoli “sacri e puri”. Stavano semplicemente rispondendo alla chiamata di Dio, seguendolo nei ruoli specifici che Egli aveva preparato per loro. Hanno rinunciato ai propri progetti e sogni per abbracciarne di nuovi, suscitati da Dio, con un impatto eterno su scala mondiale.
Ma come puoi capire se Dio sta rivolgendo anche a te questa chiamata?

 

Cinque segnali speciali

Quando anni fa mi sono trovato a pormi questa domanda, mi sono imbattuto in una lettera che John Newton scrisse a un giovane uomo alle prese con lo stesso interrogativo. Newton ammise: “I miei primi desideri verso il ministero erano accompagnati da molte incertezze e difficoltà, e la confusione della mia mente era accresciuta dai giudizi vari e contrastanti dei miei amici”.
Eppure, egli comprese cosa costituisce una vera chiamata e si affidò al Signore.

Cinque segnali che Newton individuò resistono ancora oggi alla prova del tempo, e possono essere utili anche a noi.

 

1. Desideri guidare

Paolo scrive a Timoteo che uno dei primi requisiti per chi desidera essere anziano o pastore nella Chiesa è proprio il desiderio di servire in quel ruolo:
“Certa è quest’affermazione: se uno aspira all’incarico di vescovo, desidera un’attività lodevole” (1 Timoteo 3:1).
Pietro, da parte sua, esorta gli anziani della Chiesa primitiva: “Pascete il gregge di Dio che è tra di voi, sorvegliandolo, non per obbligo, ma volenterosamente secondo Dio; non per vile guadagno, ma di buon animo” (1 Pietro 5:2).

Il desiderio di guidare non deve nascere da costrizione, né da un’imposizione esterna, come se non avessi libertà di scelta. I migliori leader nel ministero cristiano sono coloro che vogliono davvero guidare.

Newton osservava: “Ritengo che l’uomo mosso dallo Spirito di Dio verso questo compito lo preferirà, se possibile, a migliaia di pezzi d’oro e d’argento; e benché talvolta sia intimidito dal senso della sua importanza e difficoltà, considerando la propria grande insufficienza, tuttavia non potrà rinunciarvi”.

Voglio sottolineare che questo desiderio è solo il punto di partenza. Non è l’unico segno della chiamata, ma se anche solo una scintilla di interesse è accesa nel tuo cuore, allora potresti essere nella posizione giusta per considerare seriamente una chiamata al servizio cristiano a tempo pieno.

 

2. Sei competente per guidare

Oltre al desiderio, serve una competenza concreta per lavorare a tempo pieno nel ministero cristiano. È necessario sviluppare le qualifiche richieste per svolgere il servizio a cui si è chiamati. Sarebbe assurdo, ad esempio, se io pretendessi di essere un musicista cristiano senza saper suonare uno strumento e con la mia famiglia che dubita persino della mia capacità di tenere una nota. Per essere musicista, dovrei prima acquisire la competenza necessaria in quell’ambito. Ma, sebbene non abbia quelle capacità musicali, possiedo altre competenze che mi qualificano per servire come pastore nella mia chiesa locale.

Prima ancora di chiederti se sei in grado di “fare il lavoro”, la domanda più importante è se possiedi il carattere necessario per servire. Essere “irreprensibili” è un requisito imprescindibile per il ministero a tempo pieno. Noi rappresentiamo il Signore come suoi ambasciatori e, perciò, dobbiamo riflettere il carattere glorioso e l’integrità di Cristo (2 Corinzi 5:20).

Potrebbe sembrarti insolito sentir dire che servono competenza di carattere e abilità per riconoscere una vera chiamata al ministero cristiano, soprattutto se sei giovane e stai cercando di capire quale sia il tuo cammino. Ma ancora una volta, John Newton ci offre un incoraggiamento prezioso. Scrisse infatti che queste competenze: “Devono manifestarsi al momento opportuno: non ci si deve aspettare che appaiano improvvisamente, ma gradualmente, attraverso l’uso di mezzi appropriati. Sono necessarie per adempiere il ministero; ma non sono condizioni preesistenti indispensabili per legittimare il desiderio di intraprenderlo. Nel tuo caso, sei giovane e hai tempo davanti a te”.
Puoi dunque pregare, lavorare e crescere nello sviluppo di quelle competenze di carattere e capacità che ti saranno necessarie per servire nel ministero cristiano a tempo pieno.

 

3. Sei riconosciuto dalla Chiesa

Il famoso talent show American Idol cerca aspiranti cantanti da lanciare verso il successo. Gli episodi migliori (e anche i più imbarazzanti) sono quelli delle audizioni iniziali, dove chiunque può esibirsi davanti a una giuria severa. Non manca mai che alcuni candidati non riescano nemmeno a intonare una canzone. Quando i giudici rispondono un sonoro “Assolutamente no!”, i loro sogni vanno in frantumi.

Ciò che spesso li scoraggia di più è scoprire che qualcuno, di solito un parente benintenzionato, gli aveva fatto credere di essere grandi cantanti. Quando si scontrano con il giudizio di esperti veri, si rendono conto che l’approvazione ricevuta a casa non equivale a una reale competenza.

Allo stesso modo, anche nella chiamata al ministero cristiano, non basta sentirsi dire da amici o parenti che “sei portato per il ministero”.
Per discernere una vera chiamata al ministero, è fondamentale ricevere una conferma autentica da parte della comunità di fede. Questo non significa limitarsi a chiedere l’opinione della zia preferita o del miglior amico (puoi pure chiederla, ti diranno di sì), ma coinvolgere le persone giuste: i pastori e i responsabili della tua chiesa locale.
I tuoi pastori vedono in te sia il desiderio sia la capacità di servire?
Coloro che ti stanno discepolando possono confermare che c’è in te una traiettoria verso il ministero cristiano?

Se la risposta è sì, allora puoi considerarti incoraggiato a procedere verso il prossimo segnale.

 

4. Ci sono porte aperte per servire nel ministero a tempo pieno

Ti è stata offerta un’opportunità concreta di servizio nel ministero?
Questo segnale è essenziale per discernere una vera chiamata, perché implica il nostro affidamento alla guida del Signore e il riconoscimento che siamo invitati a servire in un luogo specifico. Possiamo avere desideri e ambizioni, ma è il Signore che dirige i nostri passi, aprendo e chiudendo porte secondo la sua volontà. Aspettare questo segnale può essere frustrante e farci diventare impazienti, ma pregare il Signore di aprire le porte, fidandoci che Lui sa come realizzare i desideri che ci ha messo nel cuore e per i quali ci ha preparati, è un atto di profonda umiltà.

Come scrisse John Newton:
“Se è volontà del Signore introdurti nel suo ministero, Egli ha già stabilito il luogo e il servizio per te; e, anche se ora non ne hai conoscenza, a tempo debito lo saprai. Anche se avessi i talenti di un angelo, non potresti farne alcun uso fino a quando non sarà giunta l’ora stabilita da Dio, e fino a quando Egli non ti condurrà al popolo che ha deciso di benedire attraverso di te”.

Paolo parlava di questa spinta interiore quando scrisse:
L’amore di Cristo ci costringe, perché siamo giunti a questa conclusione: che uno solo morì per tutti, quindi tutti morirono (2 Corinzi 5:14).

Questa spinta, questa urgenza a dedicare la propria vita al ministero cristiano a tempo pieno, può rappresentare per te un punto di svolta: da una parte c’è l’obbedienza, dall’altra la disobbedienza alla chiamata di Dio. Eppure, rispondere è un dovere totale e ineludibile per la tua vita.

Forse finora non avevi mai considerato seriamente l’idea di un ministero a tempo pieno. Magari pensi che sia qualcosa riservato “agli altri”.
Eppure ti invito a rifletterci. Prova a immaginare di dedicare i migliori anni della tua vita a prenderti cura in senso pastorale in una chiesa locale, a lavorare in una organizzazione cristiana o a formare discepoli di Gesù in un contesto missionario all’estero.
La messe è abbondante e gli operai sono pochi. C’è bisogno di uomini e donne pronti a servire, e su questa via ti aspettano gioia e benedizioni eterne.
Se vedi questi segnali nella tua vita, dovresti farne la tua ambizione: servire nel ministero cristiano a tempo pieno.

5. Sei spinto irresistibilmente a servire

Questo ultimo segnale somiglia al primo, ma va ancora più in profondità del semplice desiderio. Alcuni hanno usato il termine “unzione” per descriverlo: è l’opera interiore dello Spirito di Dio nella tua vita che ti rende completamente insoddisfatto nel fare qualsiasi altra cosa.

Charles Spurgeon diceva ai suoi studenti del Pastors’ College:
“Non entrate nel ministero se potete evitarlo”.
Non stava spegnendo l’entusiasmo o sminuendo il valore del ministero. Voleva solo dire che ci deve essere dentro di te una spinta irresistibile, data dallo Spirito, che ti faccia dire: “Devo servire il Signore in questo modo”.

 

 

 

Lettura consigliata per l’approfondimento:

Sono chiamato al ministero?

 

Tematiche: Ministero, Missione

Jeremy Writebol

Jeremy Writebol

È pastore del campus della Woodside Bible Church a Plymouth, Michigan, e direttore esecutivo di Gospel-Centered Discipleship.
È autore di diverse pubblicazioni, tra cui Make It Your Ambition, Pastor, Jesus Is Enough e everPresent: How the Gospel Relocates Us in the Present.

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