Lettera a un cristiano omossessuale in difficoltà
Caro Giuseppe,
Spero che questa lettera ti trovi bene.
Ho incontrato il tuo pastore la settimana scorsa ed era molto turbato. Mi ha detto che hai menzionato l’abbandono della fede in Cristo e l’abbandono della chiesa perché, dopo cinque anni dalla tua conversione, continui a provare attrazione per lo stesso sesso. Mi ha detto anche che Rita, tua moglie, soffre molto, anche se tu sei stato onesto con lei e non le sei stato infedele.
Come sai, il tuo pastore era mio allievo in seminario teologico. Mi ha chiesto di scriverti poiché ti ho aiutato nei primi giorni dopo la tua conversione. Spero che questa lettera venga utilizzata da Dio per incoraggiarti nella tua lotta e per ricordarti il tuo status incrollabile nel Signore Gesù Cristo.
Ricordi quando ti ho avvertito che confidare in Cristo non significa libertà immediata da tutte le conseguenze spirituali, psicologiche e mentali? Il peccato, omosessuale o meno, lascia cicatrici profonde nella nostra vita, marchiando la nostra coscienza con immagini, impressioni, esperienze, gusti e desideri che spesso richiedono molti anni per essere superati.
Il tuo pastore mi ha detto che hai letto libri che sostengono che gli omosessuali, una volta convertiti, sono radicalmente liberi non solo dalle relazioni omosessuali, ma anche dall’attrazione per lo stesso sesso. Non dubito che in alcuni casi ciò possa accadere; in effetti, conosco alcuni casi specifici in cui questo si è verificato. Non è sempre così. Ti preghiamo di comprendere, caro Giuseppe, che il persistere del desiderio omosessuale dopo la conversione non rende la tua conversione illegittima né suggerisce che il Signore ti abbia deluso per la mancata liberazione immediata.
Temo che tu stia dimenticando qualcosa di fondamentale nella vita cristiana, amico mio: la distinzione tra peccato e tentazione. L’attrazione per lo stesso sesso non va distinta dalle relazioni omosessuali. La prima è la tentazione; il secondo è il peccato. Ogni credente da questa parte del cielo ha un cuore corrotto dal peccato, una natura peccaminosa in guerra con la presenza dello Spirito di Dio. I nostri cuori suscitano quotidianamente desideri carnali e corrotti, portandoci a soffermarci su pensieri e intenzioni empi. Queste tentazioni accadono dentro di noi, per non parlare di quelle portate dal mondo, dagli altri e da Satana stesso.
Ogni giorno, gli uomini cristiani sposati sono tentati di guardare una seconda volta donne che non sono loro mogli. Però essere tentati non è la stessa cosa che fantasticare su queste relazioni o averle nella realtà. Giuseppe, i veri cristiani reprimono questi desideri, dicendo “no” ancora e ancora e ancora. Pensano alla moglie, ai figli, e soprattutto al loro Dio che odia l’adulterio e al loro Salvatore che è morto per il loro peccato. Ogni resistenza di fronte alla tentazione quindi è un’importante occasione di vittoria e di liberazione.
Lo stesso vale per ogni desiderio peccaminoso nel cuore di un cristiano. Giuseppe, la conversione a Gesù non significa perfezione e non significa assenza di tentazione. Questo devi capirlo.
Torniamo a uno di quegli studi biblici che ho condiviso con te all’inizio della tua vita cristiana. Il processo stabilito da Dio per liberare le persone dal peccato si realizza in tre fasi distinte. Ricordi l’immagine che ho disegnato per te?
Il primo passo: la giustificazione, è un atto di Dio con cui ci considera giusti per i meriti di suo Figlio. Si tratta di una dichiarazione legale fatta una volta per tutte, e costituisce la base per tutto ciò che seguirà.
Il secondo passo: la santificazione, è la nostra liberazione dal potere del peccato. Questo processo inizia dopo la giustificazione e continua tutta la nostra vita. La santificazione non comporta lo sradicamento completo della nostra natura decaduta, ma aiuta a sottometterla e ad ucciderla. Questa è la fase di salvezza in cui vivono attualmente tutti i cristiani.
Il Signore ci fornisce mezzi di grazia come la meditazione biblica, la preghiera e la comunione con altri credenti per sfruttare il potere santificante dello Spirito. È anche fondamentale pregare specificamente per il frutto spirituale dell’autocontrollo.
Giuseppe, questa lotta è una lotta feroce e apparentemente infinita, ma la lotta in sé non è peccato. La tentazione diventa peccato solo quando ci arrendiamo ad essa. La vittoria, tuttavia, arriva quando diciamo “no”, ora dopo ora, grazie alla potenza dello Spirito.
Terzo, il passo finale: la glorificazione, è la nostra libertà definitiva dalla presenza insita del peccato. Accadrà quando moriremo o quando il nostro Re ritornerà. Ci sarà una risurrezione dei morti e una trasformazione dei credenti ancora in vita. Tutti i figli di Dio diventeranno come il Figlio di Dio in corpi immacolati, immortali, imperituri e glorificati. Solo allora, caro Giuseppe, io e te saremo finalmente liberi dai desideri carnali che risiedono nei nostri cuori.
Penso che tu sia inutilmente scoraggiato perché sei stato portato a pensare che rivolgersi a Cristo avrebbe portato alla piena liberazione dai desideri precedenti. A tal fine, spero che questa breve lettera ti conduca alla vera liberazione.
Quindi rimani forte e continua a praticare le discipline spirituali, a parlare con Rita e a goderti la comunione della tua chiesa. Siamo tutti peccatori in fase di progresso. E soprattutto, Giuseppe, non mollare mai. Non smettere mai di confidare nell’opera di Cristo come piena e completa. Sebbene Dio non abbia mai promesso la libertà da ogni tentazione e peccato nel momento in cui hai abbracciato Cristo, ha promesso il perdono. In effetti, la tua giustificazione è stata solo l’inizio della tua liberazione, la piccola scintilla all’origine di una fiamma divorante.
“Poiché il peccato non avrà dominio su di voi, poiché non siete sotto la legge, ma sotto la grazia” (Romani 6:14).
Tuo fratello e amico
Augustus
Consigliamo il libro di Tim Chester, Soddisfatti in Dio, Ed. Coram Deo.
Tematiche: Battaglia spirituale, Incoraggiamento ed esortazione, Omosessualità, Santificazione
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