Levitico – Il cuore della Torah

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Un’agile guida al Levitico per aiutarci nell’agganciare il testo biblico alla nostra vocazione evangelica: dai “commenti
al testo” alle “tematiche in panorama”, dalle “tracce per la predicazione” alle “domane proposte”, Aranzulla offre al lettore strumenti e sollecitazioni utili alla riflessione personale e allo studio comunitario”.

Giuseppe Rizza, Pastore della Chiesa Evangelica di Trento

Levitico è un testo dai molti risvolti. Formalmente considerato dai cristiani come parte del canone; autorevole e ispirato, è facilmente ignorato, quasi evitato dalla maggior parte di noi. Da quanto capisco e osservo, Levitico non nutre la nostra visione, non sollecita la nostra passione, non informa a dovere la nostra fede.

Dopotutto cosa può dirci ancora un manuale liturgico per i sacerdoti appartenenti alla tribù di Levi che ha l’ambizione di insegnare agli Israeliti la purità in tutti gli aspetti della vita? Ha senso ancora la ricerca della santità? Cosa ci potrà mai essere di interessante o attuale nelle regole veterotestamentarie o nelle procedure sacrificali?

Gian Paolo Aranzulla, però, non ci sta. E propone uno sguardo diverso: un agile guida al Levitico per aiutarci nell’agganciare il testo biblico alla nostra vocazione evangelica: dai “commenti al testo” alle “tematiche in panorama”, dalle “tracce per la predicazione” alle “domane proposte”, Aranzulla offre al lettore strumenti e sollecitazioni utili alla riflessione personale e allo studio comunitario.
Per moltissimo tempo, quantomeno da Origine in poi, la pratica cristiana ha pressoché trascurato il Levitico. Non cosi Gesù che, ad esempio, richiama Deuteronomio (6:5) e Levitico (19:18) quando presenta la sintesi della Legge (Marco 12:28-31). Nella cultura giudaica, il Levitico è ancora il punto da dove si parte per studiare la Legge, fin da bambini. Al punto che Levitico 11 (regole relative al puro e all’impuro) rimane uno dei testi principali dell’intero l’articolato normativo dell’Antico Testamento.

Il principio che sta alla base dell’intero libro è molto semplice: Jhvé è il Signore della Vita, Colui che dona al Suo popolo i Suoi statuti e decreti (Lev 18:5). Nella pienezza della vita, la santificazione deve trovare la sua decisa realizzazione (Lev 11:44).
Qui emerge una tensione che rilancia e preannuncia una futura risoluzione.
Da un lato c’è Dio, pienamente santo come ci ricorda – ad esempio – la descrizione del luogo santissimo (Lev 16): chi può reggere la Sua presenza?
Dall’altro c’è Israele con il suo peccato e la sua ribellione; qualcosa che Dio non può tollerare, perché incompatibile con la Sua natura.

Ecco dunque il cuore pulsante del Levitico. Si può superare tale rottura? Come risolvere la profonda incompatibilità tra la santità di Dio e la ribellione degli uomini? In che modo sperimentare la benedizione di Dio che “cammina tra di (n)oi” (Lev 26:12)?
La tensione ha una sola soluzione, con le parole di Aranzulla: “…L’unico modo in cui un popolo iniquo può rimanere in rapporto con il vero Dio, assolutamente santo, è attraverso l’osservanza dei sacrifici che Questi ha decretato.” Il Levitico delinea la figura di Gesù Cristo.

Ecco quindi il richiamo ostinato e più che mai prezioso di questo testo biblico: la santità non si riduce mai a mera narrazione spiritualistica, non è uno storytelling motivazionale. Anzi, è sempre un impegno semplice, concreto e totalizzante. La piena dimensione della nostra esistenza, anche nella sua materialità e quotidianità, deve essere continuamente vissuta alla presenza di Dio (Lev 25:23, 42) sotto il Suo sguardo sovrano. Coram Deo.
In questo modo Dio e la Sua legge possono fare ancora la differenza in ogni ambito della vita.

Giuseppe Rizza
Pastore della Chiesa Evangelica di Trento

Informazioni aggiuntive

Peso ,200 kg
Anno di pubblicazione

2019

Pagine

144

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