Rischiare è giusto

Meglio perdere la tua vita piuttosto che sprecarla

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Prego che Dio possa usare questo libro, insieme ad altre cose, per istituire un esercito di pastori, missionari, conduttori di chiese e membri di chiese che non abbiano paura di fronte ai rischi, perché realizzano che in Cristo persino la morte è una ricompensa. In vista della magnifica gloria di Dio su di noi e degli enormi bisogni del mondo attorno a noi, non rischiare è senza dubbio sbagliato. Per il bene delle nostre anime e per la gloria del nostro Salvatore, rischiare è sicuramente la cosa migliore da fare.

– David Platt

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IL MANDATO E’ CHIARO

Andiamo avanti di qualche millennio e troviamo il popolo di Dio in una situazione simile. Viviamo in un mondo in cui metà della popolazione vive con meno di due euro al giorno e più di un miliardo di persone vivono in estrema povertà. Questi bisogni materiali vengono superati solo dai bisogni spirituali. Miliardi di individui sono assorti nella lode a falsi dèi e circa due miliardi di loro non sono ancora stati raggiunti con il vangelo; ciò significa che hanno pochissime probabilità di sentir parlare del sacrificio di Cristo per i loro peccati prima che muoiano. La maggior parte di questi vivono in aree del mondo difficili da raggiungere e che sono ostili per i cristiani – aree del mondo dove i nostri fratelli e sorelle vengono continuamente perseguitati, imprigionati e persino uccisi.

Anche se le sfide che la chiesa affronta sono enormi, il mandato che Cristo ha dato è chiaro: fare discepoli in tutte le nazioni. Usare le proprie vite per diffondere il vangelo di Dio per la gloria di Dio, fino alle estremità della terra. E mentre vai, riponi la tua fiducia nella Sua sovrana autorità, dipendi dalla Sua presenza in te e sperimenta la Sua incomparabile gioia.

PER GESÙ NE VALE LA PENA

Trovandoci davanti alla nostra Kadesh-Barnea, abbiamo la possibilità di scegliere. Anche noi possiamo decidere di ritirarci in una landa desolata di opportunità sprecate. Possiamo decidere di starcene contenti in un vita cristiana conveniente, comoda e serena, aggrappandoci alle sicurezze che questo mondo offre. Possiamo costeggiare un panorama culturale caratterizzato dal materialismo e dal consumismo e sommerso dall’individualismo. Possiamo approvare lo spirito di quest’epoca e scegliere di passare le nostre vite a ricercare i piaceri di questo mondo, ad acquisire beni materiali e perseguire ambizioni terrene – tutto sotto l’insegna del cristianesimo culturale.

Oppure possiamo decidere che Gesù ha molto più valore di tutto questo. Possiamo riconoscere che ci ha creato, salvato e chiamato per uno scopo molto più grande di qualsiasi cosa che il mondo possa offrirci. Possiamo lasciar perdere noi stessi, le nostre speranze, sogni, ambizioni, priorità, piani. Possiamo fare tutto questo perché pensiamo che la persona e il piano di Cristo diano una ricompensa che vale più di qualsiasi rischio.

POTENZIATI DALLA GIOIA DEL VANGELO

In Matteo 13:44 Gesù dice ai suoi discepoli: “Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, dopo averlo trovato, nasconde; e, per la gioia che ne ha, va e vende tutto quello che ha, e compra quel campo”.

Questa immagine mi piace moltissimo. Immagina di camminare in un campo e d’inciampare in un tesoro che vale molto di più di qualsiasi cosa per cui tu possa lavorare o trovare nella tua vita. Ha molto più valore di tutto quello che possiedi adesso e che mai avrai in futuro. Ti guardi intorno e vedi che nessun altro si è accorto della presenza del tesoro, quindi lo ricopri velocemente e vai via, facendo finta di non aver visto niente. Poi vai in città e inizi a vendere tutto ciò che possiedi in modo da avere abbastanza soldi per comprare quel campo. Il mondo intero pensa che tu sia pazzo!

“Ma cosa stai facendo?”, ti chiedono i tuoi amici e la tua famiglia. E tu gli dici: “Voglio comprare quel campo laggiù”. Ti guardano increduli. “Ma è roba da pazzi”, dicono, “Perché dai via tutto ciò che hai per comprare quel campo?” E tu gli rispondi: “Ho un presentimento”, e sorridi a te stesso mentre vai via. Sorridi perché sai che alla fine ogni rischio che gli altri scorgono non è niente in confronto al compenso che ne avrai. Quindi con gioia – con gioia! – vendi tutto quello che hai. Perché? Perché hai trovato qualcosa per cui valga la pena perderne qualsiasi altra. Questa è anche l’immagine di Gesù nel vangelo. Lui è qualcosa, o meglio, qualcuno, per cui valga la pena perdere tutto il resto. Quando realizziamo ciò completamente, allora rischiare tutto ciò che siamo e abbiamo, per conoscere e obbedire a Cristo non è più un sacrificio. Ma è solo buonsenso. Lasciar perdere le nostre ricerche, beni, piaceri e sicurezze di questo mondo per poter seguire Gesù ovunque Egli ci chiami, a qualsiasi costo, è un qualcosa di intelligente più che un sacrificio.

Per usare le parole di Jim Elliot: Non è pazzo colui che dà ciò che non può conservare per guadagnare quello che non potrà mai perdere.

AFFRONTARE IL RISCHIO SENZA PAURA

Ringrazio Dio per John Piper e per il modo in cui ha mostrato sia a me che a molti altri la supremazia di Cristo. Ero all’università quando ho sentito il mio primo sermone di Piper, intitolato Cristo morì per Dio. Sono stato colpito da una visione biblica e affascinante di un Dio incentrato su Dio, e ho iniziato a capire in un modo nuovo che glorificare Dio era la ragione ultima della mia esistenza. In più, ho cominciato a realizzare che la mia gioia più grande si trova proprio nella gloria più grande di Dio, e che Cristo è senza dubbio un tesoro per cui vale veramente lasciare tutto il resto. Questo è un tema centrale (forse il tema centrale) delle Scritture ed è la verità principale che pervade il ministero di John Piper, ed è per questo che questo libro sul rischio scritto da lui ha così tanto senso.

Prego che Dio possa usare questo libro, insieme ad altre cose, per istituire un esercito di pastori, missionari, conduttori di chiese e membri di chiese che non abbiano paura di fronte ai rischi, perché realizzano che in Cristo persino la morte è una ricompensa. In vista della magnifica gloria di Dio su di noi e degli enormi bisogni del mondo attorno a noi, non rischiare è senza dubbio sbagliato. Per il bene delle nostre anime e per la gloria del nostro Salvatore, rischiare è sicuramente la cosa migliore da fare.

Indice

Prefazione di David Platt

1. Il significato profondo della vita

2. Che cos’è il rischio?

3. Storie di rischio nell’Antico Testamento

4. Colui che ha rischiato di più nel Nuovo Testamento

5. Quando i figli di Dio rischiano e quando non rischiano

6. Motivi giusti e sbagliati per rischiare

7. Il “Grande Otto” e il fondamento del rischio

8. Al di là di ogni rischio motivato dalla fede: l’amore che trionfa

Note

Il significato profondo della vita

Quasi tutto ciò che ho da dire si riassume con le appassionate parole di Paolo alla Chiesa di Filippi:

Secondo la mia viva attesa e la mia speranza di non aver da vergognarmi di nulla; ma che con ogni franchezza, ora come sempre, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia con la vita, sia con la morte. Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno. (Filippesi 1:20-21)

Se aveste chiesto a Paolo di dirvi qual è lo scopo ultimo della vita, della sua vita o di qualsiasi vita non sprecata, credo che questo è ciò che avrebbe detto. Onorare Cristo, esaltare Cristo, dare importanza a Cristo. Questo era il significato della vita di Paolo e dovrebbe essere anche il significato delle nostre. E Paolo prega affinché possa essere anche il significato della sua morte. Viviamo e moriamo per dare importanza a Cristo.

L’universo è stato creato per questo: dare importanza a Cristo. Paolo lo evidenzia in Colossesi 1:16: “Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e per lui”. Per Lui. Ovvero, per la Sua gloria.

Per la Sua ammirazione, stima, meraviglia, lode, fiducia, obbedienza, fedeltà, adorazione. Questo senso della vita è globale. Esso abbraccia tutti i popoli del mondo. Perché Dio ha chiamato Paolo – e migliaia dopo di lui – per farlo diventare un rappresentante del Vangelo alle nazioni? Egli risponde: “Per mezzo del quale abbiamo ricevuto grazia e apostolato perché si ottenga l’ubbidienza della fede fra tutti gli stranieri, per il suo nome” (Romani 1:5). A motivo del nome di Gesù.

Dopo che Gesù morì riscattandoci dai nostri peccati, Dio lo ha risuscitato dai morti e lo ha “sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome” (Filippesi 2:9).

Il motivo per cui Dio ha fatto questo è stato l’acclamazione universale di Gesù Cristo. “Egli lo ha risuscitato affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra” (Filippesi 2:10). John Stott ci mette in guardia dalla sovversiva tendenza imperialistica di usare la missione globale come un modo per perseguire onore per la nostra propria nazione, chiesa, organizzazione, o per noi stessi. Poi dice sorprendentemente: “C’è un solo tipo di imperialismo cristiano, comunque, ed è quello che riguarda Sua Maestà Imperiale Gesù Cristo, per la gloria del Suo impero o regno”.1

Questo è ciò per cui viviamo, e per cui moriamo: per dare importanza a Gesù Cristo ed al Suo regno glorioso e onnicomprensivo. Il grido del cuore delle nostre vite, di giovani e vecchi, di uomini e donne, ricchi e poveri, è la gloria di Gesù Cristo, in modo che con pieno coraggio ora come sempre Cristo possa essere onorato nei nostri corpi, sia con la vita sia con la morte.

Ci sono mille modi per magnificare Cristo nella vita e nella morte. Nemmeno uno dovrebbe essere disprezzato. Sono tutti importanti. Ma niente fa brillare il valore di Cristo in modo più luminoso dell’amore sacrificale per le altre persone nel nome di Gesù. Se Cristo è così prezioso che la speranza della Sua immediata ed eterna comunione dopo la morte ci libera dalla paura egoistica di morire e ci permette di dare la nostra vita per il bene degli altri, tale amore esalta la gloria di Cristo come nient’altro al mondo.

La Bibbia ci dice che Gesù sopportò la croce “per la gioia che gli era posta dinanzi” (Ebrei 12:2), la gioia di essere risuscitato dai morti, tornare alla gloria del Padre, salvare innumerevoli persone dalla distruzione, rendere l’intero universo nuovo, ed essere circondato da innumerevoli adoratori per sempre. Non c’è mai stato un atto d’amore più grande di quello di Gesù, che ha dato la Sua vita per salvare i peccatori (Giovanni 15:13; Romani 5:6-8). Pertanto, il più grande atto d’amore è iniziato dalla speranza della gioia oltre la tomba.

Se Gesù è stato capace di affrontare l’ora della morte per il bene degli altri con la speranza della gioia alla presenza di Dio, saremmo arroganti se pensassimo di poter affrontare la morte per gli altri senza questa speranza. I primi cristiani hanno dato i loro beni e la loro vita per amore degli altri perché sapevano che dall’altra sponda della morte Gesù sarebbe stato il loro premio immenso. “Infatti, voi simpatizzaste con i carcerati e accettaste con gioia la ruberia dei vostri beni, sapendo di possedere una ricchezza migliore e duratura” (Ebrei 10:34).

Ora siamo pronti a parlare di rischio!

John Piper

John Piper

John Piper è fondatore e principale insegnante sul sito desiringGod.org, oltre che rettore del Bethlehem College & Seminary. Per trentatré anni ha servito come pastore presso la Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, Minnesota. Col suo ministero ha ispirato i lettori per una passione per la supremazia di Dio in tutte le realtà, a gioia di tutti i popoli. Ha scritto più di cinquanta libri, tra cui Desiderare Dio e Non sprecare la tua vita. John e sua moglie hanno cinque figli.

Informazioni aggiuntive

Peso ,150 kg
Anno di pubblicazione

2016

Pagine

48