L’autocontrollo e la potenza di Cristo


 

 

Suona così semplice e diretto, forse anche banale.

Non è un concetto appariscente o un’idea particolarmente attraente. Non fa girare le teste né riempie le prime pagine dei giornali. Potrebbe essere apparentemente così insignificante da dire no ad un altro biscotto, patatine fritte o un frullato, oppure ad un’altra mezzora su Youtube o Facebook, oppure così importante da vivere con un sonoro sì nella sobrietà e la purezza sessuale. Apice delle virtù cristiane in un mondo decaduto, il suo esercizio è semplicemente una delle cose più difficili che si possano mai imparare a fare. L’auto-controllo, è chiaro e funzionale. Non si nasconde nel linguaggio figurato o in finzioni eufemistiche. Nessun pugno tirato, nessun groviglio poetico, nessuna ironia facile. L’autocontrollo è semplicemente quell’importante, notevole e quasi-impossibile pratica volta all’imparare ad avere il controllo delle proprie passioni peccaminose e animalesche. Significa dominare sé stessi non solo quando tutto va bene, ma anche quando ci sono problemi e tentazioni. L’autocontrollo può essere il modello del “più facile a dirsi che a farsi”.


Può essere acquisito

L’uomo dei “dolcetti di zucchero” (marshmallows) Waller Mischel è un professore universitario conosciuto per i suoi esperimenti sull’autocontrollo. Circa 50 anni fa, creò un test per verificare come alcuni bambini di 5 anni avrebbero reagito se lasciati soli con un dolcetto di zucchero per 15 minuti con l’avvertimento di non mangiarlo, ma con la promessa che se non l’avessero fatto, gliene avrebbero dati due. Il New York Times scrive: E’ noto che i bambini che attesero più a lungo per i dolci di zucchero arrivarono ad avere punteggi più alti negli esami rispetto a quelli che non aspettarono.

Negli anni successivi furono più magri, studiarono in scuole più prestigiose, usarono meno cocaina e resistettero meglio allo stress. Essendo quei bambini ormai ultracinquantenni, il Signor Mischel e i suoi collaboratori stanno investigando se i bambini che attesero di più oggi sono anche più ricchi. Ebbene, Mischel è un ottuagenario e oggi vuole assicurarsi che i genitori nervosi dei bambini autoindulgenti non si perdano la sua conclusione principale: se mangi il dolce di zucchero a 5 anni esso non determinerà il tuo destino, poiché l’autocontrollo può essere una virtù che si acquisisce.


Se è cristiano

Insieme all’amore e alla devozione, l’autocontrollo è un termine principale e riassuntivo adatto di una condotta cristiana veramente matura (2 Timoteo 1:7/ Tito 2:6,12/ 1 Pietro 4:7/ 2 Pietro 1:6). E’ anche un “frutto dello Spirito” che si trova nella famosa lista dell’Apostolo (Galati 5:22,23) e una delle cose che formano le caratteristiche dei pastori della chiesa (1 Timoteo 3:2/ Tito 1:8).

In Atti si riassume la concezione dell’Apostolo riguardo al Vangelo Cristiano e la visione del mondo come “giustizia, autocontrollo (temperanza) e del giudizio futuro” (Atti 24:25) e Proverbi 25:28 paragona un uomo senza autocontrollo ad una città smantellata, priva di mura. Per coloro che iniziano, l’idea di controllare sé stessi presume almeno due cose:

1. La presenza di qualcosa in noi che dev’essere imbrigliata e

2. la possibilità in noi, e attraverso noi, di estrarre qualche tipo di forza per potersi bloccare.

Per colui che è nato di nuovo, con un cuore nuovo, il veleno del peccato residuo scorre ancora nelle sue vene. Non solo ci sono desideri malvagi cui rinunciare, ma desideri buoni da mantenere e attuare in modo appropriato. L’autocontrollo cristiano ha molte sfaccettature. Si riferisce sia al controllo del proprio comportamento sia agli impulsi e alle emozioni dietro di esso (da Lettere a Timoteo e a Tito, di Philip Towner, p. 252). Include la nostra mente ed emozioni, non solo le azioni esterne, ma il nostro stato interno.


Cuore, mente, corpo, bere e sesso

Biblicamente, l’autocontrollo – e quindi la mancanza di esso – arriva fino alla parte più profonda di noi: il cuore!

Inizia con il controllo delle nostre emozioni e poi include anche la nostra mente. L’autocontrollo è spesso accoppiato con l’essere sobrio e assennato (1 Timoteo 3:2; Tito 1:8; Tito 2:2; 1 Pietro 4:7) e in molti aspetti il linguaggio utilizzato in merito all’autocontrollo si riferisce specialmente alla mente.

Marco 5:15 e Luca 8:35 descrivono l’indemoniato liberato come “vestito e sano di mente”. Paolo usa un linguaggio simile per sostenere di essere di buon senno (2 Corinzi 5:13) come pure non vaneggiare (Atti 26:25), Romani 12:3 esorta ogni cristiano “a non avere di sé un concetto più alto di quello che deve avere” ma di esercitare una forma di autocontrollo, “avere di sé un concetto sobrio”.

L’autocontrollo è dunque nel corpo ma anche all’esterno. L’Apostolo disciplina il proprio corpo nel “mantenerlo sotto controllo” (1 Corinzi 9:25–27). Inoltre può significare non essere “dediti a molto vino” (Tito 2:3–5). E, in particolare, il linguaggio dell’autocontrollo spesso, allude al sesso. Paolo istruisce i cristiani scrivendo che “vi asteniate dalla fornicazione, che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità e onore, senza abbandonarsi a passioni disordinate” (1 Tessalonicesi 4:3–5).

Riguardo alle donne in 1 Timoteo 2:9, l’autocontrollo si riferisce alla modestia, e in 1 Corinzi 7 si presume qualche mancanza di autocontrollo che possa dar posto a Satana quando si neghi al coniuge il rapporto sessuale per un tempo prolungato (1 Corinzi 7:5). Dio ha dato ad alcuni la chiamata a rimanere single e nello stesso tempo ad essere padrone della (propria) volontà ” (1 Corinzi 7:37); altri “ardono di passione” ed è meglio per loro sposarsi (1 Corinzi 7:9). La domanda per il credente, quindi, è questa: se l’autocontrollo è così importante, e se veramente può essere acquisito, dove lo devo cercare come figlio di Dio?


Trova la fonte all’esterno di te stesso

Il professor Mischel predica un vangelo di distrazione e distanza.
“I bambini che hanno avuto successo voltano le spalle al dolcetto, lo spingono via, fanno finta che sia qualcosa di non interessante, o inventano una canzone. Invece di fissare il dolcetto, lo trasformano in qualcosa di meno accattivante. Se cambi il tuo modo di pensare ad esso, cambierà anche il tuo modo di vederlo, e allora cambierà veramente”.
Questo può essere un buon punto di partenza, ma la Bibbia ha molto di più da insegnare che una semplice rinuncia. Fissi lo sguardo e l’attenzione, sì, ma non su una cosa diversa, ma alla fonte di un vero cambiamento ed un vero potere che è all’esterno di te stesso nella quale puoi legittimamente fidarti. La chiave per l’autocontrollo non è dentro te stesso, ma verso l’Alto.


Dono e dovere

Il vero autocontrollo è un dono dall’Alto, depositato in noi e opera attraverso noi mediante lo Spirito Santo. Fino a quando non riconosciamo che si riceve dall’esterno, piuttosto che proveniente dall’interno, lo sforzo che facciamo per controllarci sarà a nostra lode piuttosto che a quella di Dio.

Tuttavia dobbiamo anche notare che l’autocontrollo non è un dono che riceviamo passivamente, ma piuttosto attivamente. Non siamo certamente la fonte, ma siamo intimamente coinvolti. Apriamo il dono e lo viviamo. Ricevere la grazia dell’autocontrollo significa farlo proprio e poi esercitarlo all’esterno come grazia.

“Come agli Ebrei fu promessa la terra, ma dovettero prenderla con la forza, una città alla volta”, dice Ed Welch, così a noi è promesso il dono dell’autocontrollo però dobbiamo prenderlo con la forza (tratto da Self-Control: The Battle Against “One More). Puoi ingannare te stesso con sembianze di vero autocontrollo. Puoi stimolare la forza di volontà per dire no. Tuttavia in questo dai gloria solo a te stesso e non è soddisfacente per il cristiano. Noi vogliamo che a Gesù sia la gloria. Vogliamo controllarci tramite la forza che Egli ci dona. Ammettiamo l’inadeguatezza, il vuoto, nel farlo per nostro conto.

Preghiamo per l’aiuto di Gesù, sicura risposta e facciamo strategie specifiche. Crediamo alla promessa di Dio di fornire la forza per ogni buona opera (2 Corinzi 9:8; Filippesi 4:19), e quindi agiamo per fede che Egli lo farà in noi e tramite noi (Filippesi 2:12–13). Infine lo ringraziamo per ogni sforzo e successo e progresso nell’autocontrollo che lo Spirito fornisce.


Il controllo di Cristo

In ultima analisi, il nostro controllarci riguarda l’essere controllati da Cristo.

Quando “l’amore di Cristo ci controlla” (2 Corinzi 5:14), quando comprendiamo la verità che Egli è il nostro sovrano e che Dio “non ha lasciato niente fuori dal suo controllo” (Ebrei 2:8) possiamo godere della libertà di non dover attingere dalla nostra forza personale per esercitare l’autocontrollo, ma traiamo forza dalla forza di un “Altro”.

Nella persona di Gesù “la grazia di Dio si è manifestata… e ci insegna non solo a rinunziare all’empietà e alle passioni mondane, ma a vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo (Tito 2:11–12).

L’autocontrollo cristiano non è tenere le nostre passioni corporee sotto il nostro diretto controllo, ma sotto quello di Cristo attraverso il potere del suo Spirito. Siccome l’autocontrollo è un dono, prodotto in noi e attraverso di noi dallo Spirito di Dio, i cristiani possono e dovrebbero essere le persone con più ottimismo sulla terra riguardo i passi avanti dell’autocontrollo. Noi siamo, dopotutto, fratelli dell’uomo con più autocontrollo nella storia dell’umanità: Gesù. Tutta la sua vita infatti fu senza peccato (Ebrei 4:15). Non commise peccato e nella sua bocca non fu trovato inganno (1 Pietro 2:22). Mantenne salda la rotta persino quando il sudore divenne come gocce di sangue (Luca 22:44). Avrebbe potuto chiamare dodici legioni di angeli (Matteo 26:53), ma ebbe la forza di non controbattere le false accuse (Matteo 27:14) e di difendersi (Luca 23:9). Oltraggiato, non rendeva gli oltraggi (1 Pietro 2:23). Gli sputarono in faccia e lo colpirono con pugni, alcuni lo schiaffeggiarono (Matteo 26:67). Lo flagellarono (Matteo 27:26).

In ogni prova e tentazione “imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì” (Ebrei 5:8) e come pinnacolo dell’autocontrollo egli fu “ubbediente fino alla morte e alla morte di croce”(Filippesi 2:8). Egli è colui che ci rende forti (1 Timoteo 1:12 ; Filippesi 4:13).

In Gesù, abbiamo la sorgente del vero autocontrollo molto al di là della nostra debole personalità.

 

 

Tematiche: Femminilità, Mascolinità, Teologia, Vita Cristiana

David Mathis

David Mathis

 

Redattore esecutivo di desiringGod.org, pastore della Cities Church di Minneapolis/Saint Paul, e professore associato al Bethlehem College & Seminary. È marito, padre di quattro figli, e autore di Habits of Grace: Enjoying Jesus through the Spiritual Disciplines e di  Workers for Your Joy: The Call of Christ on Christian Leaders (2022).

© Desiring God, © Coram Deo

Il presente articolo può essere utilizzato solo facendone previa richiesta a Coram Deo. Non può essere venduto e non si può alterare il suo contenuto.