Canti cristiani: quanta differenza fa il testo? [parte 2]

 

Nella prima parte di questo articolo, abbiamo esaminato quale sia la differenza tra coinvolgimento del cuore ed emozione, concludendo che il cuore è coinvolto nella nostra adorazione quando viene sottoposto a una piena consapevolezza di chi è Dio, essendo necessario sapere chi stiamo adorando, affinché la nostra adorazione gli sia gradita.

Abbiamo quindi analizzato quali siano le caratteristiche necessarie affinché i canti che innalziamo facciano gioire Dio nella nostra adorazione:

  1. i canti devono esaltare Cristo e la sua opera e non l’uomo;
  2. l’autore del brano che propongo deve essere possibilmente verificato;
  3. le parole devono essere fedeli alle verità bibliche;
  4. le parole devono avere lo scopo di edificarci gli uni gli altri.

 

In questa seconda parte, vogliamo riflettere su altri aspetti che ribadiscono l’importanza di scegliere canti biblicamente sani.

 

Cantare canti sani per fuggire dalla falsità

Il canto è uno strumento straordinario, che ha tra le sue caratteristiche più importanti quella di essere un mezzo per memorizzare le Scritture, per predicare a noi stessi la verità, per unirci come popolo nell’esaltare Cristo per quello che ha fatto e per chi Lui è.

Ho recentemente letto questa affermazione, che condivido pienamente: “Memorizzare le Scritture modella le nostre menti, ma ci aiuta anche a riconoscere la voce del nostro Pastore” (cit. David Mathis).  Cantare inni biblicamente sani, cantare la Parola di Dio, ispirata dal Suo Spirito e non rivelazione di uomini, ci aiuta a conoscere maggiormente Cristo, il nostro Buon Pastore e a fuggire dalla falsità, permettendoci di adempiere lo scopo per cui il canto è stato creato e per cui il Signore ci chiede di cantare (Col. 3:16).

Mi piace molto quel versetto del Salmo 86 che dice: “Insegnami la tua via Signore e io camminerò nella verità, unisci il mio cuore al timore del tuo nome”.

Che questa sia la nostra preghiera ogni volta che ci avviciniamo a Dio per adorarlo.

 

Vorrei portare l’esempio di un ottimo canto che ha la caratteristica di esaltare la gloria e la bellezza di Dio, esponendo in modo chiaro il messaggio del Vangelo.

Questo è il testo in italiano:

 

Vieni, ammira il gran mistero della nascita del Re

Lui, dal cielo esaltato, si vestì di umanità.

Nelle tenebre in cui siamo la sua luce giunse a noi

Guarda a Cristo, che ubbidiente, per salvarci s’incarnò

 

Vieni, ammira il gran mistero: l’unigenito di Dio,

nella vita e nel soffrire fu perfetto, mai peccò.

Ecco il nuovo, vero Adamo che ci salva dal perir,

della legge il compimento, solo in Cristo saldi stiam!

 

Vieni, ammira il gran mistero: crocifisso fu il Signor

morto al posto degli ingiusti, Lui, l’Agnello, trionfò.

Ecco il prezzo del riscatto che il Padre stabilì

per condurre molti in gloria, Quale grazia, quale amor!

 

Vieni, ammira il gran mistero: Dio di vita che morì,

ma la tomba non lo tenne Lode a Dio, Lui vivo è!

Pregustiamo la salvezza, che speranza forte abbiam!

Cristo è risorto in gloria e con Lui saremo in ciel!” (3).

 

“Vieni ammira il gran mistero” è un inno moderno scritto da Matt Boswell, Matt Papa, e Michael Bleeker nel 2013. Questo canto è la prova che un inno non è tale solo perché è antico, ma per le verità che esso contiene.

Il brano biblico chiave di questa canzone è 2 Corinzi 3:18: “E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito”.

Le Scritture e questo canto concordano sul fatto che “ammirare” qualcosa è diventare qualcosa. Il proverbio dice “tu sei quello che mangi”. Ma Dio dice “tu sei quello che contempli”. Quando guardiamo a Cristo, veniamo trasformati.

Quindi, esaminiamo il testo dell’inno e guardiamo cosa può fare Cristo in noi quando contempliamo la Sua gloria.

 

Strofa 1: la nascita di Gesù

Come ci aspettavamo, il titolo dell’inno è il tema ricorrente di tutta la canzone.

Si tratta di un invito a fissare i nostri occhi su Gesù. Gesù è talmente straordinario che non saremo mai in grado di comprendere l’impatto e la potenza della sua opera. Questo mistero è la storia del Vangelo. In Efesini 3, l’apostolo Paolo dice che la storia della buona notizia della salvezza è un mistero addirittura per gli angeli ed è una cosa altrettanto profonda pensare a chi è Gesù e a quello che ha fatto.

L’inno comincia con l’incarnazione di Gesù, il figlio di Dio che diventa un essere umano. Questo è un tema di cui si canta usualmente a Natale, ma la verità che Gesù è stato un uomo come noi è un conforto in ogni stagione della nostra vita. Queste parole ci ricordano che Gesù è sceso per essere come noi e per stare con noi. Egli è venuto dalla luce alle tenebre, dalla soddisfazione al bisogno, dal potere alla debolezza, per redimere noi che non potevamo redimerci da noi stessi. Come Dio divenne uomo è un mistero, ma è un mistero che dichiariamo pienamente.

 

Strofa 2: la vita di Cristo

Dio non solo diventa uomo, ma diventa l’uomo perfetto. Dove il nostro primo padre, Adamo, non è riuscito ad adempiere la legge di Dio, Gesù riesce pienamente. Egli è un “nuovo e vero Adamo”, un nuovo inizio per il mondo intero. La sua perfezione nel rispettare la legge è la nostra unica speranza di giustizia. Come può un uomo essere irreprensibile? Solo il mistero del Dio-Uomo può rendere visibile a tutti questa realtà. Non abbiamo altro fondamento che questo.

 

Strofa 3: La morte di Cristo

L’inno ci porta ora alla croce, il culmine dell’opera di Gesù in nostro favore. La croce è la porta attraverso la quale siamo invitati ad adorare Dio. Gesù, l’unico che non ha mai meritato di morire, abbandona volontariamente la propria vita proprio per chi lo ha inchiodato a quella croce. C’è tanta verità in questo versetto: Gesù è morto al nostro posto, per i nostri peccati, secondo il piano del Padre, per mostrarci il Suo amore e la Sua grazia. Incredibile. Anche la tragedia malvagia della croce non è sufficiente a fermare il piano del nostro grande Dio.

 

Strofa 4: La resurrezione di Cristo

Il ritornello della nostra adorazione non può mai fermarsi a “Gesù è morto per i nostri peccati”, ma deve continuare con “Gesù è risorto vittorioso”. La resurrezione di Gesù è un “assaggio” di ciò che verrà. La Bibbia usa il termine “primizia” (1 Corinzi 15:20), un raccolto precoce mentre guardiamo alla nostra risurrezione e alla nostra salvezza finale in gloria. Un giorno, tutto questo sarà reso di nuovo giusto e buono per coloro che sono in Gesù. La vita cristiana guarda indietro a ciò che Gesù ha compiuto per noi e allo stesso tempo guarda avanti a ciò che viene a noi grazie all’opera di Gesù.

 

 

Canti che durano per l’eternità

Una cosa speciale che fa gioire il mio cuore è che canzoni come questa, avendo le caratteristiche che abbiamo elencato sopra, sono le stesse che canteremo quando saremo alla presenza di Dio. Per l’eternità infatti i redenti loderanno Dio con canti che lo esaltano per chi Lui è e per quello che Lui ha fatto (vedi, per esempio, Apocalisse 15).

Oggi abbiamo il privilegio e la gioia di fare qualcosa che durerà per sempre, con persone riscattate dal sangue di Gesù che vivranno per sempre in Lui!

 

 

La sana dieta musicale del credente

Gli esseri umani sono dimentichevoli, sono soggetti alle proprie emozioni, ai cambiamenti di umore e sono spesso trascinati dagli eventi della vita. Questo è uno dei motivi per cui lo Spirito di Dio ha ispirato i Salmi, affinché si tramandasse il ricordo delle grandi cose che l’Eterno aveva fatto per il popolo d’Israele e affinché le generazioni successive a quelle che avevano visto Dio all’opera, lo conoscessero e fossero salvate (Salmo 78).

Allo stesso modo, i canti che impariamo e che cantiamo in chiesa, o a casa mentre stiamo svolgendo le nostre attività, possono aiutarci ad alzare lo sguardo da noi stessi a Dio, dalle circostanze in cui ci troviamo alla consapevolezza di chi è il Dio a cui apparteniamo, dai nostri fallimenti a quello che Cristo ha già compiuto perfettamente al posto nostro.

Non dico che sia sbagliato cantare parole che esprimano i nostri sentimenti, il nostro desiderio di stare con Lui, la gioia che proviamo nel cuore quando stiamo con Lui, quasi come se il nostro canto fosse una serenata che gli dedichiamo. La musica ci aiuta a esprimere quello che abbiamo nel cuore e questo è meraviglioso (i Salmi sono pieni di affermazioni sincere e profonde di come si sentivano i loro autori umani durante le proprie afflizioni).

Dico però che la nostra “dieta” musicale dovrebbe essere bilanciata, affinché il nutrimento che traiamo dai canti sani possa anche sostenerci nei momenti difficili, per mezzo della Parola di Dio che abbiamo memorizzato e interiorizzato attraverso di essi.

 

Quanta differenza può fare cantare che ciò che determina il mio valore davanti a Dio non è quello che possiedo o quello che faccio, ma piuttosto sono le ferite piene d’amore di Gesù alla croce (1)?

Quale riconoscenza può scaturire dal ricordare quotidianamente che ero morto spiritualmente nel mio peccato, ma Gesù mostrò il suo amore per me in questo: lasciando il suo trono, svuotando se stesso facendosi servo, incarnandosi per caricarsi dei miei peccati, per soffrire e morire su una croce dando la sua vita al posto della mia, vincendo sulla morte per mezzo della sua resurrezione (2).

Quanta gioia avremo nel cantare, uniti come popolo liberato dalla schiavitù del peccato, “pregustiamo la salvezza, che speranza forte abbiam, Cristo è risorto in gloria e con Lui saremo in ciel” (3)!

 

Quando contempliamo queste verità, come possiamo non commuoverci cantando “Gesù, solo Gesù, oh magnifico, oh stupendo è il tuo amor” (2)?

Se, cantando queste parole, una lacrima, o un fiume di lacrime bagneranno il nostro volto, saranno lacrime prodotte dall’emozione che proviamo nel conoscere e contemplare la bellezza di Cristo, realizzando quanto Egli ci abbia amati quando eravamo ancora peccatori.

 

Le parole fanno la differenza. Quando cominceremo a cantare questi canti non riusciremo più a cantare altro che non abbia altrettanta profondità e verità.

 

 

 

Note:

  1. Dal canto “Non valgo no per quel che ho”, titolo originale “My worth is not in what I own”, Keith Getty, Kristyn Getty, Graham Kendrick.
  2. Dal canto “Quanto ci ama”, titolo originale “See how He loves us”, Sovereign Grace Music.
  3. Dal canto “Vieni ammira il gran mistero”, titolo originale “Come behold the wondrous mystery”, Matt Boswell, Michael Bleecker, and Matt Papa. L’analisi del brano è la traduzione di un articolo di Nicholas Sarlo.
    Ascolta l’inno al seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=eKwrT-TleeI

 

Puoi trovare gli spartiti e le demo di questi canti sul sito di coramdeo.it alla pagina del progetto Cantiamo il Vangelo. Visita la pagina per ulteriori risorse musicali con testi ricchi di Vangelo.

 

Libro consigliato dall’Editore sul tema:

Canta!

 

Tematiche: Adorazione, Musica, Vita Cristiana

Simona Prota

Simona Prota

 

Sposata con Marcello Antonino ed è mamma di tre bambini. Il Signore le ha dato molteplici doni che mette a disposizione sia in Coram Deo sia nella Chiesa Sola Grazia. Ricopre il ruolo di tesoriere e segreteria. Impegnata nel progetto di produzione di canti per bambini e traduzione di canti per la Chiesa italiana con testi ricchi di Vangelo. Potete seguirla sul suo canale YouTube.

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