“Ci avete fatto gioire”. Emozioni passeggere, gioia duratura

 

 

 

Domenica 11 luglio 2021 è stato, e continuerà a essere, un giorno memorabile per gli italiani e la nazione italiana. Essere campioni d’Europa è un risultato molto significativo e di grande spessore.

Milioni d’italiani in Italia e in tutto il mondo si trovavano incollati alla tv o ai maxischermi eretti in migliaia di città. Chi aveva ancora delle unghie intatte dopo l’ultimo rigore!? E quando Donnarumma ha parato l’ultimo rigore dei “tre leoni” c’è stata un’esplosione di euforia.

Finalmente la vittoria!!

Poi c’è stata la premiazione con le medaglie d’oro e la coppa. Bellissimi i fuochi d’artificio che l’ha accompagnato. Per ore e ore dopo la vittoria, i rumori dei clacson e dei tifosi risuonavano in ogni parte d’Italia. Boato dopo boato ha fatto svegliare chi voleva dormire (che erano pochi)! Tutti erano molto fieri di portare il tricolore e la maglia degli Azzurri.

 

La vera gioia non è un sentimento che va e viene,

plasmata e influenzata dalle circostanze.

 

Poi lunedì mattina era rimasta ancora l’euforia e un argomento soltanto dominava le prime pagine ed i telegiornali ed i discorsi nei bar e negli uffici in tutt’Italia. E quando gli Azzurri sono arrivati a Roma e hanno fatto il giro con il pullman, c’è stata un’altra occasione per alzare il tricolore e portare orgogliosamente la maglia azzurra. “Ci avete fatto gioire” ha detto Mario Draghi, il Presidente del Consiglio. È sicuramente stato un momento storico, memorabile e speciale per l’Italia.

Anche se non vogliamo dare per scontato questo momento, è anche giusto farci un’altra domanda: Per quanto tempo può durare questa euforia? Fino a quando parlerà la gente di questa vittoria? A prescindere dalla vittoria, tutti dobbiamo ancora svegliarci e affrontare le sfide e le difficoltà della vita. È difficile negare il fatto che una tale vittoria non riesca a cambiare veramente e profondamente le nostre vite. Non risolve i nostri problemi. Allora?

Magari c’è una parola chiave in questa riflessione che ci aiuta a rispondere a questo “Allora?” Quella parola è la “gioia”. “Ci avete fatto gioire” ha detto Draghi degli Azzurri.

 

Ma cosa significa la “gioia”, e cosa vuol dire “gioire”? In realtà la gioia descrive lo stato di una persona e che lo caratterizza.

 

La vera gioia non è un sentimento che va e viene, plasmata e influenzata dalle circostanze. Non è un’euforia effimera. Anzi, è una condizione costante. Più accurata è un’altra parola usufruita dal Presidente del Consiglio quando ha espresso la sua gratitudine alla squadra: “Ci avete fatto emozionare”. Questo è molto vero.

Sicuramente la grande vittoria ha fatto emozionare e commuovere. Le emozioni vengono determinate dalle circostanze, quindi cambiano costantemente. Quello che serve nella vita, però, è la gioia. Solo la gioia riesce a cambiare veramente la vita. Solo la gioia riesce a raggiungere e penetrare le profondità del cuore e dell’anima.

L’emozione non ha questa capacità. Questo spiega il suddetto “Allora?” che segue inevitabilmente l’euforia generata dalle emozioni.

Ma esiste la vera gioia? Esiste una gioia che genera dei profondi e duraturi cambiamenti? Esiste una gioia che ci aiuta ad attraversare le più grandi sfide della vita? È possibile avere la gioia, anche in mezzo alle difficoltà? La risposta a queste domande è un decisivo “sì”!

La Bibbia dice che possiamo trovare la vera gioia in Gesù Cristo soltanto. Gesù stesso disse: “Come il Padre mi ha amato, così anch’io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa” (Giov. 15:9-11).

Il salmista Davide afferma le parole di Cristo quando canta al Signore: “Tu m’insegni la via della vita; ci sono gioie a sazietà in tua presenza; alla tua destra vi son delizie in eterno” (Sl. 16:11).
E questa non è una gioia sfuggente, che dipende dalle circostanze.

Il profeta Abacuc lo afferma quando dice: “…il fico non fiorirà, non ci sarà più frutto nelle vigne; il prodotto dell’ulivo verrà meno, i campi non daranno più cibo, le greggi verranno a mancare negli ovili, e non ci saranno più buoi nelle stalle; ma io mi rallegrerò nel Signore, esulterò nel Dio della mia salvezza. Dio, il Signore, è la mia forza; egli renderà i miei piedi come quelli delle cerve e mi farà camminare sulle alture” (Ab. 3:17-19).

 

Solo la gioia che trova la sua fonte in Gesù Cristo riesce a dire insieme a Giacomo: “Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza” (Gc. 1:2-3).

L’euforia prodotta dalla vittoria degli Azzurri è molto bella, ma non dura. Non risolve i problemi della vita. Non supera le difficoltà. Solo la gioia che viene dalla fede in Cristo Gesù riesce veramente a soddisfare.

 

Conosci tu questa gioia?

 

Conosci tu questa soddisfazione?

 

Conosci tu veramente il Signore?

 

Nella sua presenza soltanto ci sono gioie a sazietà! Di lui soltanto possiamo dire “ci hai fatto gioire”.

 

 

 

Articolo apparso su www.locicommunes.it il 13 luglio 2021, usato con permesso.

 

 

 

 

Tematiche: Bibbia, Cultura e Società, Gioia del Signore, Vita Cristiana

Reid Karr

Reid Karr

È anziano della Chiesa evangelica Breccia di Roma San Paolo e direttore aggiunto della Reformanda Initiative. È dottorando di ricerca in teologia presso Union School of Theology (GB) con una tesi di analisi evangelica sulla missiologia del Vaticano II.

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