Come cambia il mio modo di lavorare quando ho Cristo?

 

In Giovanni 6 Gesù sfamò miracolosamente cinquemila bocche affamate con cinque pani e due pesci. Quella stessa folla poi cercò Gesù per la campagna e lo trovò il giorno seguente. Al secondo incontro, Gesù colse l’occasione per insegnare loro la differenza tra il pane che perisce (come quello che avevano mangiato il giorno prima) e il pane che non perisce mai (ovvero Cristo stesso). Gesù li esortò insistentemente, tanto da comandare loro in Giovanni 6:27: “Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna, che il Figlio dell’uomo vi darà”. La domanda perciò è: dovremmo lavorare per comprarci il pane? Dobbiamo lavorare per forza? Oppure dovremmo fidarci di Dio affinché egli provveda a tutti i nostri bisogni materiali in modo soprannaturale? La risposta a questa domanda, fornitaci dal pastore John in un sermone da lui predicato nel 2009, fa luce sul modo in cui lavoriamo e ci affatichiamo ogni giorno.

 

Cosa significa la prima frase al versetto ventisette? “Adoperatevi non per il cibo che perisce”. Questo comandamento è diretto principalmente a voi credenti, voi che avete mangiato, voi che avete assaggiato. Vi starete chiedendo: “Cosa implica questo per il lavoro che faccio dalle otto alle cinque, dalle nove alle sei, le mie sessanta ore di lavoro settimanali, le mie faccende domestiche, i miei doveri di madre, la mia vita da studente?”. Cosa intende Gesù quando dice: «Adoperatevi non per il cibo che perisce»? È quello che ha detto. “Adoperatevi non per il cibo che perisce”. Chiaramente si riferisce al cibo di tutti i giorni, perché è di questo che parla il versetto ventisei: “[V]oi mi cercate non perché avete visto segni, ma perché avete mangiato dei pani e siete stati saziati”. Non adoperatevi per quel tipo di cibo.

Cosa significa questa frase per noi nella pratica di tutti i giorni? Permettetemi di dirvi prima due cose che essa non significa, e poi quello che significa.

 

Non lasciare il tuo lavoro

Non significa che devi lasciare il tuo lavoro. Questo lo sappiamo e potrei passare molto tempo a dimostrarlo utilizzando quasi ogni libro del Nuovo Testamento. Lo sappiamo perché tutto il Nuovo Testamento dà per scontata ed elogia la dignità del lavoro. Efesini 4:28 è solo un esempio: “Chi rubava non rubi più, ma piuttosto si affatichi facendo qualche buona opera con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a chi è nel bisogno”.

Lavora; guadagnati da vivere. In base ad una comprensione biblica onesta, gran parte della nostra vita dovrebbe essere dedicata a questo. Fate il vostro lavoro. Gesù quindi non sta dicendo che dovete lasciare il vostro lavoro.

 

“Tutto il Nuovo Testamento dà per scontata ed elogia la dignità del lavoro”

 

Lavorate per guadagnarvi da vivere

In secondo luogo, non significa “Non portare il pane a casa”, del tipo “Lavora pure, ma non farlo per il pane che perisce. Non portare a casa il pane; non portare a casa l’assegno; non portarlo in banca per poi comprare il cibo. Non farlo”. Non è questo il significato delle parole di Gesù. Sappiamo questo per gli stessi motivi. Probabilmente l’esempio che ci viene in mente è 2 Tessalonicesi 3:10: “[S]e qualcuno non vuol lavorare neppure mangi”.

Questo implica che il modo ordinario di procurarsi da mangiare (ovviamente ci sono delle eccezioni) è lavorando, non chiedendo l’elemosina. Questo è il modo ordinario di ottenere il cibo. La Bibbia lo dà per scontato e lo insegna ovunque.

Perciò questa frase non significa “Lascia il tuo lavoro” e non significa “Non portare a casa il pane a fine giornata”. Portalo a casa, compra il cibo, mangia e rimani in vita, così potrai lavorare. Questa è la vita normale secondo la Bibbia.

 

Cosa cambia quando mangi?

Allora cosa intendeva Gesù quando disse: «Adoperatevi non per il cibo che perisce»? La domanda che mi sono posto cercando di guardare al significato più profondo di tutto ciò è: cosa cambia per la persona che mangia Gesù? Da un lato abbiamo il pane normale che mangerei in circa due ore (probabilmente una ciotola di cereali), dall’altro il pane spirituale. Se non mangiassi il primo, morirei e non potrei più predicare. Credo sia volontà di Dio che io viva e predichi, e lo stesso vale per voi.

Poi abbiamo questo pane glorioso, eterno e completamente appagante. Cosa cambia quando mangiamo questo tipo di pane? È questa la domanda che mi sono posto, perché la risposta mi aiuterebbe a sapere cosa cambierebbe se mi approcciassi al lavoro da credente. Ci sono due cose molto chiare in questo testo. Questo pane è “cibo che dura in vita eterna” (Giovanni 6:27). Perciò, la prima cosa che cambia è che alla tua vita lavorativa viene aggiunto un nuovo capitolo: l’eternità. Segnatevelo: un nuovo capitolo. È l’ultimo capitolo, il che significa che il pensionamento (qualunque cosa esso sia) non lo è. Avete un nuovo capitolo nella vostra vita chiamato eternità, perché se mangiate questo pane, la vostra vita non si fermerà; andrà avanti, con gioia, per sempre. Questa è la prima cosa che cambia.

La seconda cosa che cambia è che questo pane diventa il vostro tesoro supremo. Quando mangiate questo pane, quando scoprite chi esso è e quanto esso sia profondamente nutritivo per delle anime create per Dio, tutti gli altri valori perdono importanza, mentre esso ne acquisisce sempre di più. Questo è un cambiamento enorme. Perciò abbiamo un cambiamento temporale e un cambiamento di valori. È stato aggiunto un capitolo alla vostra vita che durerà per sempre e porterà una gioia infinita, inoltre il vostro nuovo tesoro è più prezioso di qualsiasi altra cosa.

Cambia qualcosa sotto ogni aspetto

La conversione è così. Non l’avreste descritta in questo modo, ma è per questo motivo che state leggendo le vostre Bibbie. I vostri occhi sono stati aperti. Vedete Gesù Cristo per chi egli è: Figlio di Dio, crocifisso, risorto, pane dal cielo, giustizia, perdono dei peccati. Lo vedete. Inizia a crescere. Persino un bambino di sei anni può capire che è ciò di cui ha bisogno. Poi mangiate. Non lavorate per lui, mangiate. Poi lo fate entrare nella vostra vita ed egli diventa la vostra porzione e la vostra vita.

Quindi cosa succede dopo? La maggior parte di voi continua a fare lo stesso lavoro. 1 Corinzi 7:24: “ognuno rimanga presso Dio nella condizione [o nel lavoro] in cui è stato chiamato”. Rimanere dove ci si trova è cristianesimo ordinario, ma cambia qualcosa in ogni aspetto del nostro lavoro. Sono tentato di dire che cambia tutto. Alla fine lo dirò, ma quello che intendo dire è che cambia qualcosa sotto tutti i punti di vista.

 

“Andrai al lavoro conoscendo Cristo, fidandoti di lui, amandolo e sentendoti appagato in lui”

 

Cristo domina la tua mente in qualità di tesoro supremo. Se al lavoro o a casa le cose non vanno bene, ricordati che vivrai per sempre, in questo modo non andrai al lavoro bramando il pane che perisce o per paura di perderlo. Andrai al lavoro conoscendo Cristo, fidandoti di lui, amandolo, sentendoti appagato in lui e con un cuore desideroso di dargli importanza. Ora andrai al lavoro con questo atteggiamento. Egli domina la tua mente e il tuo cuore. Ogni aspetto della tua vocazione diventa un modo per magnificarlo.

Tenere a mente la vita eterna e sgranocchiare il pane della vita non farà di te un lavoratore pigro, non farà di te un lavoratore scadente, non farà di te un lavoratore pessimista. Porterai zelo, eccellenza e gioia al tuo lavoro perché conosci Cristo, ti fidi di lui e lo ami. Vuoi dargli importanza in tutto ciò che fai. Sai che tutto ciò che viene fatto nel nome di Gesù e per la sua gloria, dalla pulizia dei bagni alla gestione di una sala riunioni, sarà ricompensato con una gioia immensa e immeritata.

 

Traduzione a cura di Lorenzo Giusepponi

 

 

Tematiche: Domande dei lettori al pastore John Piper, Lavoro e professione, Missione, Vita Cristiana

John Piper

John Piper

È il fondatore di Desiring God, per il quale ricopre anche il ministero di insegnante, inoltre, è il rettore del Bethlehem College & Seminary. Ha servito per trentatré anni come pastore presso la chiesa battista Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, in Minnesota e ha scritto più di cinquanta libri, tra cui e Non sprecare la tua vita (Ed Coram Deo), Rischiare è giusto (Ed Coram Deo), Coronavirus e Cristo (Ed Coram Deo), Stupefatto da Dio (Ed Coram Deo) e Desiderare Dio.

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