Come può essere una scelta ravvedersi e credere, se siamo stati scelti da Dio?

 

 

Trascrizione di un’ intervista di ask.ligonier.org

 

 

NATHAN W. BINGHAM: Questa settimana siamo in compagnia del presidente del Reformation Bible College, il dottor Stephen Nichols. 

Dr. Nichols, come può essere una scelta ravvedersi e credere se siamo scelti da Dio?

 

STEPHEN NICHOLS: Beh, per prima cosa, lasciatemi fare alcune precisazioni sulla domanda. Il primo chiarimento è cambiare il “se” siamo scelti da Dio. Diciamo solo: “Dal momento che siamo scelti da Dio”. Cominciamo da lì. Dio ci ha scelti in Cristo prima della fondazione del mondo. Questo è secondo il proposito della volontà di Dio, e questo è a lode della gloriosa grazia di Dio. Questo, naturalmente, è ciò che Paolo insegna in Efesini 1, quindi iniziamo da lì. La Bibbia insegna che siamo stati scelti. 

 

Penso che ci sia anche un secondo chiarimento qui, ed è la nozione di scelta di ravvedersi o scelta di credere. Quando vediamo per la prima volta il ravvedimento nel vangelo di Matteo, in Matteo 3, Giovanni Battista non lo offre come una scelta. Lo offre come un comando. Dice: “Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Questa non è una scelta. È un comando. Quando Gesù interviene, in Matteo 4, e ha lo stesso messaggio che Giovanni stava dando, dice la stessa cosa: “Ravvedetevi”. Non ne fa una scelta. È un comando. Quindi, ci viene comandato di ravvederci, il che significa di allontanarci dal nostro peccato. Ci viene comandato di credere, che significa mettere la nostra fede e la nostra fiducia in Cristo solo per la nostra salvezza. Se non obbediamo, se non ci ravvediamo e non abbiamo fiducia, allora la Bibbia è molto chiara: avremo una punizione eterna. Saremo separati da Dio per l’eternità. Ma se obbediamo e ci ravvediamo e crediamo e mettiamo la nostra fede in Cristo, allora la Bibbia è anche molto chiara: avremo la vita eterna.

 

Quindi ora il problema non è accordare la scelta e l’elezione, cioè la nostra scelta e la scelta di Dio, e come si conciliano? In realtà si tratta di porre la domanda: Dio è giusto? Questo è ciò che sta alla base di questa domanda. Dio è giusto nella dottrina dell’elezione? Bene, abbiamo Romani 9 per rispondere a questo. Vi incoraggerei sicuramente ad andare a studiare Romani 9, e lì vediamo questa domanda posta in modo molto diretto. È giusto da parte di Dio scegliere alcuni pezzi di argilla per farne vasi, vasi che siano utili e vasi che siano suoi? È giusto da parte di Dio, da quello stesso pezzo d’argilla, fare vasi per la perdizione? Paolo risponde con un sonoro “Sì, Dio è giusto in questo”.

 

Mentre pensiamo a questo, uno dei testi a cui mi piace tornare è Giovanni 15:16. Qui, Gesù dice ai discepoli – di nuovo, vi incoraggio a studiare anche questo – qui, Gesù dice ai discepoli: “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi”. Ora, se torniamo indietro e guardiamo alla chiamata di Matteo, aveva una scelta per alzarsi dal suo posto di esattore delle tasse e seguire Gesù? Potremmo pensare che l’abbia fatto. Potremmo guardare a questo e pensare, sì, avrebbe potuto sedersi lì e rimanere lì, o avrebbe potuto alzarsi. Ma poi arriva Gesù e ci dice, e guarda direttamente Matteo in Giovanni 15 e dice: “Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi”.

 

La dottrina dell’elezione è un mistero. Non c’è dubbio. A volte ci confonde nella comprensione, ma è biblica. Quindi, dobbiamo attenerci a queste due verità. Dio ci ha scelti e ci è stato comandato di ravvederci e di credere.

 

 

 

Traduzione di Andrea Lavagna

 

 

Tematiche: Elezione e predestinazione, Teologia, Vita Cristiana

Stephen Nichols

Stephen Nichols

 

(PhD, Westminster TheologicalSeminary) è presidente del ReformationBible College e responsabile accademico dei Ligonier Ministries. Ha scritto oltre venti libri ed è redattore della serie Theologians on the Christian Life. Conduce inoltre il podcast settimanale 5 Minutes in Church History

Stephen J. Nichols è l’autore di BibleHistoryABCs: God’s Story from A to Z.

 

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