Come sapere se la politica è diventata un idolo per te

 

Avete considerato che potreste avere l’idolo della politica nella vostra vita?

 

Eccoci di nuovo, ho pensato. La domanda non mi ha sorpreso. La caccia all’idolo, dopo tutto, è uno dei passatempi preferiti dai miei fratelli evangelici. Sono stato colto alla sprovvista dal potenziale idolo.

 

È certamente possibile che io abbia fatto dei danaro un idolo. E confesserei a malincuore che spesso ho fatto anche della comodità o della sicurezza un idolo . Mia moglie potrebbe dire che ho fatto del mio smartphone un idolo, dato che lo fisso sempre in uno stato di assolta adorazione e obbedienza. Ma anche un idolo per la politica? Come può essere? Odio la politica. Considero la politica, nella migliore delle ipotesi, un male necessario, non qualcosa che metterei davanti a Dio.

 

Eppure la domanda era difficile da rimuovere e resa più difficile da ignorare, dato che proveniva dalla mia testa e dal mio cuore.

 

Tuttavia, pensavo di poter rispondere in negativo, così ho creato una serie di domande per testare questa teoria sulla mia idolatria.

 

Prima di arrivare alle domande, però, permettetemi di chiarire una preoccupazione che potreste avere. A questo punto molti lettori pensano che questo articolo non riguardi affatto me, ma che sia piuttosto un mezzo passivo-aggressivo per far ammettere agli altri (almeno a se stessi) di essere stati loro ad aver fatto un idolo della politica. Permettetemi di assicurarvi che non è così. Non è che io sia al di sopra di tale pressione, che sia passivo-aggressivo o solo aggressivo-aggressivo. Certo, non sarei contrario a scrivere un articolo del genere se pensassi che potrebbe funzionare. Ma, ho imparato negli ultimi anni, che non funzionerebbe. Quasi nessuno è disposto ad ammettere di aver fatto della politica un vero idolo, me compreso.

 

Ecco perché ho iniziato a creare una lista di domande idolatriche che pensavo mi avrebbero dato ragione.

 

21 Domande da considerare

 

  1. Avete sentito il nome di un esponente politico oggi più di quanto non abbiate udito quello di Gesù?

 

  1. Hai passato più tempo oggi a pensare al presidente (o a un altro politico) di quanto tu abbia pensato al Creatore dell’universo?

 

  1. Hai passato più tempo ascoltando parlare di politica sui social media, parlare alla radio, telegiornali, ecc… di quanto tu abbia passato nella Parola di Dio o con i media evangelici?

 

  1. Quando scopro che un fedele non è d’accordo con le mie preferenze politiche, faccio delle supposizioni sul loro livello di santificazione e sul loro impegno per Gesù sulla base della loro affiliazione politica?

 

  1. Mi giustifico continuamente per il fatto che sostengo determinate politiche o esponenti politici, anche se so che minano la mia testimonianza evangelica?

 

  1. Mi giudico forse con nobili motivazioni quando si tratta di politica, eppure presumo il peggio sulle persone che si trovano dall’altra parte del divario politico?

 

  1. Cerco scuse per giudicare il mio comportamento empio quando si tratta di politica, piuttosto che chiedere perdono a Dio?

 

  1. Sono diventato più ossessionato dal raggiungimento di un risultato politico specifico di quanto non lo sia invece il condurre le persone a Cristo?

 

  1. Sono più disposto a permettere che si verifichi un’ingiustizia piuttosto che a subire un’ingiustizia?

 

  1. Posso veramente dire che le mie scelte e preferenze politiche sono formate e coerenti con uno standard etico biblico?

 

  1. Tento di giustificare la mia politica sulla base del “realismo” della rivelazione generale (per esempio, che a volte dobbiamo scendere a compromessi) piuttosto che sulla realtà come rivelata in una rivelazione speciale (per esempio, ” Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato”, Giacomo 4:17)?

 

  1. Tento di giustificare la mia politica sulla base del “realismo” della rivelazione generale (per esempio, che a volte dobbiamo scendere a compromessi) piuttosto che sulla realtà come rivelata in una rivelazione speciale (per esempio, “Così chi sa la cosa giusta da fare e non la fa, per lui è peccato”. – Giacomo 4:17)?

 

  1. Quando prego (a malincuore) per i politici con i quali non sono d’accordo, prego soprattutto che perdano le prossime elezioni o che non riescano ad acquisire potere e influenza politica?

 

13 Ho più probabilità di essere plasmato dalle opinioni politiche di un conoscente su Facebook che dalle parole ispirate della Scrittura?

 

  1. Troverei più facile recitare i nomi di 12 candidati alle elezioni che i 12 discepoli o le 12 tribù di Israele?

 

  1. Le mie conversazioni di oggi sono state più incentrate sulla politica che sul Vangelo?

 

  1. Le mie parole e le mie azioni rivelano che sono più preoccupato per il modo in cui i cristiani voteranno che per il fatto di godere della comunione di Dio?

 

  1. In base ai miei pensieri e alle mie azioni di oggi, sembra che io sia più preoccupato per i prossimi quattro anni che per l’eternità?

 

  1. Sono stato disposto a sorvolare quando i politici che stanno dalla mia parte dicono di essere cristiani eppure agiscono in modi che portano disonore a Cristo?

 

  1. Sono più preoccupato del pragmatismo politico che dell’obbedienza ad ogni comando di Cristo?

 

  1. Le mie preoccupazioni sui possibili risultati politici dimostrano che non posso veramente confidare nel fatto che Dio sia sovrano sulle nazioni?

 

  1. Sono più offeso da queste domande (e dalle mie risposte oneste) che da come esse rivelano la mia idolatria?

 

La soluzione proposta da Paolo

 

Mi ero prefissato di creare 20 domande, e ho aggiunto la numero 21 solo dopo che è apparsa evidente la mia reazione a livello intestinale. Di queste 21 domande, ce n’è solo una che posso dire onestamente che non mi riguarda direttamente (la n. 13, e solo perché non seguo nessuno su Facebook che parla di politica). Non è un risultato che avrei previsto. E non è una situazione che voglio affrontare, soprattutto durante le elezioni.

 

Nei prossimi nove mesi sarò costretto a pensare (e, a volte, a scrivere) sulla politica e sui politici. Come posso farlo senza lasciare che diventi un idolo? Fortunatamente, l’apostolo Paolo fornisce una risposta in 1 Corinzi 10.

 

In primo luogo, devo riconoscere che questa forma di idolo non è una nuova tentazione al peccato (“Nessuna tentazione vi ha finora colti se non umana” (v. 13a). In secondo luogo, devo riconoscere che ho il potere di Dio dentro di me di superare questa particolare tentazione (“Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, v. 13b). In terzo luogo, non ho scuse per non affrontare la politica in modo non idolatrico (“ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita, affinché la possiate sostenere”, v. 13 c). E infine, devo semplicemente correre nell’altra direzione, lontano da questo idolo e verso Dio (v. 14 “Perciò, miei cari, fuggite dall’idolatria”).

 

Riflettendoci, questi passi sembrano piuttosto realizzabili, forse anche facili. Sono certamente molto più facili che ammettere la mia idolatria della politica. Ma ora che ho fatto questa confessione, sento che mi è stato tolto un peso. Per questo condivido queste domande, nella speranza che anche qualcun altro possa trovarle utili. Come Paolo, tutto quello che posso aggiungere è: “Io parlo come a persone intelligenti; giudicate voi ciò che dico” (v. 15).

 

Tematiche: Idolatria, Politica

Joe Carter

Joe Carter 

 

E’ redattore di The Gospel Coalition, redattore NIV Lifehacks Bible e co-autore How to Argue Like Jesus: Learning Persuasion from History’s Greatest Communicator. Serve come anziano alla chiesa Grace Hill a Herndon, Virginia. Puoi seguirlo su Twitter.

© thegospelcoalition.org, © Coram Deo

Il presente articolo può essere utilizzato solo facendone previa richiesta a Coram Deo. Non può essere venduto e non si può alterare il suo contenuto.