Formare la loro immaginazione morale attraverso storie buone

 

 

 

Nathan avrebbe potuto gestire diversamente la sua resa dei conti con Davide, avrebbe potuto dire al re che sapeva tutto su Betsabea e Uria; avrebbe potuto citare i dieci comandamenti.

Invece, raccontò al re Davide una storia.

La storia che raccontò Nathan, del pover’uomo con l’agnello da compagnia, catturò l’immaginazione di Davide. Forse anche lui ebbe il proprio agnello preferito durante i suoi giorni da pastore. Poteva immaginare come ci si sentiva ad avere un bene prezioso strappato via da qualcuno che aveva più che abbastanza e non avrebbe mai potuto apprezzare il valore di ciò che era stato rubato, perciò la sua immaginazione coinvolse le sue emozioni e la storia lo fece arrabbiare.

 

Nel momento in cui Nathan giunse alla grande scoperta – “Tu sei l’uomo!” – Davide era emotivamente coinvolto; fu disgustato dall’efferatezza del peccato dell’uomo ricco prima di rendersi conto che era il peccato che scaturiva dal suo stesso cuore. E si pentì.

 

Il racconto di questo confronto mostra come le storie possono essere al servizio dei propositi di Dio, facendo sentire ai nostri cuori il sentimento che dovrebbero avere nei confronti del peccato. Le storie, sia tratte dalla Bibbia, sia tratte dalla storia o inventate dall’immaginazione di qualcuno, sono degli aiuti potenti al fine della formazione di una morale.

 

La formazione morale non è moralismo

Prima di prendere in considerazione come le storie contribuiscano alla formazione della morale, forse dovremmo fare un passo indietro e chiederci che cosa significhi formazione della morale. Se esistesse una parolaccia nel mondo evangelico riformato, questa sarebbe “moralismo”. Noi giustamente contrapponiamo il moralismo al Vangelo; il moralismo è una forma di auto-salvezza attraverso la quale seguiamo la legge e ci rendiamo degni dell’amore di Dio, mentre il Vangelo è la buona novella che racconta che mentre eravamo peccatori, Cristo ha pagato per i nostri peccati sconfiggendo la morte, e ci porterà a vivere con Lui per l’eternità. La salvezza è per grazia, mediante la fede, e nulla di ciò che possiamo fare può guadagnare l’amore di Dio; esso ci viene dato a motivo di ciò che Cristo ha fatto per noi.

 

Dovremmo indietreggiare al richiamo del moralismo, sì, ma non alla formazione della nostra moralità. Per capire anche solo la differenza tra il moralismo e il Vangelo, bisognerebbe capire cosa sia il peccato. Senza una qualche comprensione di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, non conosceremmo il bisogno di un Salvatore.

 

“Dovremmo indietreggiare di fronte al moralismo, sì, ma non alla costruzione di una morale”

Semplicemente, oltre a fornire ai bambini una comprensione della loro necessità della salvezza, la formazione della morale ci aiuta a imparare a vivere come vuole il nostro Creatore. La formazione della morale implica insegnare ai bambini che non possono fidarsi dei loro sentimenti per determinare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, in quanto Dio ci ha dato dei comandamenti per mostrarci ciò che è buono, e questi dovrebbero guidare la nostra vita. Non potremmo mai adempiere perfettamente alla Sua legge morale, eppure seguire i Suoi comandamenti, con la forza dello Spirito Santo, reca gioia a noi e a Lui (1 Tess. 4:1).

 

Alcune storie sono meramente moralistiche, in una tal maniera che ciò ostacola, piuttosto che promuovere, la formazione di una morale. Le storie in cui il bene è sempre premiato e il male è punito in modo sicuro non riflettono la realtà del mondo; così allo stesso modo, è improbabile che le storie che presentano solo personaggi che fanno ciò che è giusto siano utili per promuovere la crescita morale di un bambino, in parte perché tali storie risultano noiose. (Nella maggior parte dei casi, i genitori non devono temere che i bambini prendano cattive idee dai personaggi cattivi di cui leggono. I bambini sono sufficientemente in grado di farsi venire idee cattive da sé).

 

Al contrario, le storie che aiutano la formazione di una coscienza morale non dividono rigorosamente i personaggi in buoni e cattivi. Spesso, mostreranno i personaggi “buoni” (quelli con cui ci identifichiamo e per cui facciamo il tifo) prendere decisioni sbagliate per poi pentirsene. Questo tipo di narrazione è del tutto compatibile con il Vangelo e aiuta i bambini a comprendere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, esattamente come il pentimento e la riconciliazione.

 

Le storie ci aiutano a sentire come dovremmo

Quando si tratta di formazione morale e spirituale, le storie ci aiutano in modo univoco a vedere e sentire i veri effetti del peccato.

 

  1. C. S. Lewis ha scritto come le storie, proprio come le sue Cronache di Narnia, possono aiutare i bambini a comprendere le verità della fede ad un livello più profondo:

 

“Vidi come storie di questo tipo potevano superare una certa inibizione che aveva paralizzato gran parte della mia stessa religiosità durante l’infanzia. Perché trovavamo così difficile riuscire a sentire ciò che si diceva di dover provare riguardo a Dio o alle sofferenze di Cristo? Pensavo che la ragione principale fosse che ci era stato detto che dovevamo farlo in quanto l’obbligo di dover percepire può congelare i sentimenti, e la devozione stessa ha fatto danni. L’intero argomento era accompagnato da voci basse, quasi come se si trattasse di qualcosa di medico, tuttavia supponiamo che gettando tutte queste cose in un mondo immaginario, decontestualizzandole dalle riunioni in chiesa o alla scuola domenicale, si possa farle apparire per la prima volta nella loro reale forza? Non si potrebbe così superare quei guardiani? Io pensavo di sì”.

 

Se chiedeste a un bambino di 10 anni, cresciuto in una comunità cristiana, se è un male rinnegare Cristo, probabilmente darebbe la risposta giusta, eppure se gli leggeste Il leone, la strega e l’armadio, sperimenterebbe il tragico tradimento di Aslan da parte di Edmund, seguito dal suo rimorso e dalla sua redenzione; la storia espanderebbe la sua immaginazione morale a tal punto che “rinnegare Cristo” (o Aslan) risulterebbe meno astratto.

 

Allo stesso modo, leggere i romanzi di Charles Dickens, comporta sviluppare una sana paura del debito. Potete sedervi e fare un po’ di conti con un adolescente o un giovane adulto, e lui capirà intellettualmente che vivere al di sopra dei propri mezzi non è saggio; ma se leggesse Great Expectations e vedesse Pip scivolare nella delinquenza finanziaria, avrebbe una comprensione emotiva dei pericoli legati ai debiti.

 

Avere un’immaginazione morale sviluppata non significa che bambini o adulti faranno necessariamente la scelta giusta di fronte alle tentazioni, ma significa avere ulteriori mezzi per combattere le bugie del mondo, della carne e del diavolo.

 

Le storie sono trampolini di lancio per discutere

Anche dopo che un libro è stato richiuso, un bambino rivivrà una storia più e più volte nella sua immaginazione perché i bambini ricordano ciò che è stato letto loro, e le storie possono essere citate in seguito quando sono attinenti. (“Era meglio per Woody quando era geloso di Buzz Lightyear o quando era suo amico?” o “Quando ti lamenti così, sembri proprio Ih-Oh!)

 

Molti genitori, hanno vissuto l’esperienza di arrivare a metà lettura ad alta voce di un libro della biblioteca solo per rendersi conto che il libro sta insegnando una visione del mondo contraria alle Scritture. In tal caso, piuttosto che sbattere il libro in faccia o fingere di non averlo mai letto, iniziate una conversazione con vostro figlio su ciò che il libro dice e su come differisce dalla verità di Dio. I bambini incontreranno visioni del mondo non scritturali per il resto della loro vita; non c’è motivo di aspettare a insegnare loro il discernimento durante la lettura.

 

“Essere fedeli a se stessi e a nessun altro è il messaggio dominante che la nostra cultura invia ai bambini. Rara è la chiamata al sacrificio e a mettere gli altri prima di se stessi”

 

Mosè comandò ai genitori di insegnare assiduamente i comandamenti di Dio ai loro figli “quando siedi in casa tua, quando cammini per strada, quando ti corichi e quando ti alzi” (Deut. 6:7). Non dobbiamo limitare le nostre conversazioni sulla verità di Dio alle riunioni di famiglia; portatele durante i momenti delle storie in biblioteca, durante i viaggi in macchina ascoltando gli audiolibri e quando leggete ad alta voce prima di dormire.

 

 

Combattere il fuoco con il fuoco

Sia che i loro genitori lo vogliano o meno, tutti i bambini vengono formati a livello morale dalle storie che leggono e ascoltano; sfogliate gli scaffali dei libri illustrati di una biblioteca o di un negozio, e troverete un libro dopo l’altro che insegna il relativismo morale, la fluidità dell’identità di genere e l’espressività individuale.

 

Per esempio, Red: A Crayon’s Story è il racconto coinvolgente di un pastello che scrive solo in blu anche se tutti gli altri insistono che dovrebbe scrivere in rosso, alla fine, scopre che è stato etichettato con l’etichetta sbagliata e per questo, per tutto il tempo, fu un pastello blu. Il libro è un attacco leggermente velato alla convinzione che il sesso e il genere sono determinati dalla biologia. Oppure, prendete Not Your Typical Dragon di Dan Bar-el, una storia che parla di un drago che trova la libertà, scrollandosi di dosso le aspettative di tutti quelli che lo circondano per rimanere fedele a se stesso.

 

Essere fedeli a se stessi e a nessun altro è il messaggio dominante che la nostra cultura invia ai bambini, rara è la chiamata al sacrificio o a mettere gli altri prima di noi stessi. Al contrario, i genitori cristiani dovrebbero formare i loro figli ad amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo come se stessi.

 

La chiamata a educare i bambini ad amare Dio e odiare il peccato viene scoraggiata, per questo dobbiamo avvalerci di tutto l’aiuto che possiamo ottenere, anche se saremo molto più efficaci nel raggiungere le loro menti e i loro cuori se plasmiamo consapevolmente la loro immaginazione morale tramite storie belle.

 

Traduzione a cura di Yuni Akermi

 

 

Tematiche: Bambini, Cultura e Società, Figli, Vita Cristiana

Betsy Childs Howard

Betsy Childs Howard

Scrive per The Gospel Coalition. In precedenza ha lavorato alla Beeson Divinity School. È autrice di Seasons of Waiting: Walking  by  Faith When Dreams Are Delayed (Crossway, 2016) e dei libri per bambini Arlo and the Great Big Cover-Up e Polly and the Screen Time Overload. Betsy vive con la sua famiglia a Manhattan, dove suo marito, Bernard, è il pastore della Chiesa anglicana del Buon Pastore.

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