Genitori, non risparmiate la verga del conforto

 

 

Ti punisco perché ti amo. Ti rimprovero perché sei mio figlio.

 

Ho sentito queste parole anni fa quando mio marito punì nostro figlio maggiore per la prima volta.
Piansi nella stanza accanto!

È stato un giorno di dolore immenso – e crescita – per noi che eravamo giovani genitori. Insegnando a nostro figlio come obbedire, imparavamo anche noi a obbedire al nostro Padre celeste. Ma è stata dura!!!

Nessun libro, canzone o idea può portare i nostri figli più vicini a Dio se i genitori non cercano di conformarsi all’immagine di Cristo.
Siamo testimoni di Dio per i nostri figli, facce visibili per il nostro Dio invisibile.

Ai genitori è data la verga – cioè la disciplina dei figli – come mezzo speciale per testimoniare loro dell’amore di Dio. “Poiché il Signore riprende colui che Egli ama, come un padre il figlio che gradisce” (Proverbi 3:12).

Allo stesso modo, ci è ordinato di amare i nostri figli, educandoli: “Chi risparmia la verga odia suo figlio, ma chi lo ama, lo corregge per tempo” (Proverbi 13:24). E ci è ordinato di riprenderli perché in ciò “c’è speranza” (Proverbi 19:18).

 

La verga della speranza

Il Libro dei Proverbi m’istruisce a disciplinare i miei figli, ma il Salmo 23 mi dà la forza per farlo. Leggo sempre questo famoso salmo per avere forza.

Davide inizia il Salmo 23 descrivendo Yahweh, il suo Pastore, colui che provvede, conduce, ristora, e guida la pecora. Davide, la pecora, cammina nella “valle dell’ombra della morte” (verso 4). Le valli di solito sono considerate come posti difficili in cui vivere.

Che cosa rende le valli così difficili? “L’ombra della morte” è una parola ebraica e nei Profeti e in Giobbe è tradotta come “profonde tenebre”. Questa è un’immagine di morte.

Quattro volte nei salmi questa parola descrive posti senza vita. Per due volte nel Salmo 107, l’ombra della morte è la dimora di coloro che si sono ribellati contro Dio e hanno rigettato la sua Parola (versi 10, 14). La profonda oscurità è in forte contrasto con posti in cui regnano luce, vita e libertà.

Il concetto di “cammino” nelle Scritture delinea uno stile di vita. Il libro dei Salmi si apre con una persona che cammina: “Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi” (1:1).
Nel Salmo 23, il Pastore conduce la sua pecora in luoghi di vita e sicurezza – verdi pascoli, acque calme, sentieri di giustizia. E allora, Davide dice “cammino”. In contrasto col pastore, il primo atto della pecora è di camminare attraverso “la valle dell’ombra della morte.”
E anche qua, nelle tenebre profonde, Davide è rassicurato. “Io non temerò alcun male, perché tu sei con me”.
Attraverso la verga e il bastone del pastore, la pecora sa che egli è vicino a lei. Davide sa che la verga della disciplina di Dio ristorerà la sua anima e lo riporterà al sicuro: “Il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza”.

 

Lo scopo della disciplina di Dio è di salvarci dall’eterna valle dell’ombra della morte. La ragione della disciplina di Dio è l’amore. Sicuramente, la disciplina è il segno dell’essere figli di Dio (Ebrei 12:7-8: “Se voi sostenete la correzione, Dio vi tratta come figli; qual è infatti il figlio che il padre non corregga? 8 Ma se rimanete senza correzione, di cui tutti hanno avuta la parte loro, allora siete dei bastardi e non dei figli”). Egli ci corregge per liberarci dalla condanna “affinché siamo partecipi della sua santità” (I Corinzi 11:32; Ebrei 12:10). La volontà del Padre per i suoi figli è di conformarli all’immagine del Figlio (Romani 8:28-29).

Dio rimproverò Davide in due modi: tramite il dolore e la perdita. Egli lo disciplinò causandogli dolore fisico, e consumando ciò che gli era caro (Salmo 38:1-6; 39:10-11). L’amore dice no alla concupiscenza della carne, alla concupiscenza degli occhi e alla superbia della vita (1 Giovanni 2:16).

La verga è un conforto per il popolo di Dio perché rivela la Sua fedeltà. Quando egli ci corregge, le sue istruzioni ci assicurano che noi siamo le sue pecore. Non siamo soli.

 

 

“Guarda”, e non “comportati bene”

Siamo testimoni dell’amore del Buon Pastore quando correggiamo i nostri figli. Ancora una volta, siamo le facce visibili del nostro Dio invisibile. Stiamo dicendo “Guarda!” e non solamente “Comportati bene!” Guarda, questo è amore. Io ti amo e per questo non ti lascerò nella tua disobbedienza.

Ho frequentato la scuola pubblica in Malesia, dove i maestri punivano liberamente gli studenti. Questo non è amore.

La disciplina divina è senza disprezzo: “Poiché il Signore riprende colui che Egli ama, come un padre il figlio che gradisce” (Proverbi 3:12). Comunichiamo ai nostri figli che li amiamo, anche se li stiamo riprendendo?

La disciplina e l’amore dovrebbero sempre andare insieme, quindi, dobbiamo parlare con voce ferma ma gentile. Ma rispettiamo i nostri figli portandoli in posti tranquilli, lontano dallo sguardo degli altri. Li correggiamo e li amiamo allo stesso momento – perché questo è amore.

Chi ti ha portato al parco oggi? Chi ti ha rialzato quando sei caduto? Mi è piaciuto così tanto cucinare i biscotti con te. Sono orgogliosa di te. Fa molto male alla mamma quando tu disobbedisci a Dio.

L’amore vuole ristorare, mai distruggere! L’amore pone l’interesse del nostro bambino prima del nostro. L’amore è sacrificio. L’amore è paziente e benevolo. L’amore si addolora del peccato.
La disciplina divina “produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa” (Ebrei 12:11).
Quindi la disciplina divina non vuole punire, ma vuole ristorare.

 

Una mano ferita

L’amore richiede altruismo e autodisciplina. Come il Buon Pastore ha dato la vita per le sue pecore, così noi dobbiamo dare la nostra vita per i nostri figli (Giovanni 10:11; Giovanni 3:16).

Crescere dei figli richiede prontezza per abbandonare i nostri piani e accettare con coraggio quello che a volte possiamo percepire come “interruzioni”. È molto più facile chiudere un occhio, specialmente quando siamo in compagnia o quando siamo in chiesa, ma l’amore richiede sacrifici e fedeltà.

Senza dubbio il costo della disciplina diligente è alto (“Chi risparmia la verga odia il proprio figlio, ma chi lo ama lo corregge per tempo”. Proverbi 13:24). Crescere i nostri figli rivela le nostre inadeguatezze, debolezze e incompetenze. Posso chiaramente vedere i miei fallimenti, il mio orgoglio e i miei giudizi sbagliati. Non desidero essere santa come dovrei. Lo scoraggiamento del genitore può diventare a volte profonda oscurità.

Ma anche qua, nonostante tutto, il Pastore è con me. Il Suo bastone e la Sua verga mi danno conforto. Egli mi fa provare il dolore e colpisce il mio orgoglio non per punirmi, ma per la mia santità. Il Signore mi disciplina anche quando io correggo i miei figli.

 

A volte, quando siamo al trono della disciplina di Dio, ci dimentichiamo le ferite sulle mani del Buon Pastore perché ci concentriamo solo sulla verga. Dimentichiamo la Sua tenera cura verso di noi. Quando eravamo peccatori, il Pastore ha “portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno di croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le sue lividure siete stati guariti.” (I Pietro 2:24).

Guarda, questo è amore!

 

Non possiamo cambiare i cuori, ma la nostra fiducia resta in Dio. Il Suo amore per i nostri figli supera di gran lunga il nostro. Egli ci corregge e noi confidiamo nella sua autorità e obbediamo per fede. E gridiamo al nostro gran Pastore:

Noi siamo tuoi, diventa nostro amico,
Guarda il nostro cammino,
Controlla il tuo gregge, difendici dal peccato,
Vienici a cercare quando andiamo fuori rotta.

 

 

(Traduzione a cura di Gloria Leccese)

 

 

 

Tematiche: Adolescenza, Bambini, Conflitti, Crescita spirituale, Famiglia, Figli, L'amore di Dio, Vita Cristiana

Irene Sun

Irene Sun ha studiato teologia dell’Antico Testamento al Trinity Evangelical Divinity School e letterature del mondo alla Yale University. Fa da insegnate ai suoi bambini a casa ed è sposata con Hans, studente di teologia e pastore nell’area di Chicago. Il suo blog si chiama By the waters.

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