Hai compreso correttamente Giovanni 3:16?

 

Giovanni 3:16 può essere o meno il versetto più familiare di tutta la Bibbia, ma sicuramente è il più abusato e meno capito.

Il versetto è così noto che da solo è considerato da alcuni come la proclamazione sufficiente del Vangelo.

 

Tuttavia gli arminiani isolano la frase “Dio ha tanto amato il mondo” dal suo contesto e la utilizzano come argomento per sostenere l’espiazione universale, ossia che la morte di Cristo rende possibile la redenzione per tutti.

Gli universalisti più estremi usano lo stesso argomento andando ben oltre. Rivendicano il fatto che il versetto prova che Dio ama tutti quanti esattamente allo stesso modo, e che tutti saranno quindi salvati, come se Giovanni 3:16 negasse tutte le avvertenze bibliche relative alla condanna degli empi increduli.

 

Pensare in tal modo ci porta a sbagliare completamente il bersaglio

Il contesto immediato produce l’equilibrio necessario: “Chi non crede già è condannato, perché non crede nel nome dell’Unigenito Figli di Dio” (v. 18).

Certamente, questa è una verità che abbiamo bisogno di proclamare alla nostra generazione con passione ed urgenza, tanto quanto il messaggio dell’amore e della misericordia di Dio.

 

Oltre a questo, Giovanni 3:16 non tratta dell’estensione dell’espiazione, ma il versetto è una dichiarazione relativa alla grandezza dell’amore di Dio.

Qui è rivelata una profonda meraviglia: Dio ha amato “il mondo” (questo regno perverso dell’umanità caduta) in tal modo che ha sacrificato il suo Figlio Unigenito per pagare il prezzo della redenzione per tutti coloro che credono in lui.

 

L’apostolo Giovanni fu colpito dalla magnitudine dell’amore di Dio e delle su implicazioni.

Lui ha evidenziato così frequentemente questo concetto che è stato nominato “l’apostolo dell’amore”.

L’osservazione di 1 Giovanni 3:1 commenta in modo appropriato il punto centrale di Giovanni 3:16 : “Guardate che grande amore ci ha concesso il Padre, a punto di essere chiamati figli di Dio”.

 

La semplicità del linguaggio è proporzionata alla profondità della verità: “Guardate che grande amore”.

Giovanni non impiega una dozzina di aggettivi perché nemmeno tutti i superlativi del linguaggio umano potrebbero dichiarare tutta la verità.

Pertanto lui si limita semplicemente a focalizzare la nostra attenzione sulla sua indescrivibile meraviglia.

 

L’apostolo Paolo fu accattivato dalla stessa verità: “Ma Dio prova il suo amore per noi in questo: che Cristo è morto per noi ancora quando eravamo peccatori” (Romani 5:8).

Quando l’apostolo Pietro menziona “queste cose che gli angeli desiderano perscrutare” (1 Pietro 1:12), una delle questioni principali alla quale sta pensando è il perché Dio riserva il Suo amore all’umanità caduta.

Perché Dio avrebbe scelto di amare gli esseri umani finiti, caduti e peccatori al costo della vita del suo proprio Figlio?

Perché Dio non si limita appena a scartarci come peccatori miserabili, farci obiettivo della Sua ira e manifestare la sua gloria nel giudizio contro di noi?

 

È un mistero che perfino gli angeli trovano sconcertante

Solamente gli esseri umani caduti possono ricevere la misericordia divina: “poiché Lui, evidentemente, non soccorre gli angeli, ma soccorre la discendenza di Abrahamo” (Ebrei 2:16).

Dio non ha risparmiato la vita agli angeli quando hanno peccato, anzi, li ha lanciati nell’inferno, confinandoli  nell’abisso di tenebre, riservandoli al giudizio” (2 Pietro 2:4).

 

Avendoci redenti e garantendo la nostra entrata in Cielo, non avrebbe potuto assegnarci una posizione inferiore?

Ma invece, Dio ci ha fatti co-eredi con Cristo.

Di fatto, Dio ci ha donato il suo meglio.

Lui ha concesso al suo popolo la sua benedizione inestimabile ed eterna, la maggiore in tutto l’universo:

il suo Figlio amato.

Pertanto, possiamo confidare con certezza assoluta che Dio non ci negherà nessun’altra cosa buona (Romani 8:32).

 

Hai mai riflettuto veramente sul grande mistero di questo amore?

Del perché il più grande amore di Dio non è concesso agli angeli che non sono caduti e che fedelmente, durante i secoli, si sono dimostrati leali nell’amore e nell’adorazione per Dio il Creatore?

In fin dei conti, perché Dio ci amerebbe e addirittura pagherebbe un prezzo così alto per dimostrarci il suo amore?

 

Francamente la risposta a queste domande ancora è un mistero

È una meraviglia immensa ed incomprensibile.

Oltre al fatto che il suo amore per i peccatori risulterà in gloria a Lui, non sappiamo del perché Dio sceglie di amare peccatori caduti.

Devo confessare, insieme a ogni vero figlio di Dio, che io non so perché Dio ha scelto di amarmi.

Sicuramente non perché mi considera meritevole del suo amore.

In altre parole, le ragioni dell’amore di Dio devono essere cercate solamente nella sua persona, non in coloro che Lui ama.

 

Questa è una grande verità che ci impone un’attitudine di grande umiltà

L’amore di Dio è concesso liberamente e con grazia, è immeritato nonostante ogni buona opera che possiamo fare.

 

La vanagloria è esclusa (Romani 3:27). Non c’è posto per l’orgoglio umano nella dottrina dell’amore di Dio, ma c’è posto solo per una sobria umiltà, per una profonda gratitudine e per una serena reverenza di un cuore fedele ed ubbidiente.

 

 

Traduzione a cura di Manuel Morelli

 

Tematiche: Amore di Dio, Gesù Cristo, Grazia, Interpretazione, Verità

John MacArthur

John MacArthur

Nato nel 1939 a Los Angeles, è il pastore-insegnante della Grace Community Church a Sun Valley, California, oltre che autore, conferenziere, rettore dell’Università e del Seminario del Master e docente con il ministero Grace to You.

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