In che modo leggere le storie, aiuta i bambini ad amare la verità

 

Crescere i bambini è un compito enorme, soprattutto in considerazione di quanta conoscenza dobbiamo trasmettere loro prima che vadano fuori casa. Voglio che i miei sei figli conoscano l’amore di Dio e che desiderino realizzare la Sua visione per le loro vite. Voglio che sappiano che sono amati. Questo è solo l’inizio.

 

Per esempio, voglio che i miei figli sappiano che il coraggio non è assenza di paura… è la decisione di agire giustamente anche di fronte alla paura. Posso farli sedere e spiegare loro questo concetto, posso dare la definizione della radice latina della parola, cor (cuore) e dire che coraggio significa farsi animo e comportarsi con coraggio quando le probabilità sono contro di te. Possiamo ragionare sui modi di dimostrare coraggio nella vita di tutti i giorni: presentarci alla nuova famiglia per strada o affrontare serenamente il trapano del dentista. Per tali attività c’è in qualche modo bisogno di coraggio, ma non del tipo che accelera il battito cardiaco dell’eroe in me. Sono assolutamente certo che non ispirerebbe i miei figli.

 

Il problema, ovviamente, è che è una lezione noiosa. Non voglio che il mio più grande atto di eroismo sia superare la timidezza o farmi fare un’otturazione. Sono stato fatto per ben altro. I miei figli? Anche loro.

 

Se invece di sedermi con i miei figli per ripassare questa lezione, me li coccolassi sul divano iniziando a leggere la Saga di Wingfeather? Ci uniremmo ai bambini Igiby nell’affrontare i temibili dentoni del mostro, andando in profondità dentro di loro per trovare ciò di cui hanno bisogno per vivere come gioielli della corona di Anniera, affrontando difficoltà insormontabili con una tenacia che non sapevano di avere. Ci perderemmo nella storia e saremmo diretti testimoni di ciò che sembra essere veramente coraggioso. Vedremmo che, senza mezzi termini, non può esserci coraggio senza avversità o virtù senza la tentazione di scappare. Non può esserci onore quando non c’è opportunità per il peccato.

 

Il coraggio di un eroe inizia a battere debolmente, silenziosamente nei nostri cuori, diventando sempre più costante mentre camminiamo attraverso la storia con Janner, Tink e Leeli, mentre viviamo indirettamente come prescelti, chiamati a fare un percorso sempre più difficile.

 

Una volta ho sentito Andrew Peterson, autore della saga di Wingfeather, dire: “Se vuoi che un bambino sappia la verità, digli la verità. Se vuoi che un bambino ami la verità, raccontagli una storia.”

 

Non vogliamo che i nostri figli crescano e affrontino le avversità chiedendosi: ho quello che serve?  Vogliamo che loro sappiano che le loro vite valgono e che siano stati testimoni di così tanti eroi che vivono con integrità e che combattono le loro debolezze e di cui si fidano essendo certi di fare la cosa giusta, anche quando nessuno sta guardando. Vogliamo che si schierino come guerrieri. Dimentica di chiederti: ho quello che serve? Vogliamo che chiedano, che tipo di eroe diventerò?

 

Fare le domande giuste.

Quando abbiamo letto Bud, Non Buddy di Christopher Paul Curtis, i miei figli si sono trovati di fronte alla domanda “Cosa faresti se fossi chiuso a chiave per una notte in una capanna come Bud?” Avrebbero dovuto chiedersi se fossero stati coraggiosi o positivi come Bud nei giorni bui della Grande Depressione. Dal momento che i miei figli non hanno mai incontrato il tipo di crudeltà, pregiudizio o difficoltà che Bud ha dovuto affrontare, quelle erano domande che li toccavano in nuovi ambiti.

 

I miei tre figli più grandi erano ancora piuttosto giovani quando lessi per la prima volta ad alta voce Il meraviglioso mondo di Oz di L. Frank Baum. Dopo aver letto la parte in cui l’uomo di latta e lo spaventapasseri discutono se sia più importante avere un cuore o un cervello, decisi di porre una domanda ai miei giovani ascoltatori, rispettivamente di 9, 7 e 5 anni.

 

“Cosa è più importante?” – chiesi – “Un cuore? O un cervello? Se potessi sceglierne solo uno, quale sceglieresti?”

 

Audrey, senza batter ciglio, rispose “il cervello” prima che avessi finito di fare la domanda.

 

“Ma come potresti amare Dio?” – gridò Allison – “E come faresti a innamorarti?”

 

Dimenticate di desiderare che chiedano:”Ho quello che serve?'”
Vogliamo che chiedano: “Che tipo di eroe diventerò?”

 

Cominciò una breve, ma potente conversazione su quanto sia importante che non lasciamo che né il cervello né il cuore prevalgano sull’altro. Nell’incontrare il Leone Codardo, abbiamo aggiunto coraggio a quel mix, realizzando quanto sia importante pensare profondamente, amare pienamente e affrontare le nostre paure.

 

Non sono sicuro che avrei potuto intraprendere quella conversazione se la storia non ci avesse spinto, sono certo che non sarebbe proseguita così tanto come quel giorno. Comunque, non lasciò solo un’impronta sui miei figli: sono qui, quasi sette anni dopo a parlarne ancora.

 

Quando i nostri figli lasciano le nostre case, non vogliamo che si chiedano se le loro vite sono importanti. Vogliamo che sappiano che lo sono. Se raccontiamo loro abbastanza storie, si saranno imbattuti in domande difficili e “vissuto” attraversando così tante difficoltà e situazioni inaspettate che, a Dio piacendo, disporranno di ciò che necessitano per seguire coraggiosamente l’Eroe supremo, tutti i giorni della loro vita.

 

Traduzione a cura di Maddalena Bennardo

 

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Tematiche: Bambini, Coraggio, Educazione dei figli, Famiglia, Figli, Genitori

Sarah Mackenzie 

Sarah Mackenzie 

È autrice, oratrice e host di podcast. Ha creato il podcast Read-Aloud Revival nel 2014: importante decisione che portò a uno spettacolo molto seguito con milioni di download. Sarah aiuta le famiglie di tutto il mondo ad innamorarsi dei libri. Vive nel nord-ovest con suo marito, Andrew. Lei fa studiare a casa i suoi sei figli e considera questo come la sua vocazione per assicurarsi che abbiano una buona fornitura dei migliori libri che lei riesce a trovare.

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