Mese mariano, mese cristiano?

Nel calendario liturgico della chiesa cattolica, il mese di maggio è particolarmente dedicato alla devozione mariana. Vengono incoraggiati recite di rosari, preghiere mariane, processioni mariane. L’idea è che con l’arrivo della primavera, fioriscano non solo gli alberi e i campi ma anche la venerazione di Maria a tutti i livelli della vita della chiesa cattolica. Vista la pandemia, quest’anno non si terranno manifestazioni che comportino assembramenti, ma per il resto il mese mariano sarà celebrato in pompa magna.

 

Dedicare l’Italia a Maria?

Il 1 maggio la chiesa cattolica italiana dedicherà la nazione a Maria, mostrando ancora una volta quanto sia radicato il marianesimo nel DNA profondo del cattolicesimo. L’atto di dedicazione è un manifesto di teologia cattolica che indica quanto, a dispetto della professata adorazione della Trinità divina, nel momento del bisogno è a Maria che ci si rivolge perché ritenuta più vicina, più materna, più disposta ad ascoltare. E allora: Gesù che ci sta a fare? Non è Lui l’Emanuele, Dio con noi (Matteo 1,18-24)? Non è Lui il solo mediatore tra Dio e gli uomini (1 Timoteo 2,5)? Non è Lui che intercede per noi in quanto uomo-Dio (Romani 8,34)? E lo Spirito Santo che ci sta a fare? Non è Lui che porta le nostre preghiere al Padre nel nome di Gesù (Romani 8,26)? Non è Lui, insieme al Padre e al Figlio, costantemente attivo nella consolazione dei credenti (2 Corinzi 1,3-11)?

 

A parole la chiesa cattolica è trinitaria nel senso che professa il “credo” apostolico incentrato sulla confessione di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Eppure, la dedicazione a Maria indica che sotto e dentro le parole del “credo”, così come sono recitate dal cattolicesimo, esista un’altra teologia che è trinitaria solo in superficie, ma in realtà è altro. Se si deve dedicare la nazione a Maria è perché l’Iddio uno e trino della Bibbia non è ritenuto abbastanza vivo, presente, affidabile da prendersi carico della nostra vita? L’atto di dedicazione a Maria è uno schiaffo alla fede biblica insegnata dai profeti e dagli apostoli e scritta nella pagine della Sacra Scrittura.

 

Antiche e nuove preghiere mariane

Sempre in vista del mese mariano, papa Francesco ha inviato una lettera ai cattolici di tutto il mondo invitandoli a pregare Maria e suggerendo due preghiere mariane. Queste preghiere contengono titoli mariani molto cari al papa, come Maria “salvezza del popolo romano”, e invocazioni molto antiche come “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio”. Anche queste preghiere sono irricevibili per chi ritiene di avere nel Padre divino il Padre che ascolta le preghiere, nel Figlio Gesù Cristo il Dio vivo che ha dato la sua vita per noi e nello Spirito Santo il Dio che opera con potenza nella vita del suo popolo.

 

“Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”. Questa preghiera attribuisce a Maria prerogative che nella Bibbia sono di Dio soltanto: dare protezione, assicurare rifugio, ascoltare le suppliche, liberare dal pericolo. Tutto il libro dei Salmi ci dice questo: la Bibbia intera invita a confidare in Dio e non negli idoli. Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi (Romani 8,31)? Con tutto il rispetto per la Maria della Bibbia, ma che c’entra dedicare a Maria una nazione e mettersi sotto la sua protezione? Non è questo un “altro” vangelo?

 

Un’epidemia intera nel segno del marianesimo

Certo, maggio sarà il mese mariano dove le attività di devozione si intensificheranno. Non è che prima del mese di maggio sia stato molto diverso. E’ dall’inizio della pandemia del covid-19 che si è assistito ad una esplosione di retorica mariana e di atti di culto a Maria.

 

Ad esempio, nel mese di marzo vi è stato un susseguirsi di dedicazioni a Maria del Paese (Papa) e di Roma alla Madonna Salus Populi Romani (Papa), alla madonnina di Milano (Arcivescovo Delpini), alla Madonna della Salute di Trieste (vescovo Crepaldi), mostrando in cosa consistano i capisaldi del cattolicesimo quando tutto trema: la Madonna e i santi. Il rosario trasmesso in televisione e guidato dal Papa (18/3/2020) ha di nuovo rinforzato la miscela di marianesimo e umanesimo tipica del cattolicesimo romano. Fuori dall’Italia, la dedicazione al cuore immacolato di Maria della Spagna e del Portogallo da parte delle rispettive Conferenze episcopali ha testimoniato l’internazionalizzazione della fioritura mariana sotto la pandemia. Insomma il mese mariano di maggio non aggiunge di per sé nulla di nuovo a quanto il cattolicesimo ha fatto anche nel mese di aprile e in quello di marzo e in quello di febbraio, e così via a ritroso.

 

Un problema che viene da lontano

L’evidenza che il marianesimo cattolico, dal papa all’ultima parrocchia, dall’Italia al mondo intero, sia in crescita è schiacciante. Non vi è dubbio che sul piano della fenomenologia del cattolicesimo contemporaneo, il marianesimo non solo non decresce ma diventa sempre più preponderante. Se mettiamo questo fervore in prospettiva storica, dobbiamo ricordare i tempi lunghi della mariologia di Roma e prendere in considerazione da dove viene il retroterra teologico del mese mariano.

 

Nel 1854 venne promulgato il dogma dell’immacolata concezione di Maria che elevava a dogma l’idea priva di fondamento biblico (anzi contro la Scrittura) che Maria sia stata preservata dal peccato originale. La Bibbia dice che “non c’è nessun giusto neppure uno” (Romani 3,10), tranne Gesù Cristo, il giusto (1 Giovanni 2,1). Eppure la chiesa cattolica ha elevato Maria al rango di concepita senza peccato originale. Poi, nel 1950, il papa ha promulgato un altro dogma mariano: quello dell’assunzione corporale di Maria. Anche questo dogma è privo di fondamento biblico. Dopo Atti 1-2, di Maria non ci viene detto più niente, a dimostrazione che l’interesse di Luca e poi di Paolo, Giacomo, Giovanni, Giuda e Pietro (tutti ispirati dallo Spirito Santo) è nel progresso dell’evangelo di Gesù Cristo per opera dello Spirito Santo. La fine di Maria, della sua morte, di quello che accadde dopo la sua presenza nella prima comunità cristiana, ai fini dell’annuncio dell’evangelo, è del tutto irrilevante. Eppure, la chiesa cattolica elevando addirittura a dogma l’assunzione corporale di Maria è andata oltre e contro la testimonianza biblica.

 

Più recentemente, papa Giovanni Paolo II è stato un papa molto mariano. Celebre il suo motto: “totus tuus” (riferito a Maria) tutto tuo, che indicava una dedizione totale. Invece di dedicarsi a Cristo soltanto (solus Christus) il papa era dedicato tutto a Maria! Papa Francesco è anch’egli un papa mariano di prim’ordine che tiene le immaginette di Maria sul cuore per sentirla vicino, che in ogni stanza dove vive si circonda di immagini di Maria, che prima e dopo ogni viaggio che fa cerca la protezione di Maria. Il marianesimo è incistito nella teologia e nella pratica del cattolicesimo romano.

 

Che ne è del “rinnovamento” cattolico?

In anni recenti, anche in ambienti evangelici italiani ed internazionali, si sente un gran parlare del “rinnovamento” che la chiesa cattolica starebbe attraversando grazie al movimento carismatico, ai movimenti di preghiera, a quelle tendenze che parrebbero utilizzare un linguaggio “evangelico” e delle pratiche più vicine alla fede biblica. Certo, la chiesa cattolica è un organismo molto ampio e complesso al cui interno si può trovare un coacervo di spinte diverse. Tuttavia, il marianesimo è un termometro significativo della condizione del cattolicesimo nel suo complesso. Ha un livello dogmatico non modificabile che lo rende parte integrante della fede romana. Anche i movimenti di “rinnovamento” sono intrisi di marianesimo perché esso è parte integrante di cosa significhi dirsi “cattolici”. Ha un livello devozionale che è il risultato di un impasto di paganesimo inculturato nel linguaggio e nelle pratiche cristiane. Ha un livello emotivo profondo che rende la figura di Maria ancora più vicina di quella di Gesù Cristo. Il punto è che il marianesimo è il cattolicesimo. Se non lo si abbandona e non lo si “riforma” secondo l’insegnamento biblico, non ci potrà essere nessun vero, serio, evangelico rinnovamento.

 

 

 

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Tematiche: Cattolicesimo

Leonardo De Chirico

Leonardo De Chirico

 

È pastore della chiesa Breccia di Roma (www.brecciadiroma.it), professore di teologia storica all’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione di Padova (www.ifeditalia.org) e direttore della Reformanda Initiative (www.reformandainitiative.org).

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