Posso pregare i salmi imprecatori?

 


Sì, e dovreste farlo.

Per quanto questa risposta possa essere difficile da digerire, è la migliore che si possa trovare leggendo i documenti biblici. Mi spiego meglio.
Un salmo imprecatorio è un tipo di lamento. Nella letteratura sapienziale ebraica, i salmi di lamento sono le grida individuali e comunitarie del popolo di Dio. I salmi imprecatori, in particolare, esprimono le lacrime di Israele di fronte all’ingiustizia e alla sofferenza. Invocando la maledizione di Dio sui suoi nemici, Israele cercava di sostenere la bontà della legge di Dio per il suo popolo.

 


Alla base, un salmo imprecatorio è un’invocazione della maledizione divina. Esempi di queste imprecazioni sono i Salmi  5, 6, 35, 69 e 109, tutti citati nel Nuovo Testamento. Le imprecazioni sono disseminate in tutto il canone biblico. Ad esempio, in Matteo 23, Gesù pronuncia il giudizio sui capi religiosi. Paolo pronuncia l’anatema su chiunque predichi un altro vangelo in Galati 1:8-9. E i martiri in cielo chiedono a Dio di vendicare il loro sangue in Apocalisse 6:10.

 


La testimonianza coerente delle Scritture afferma la legittimità dell’uso di preghiere imprecatorie da parte del popolo di Dio nelle sue preghiere individuali, familiari e comunitarie. Alla base di questa affermazione c’è un presupposto fondamentale: le preghiere del popolo di Dio devono essere radicate in tutta la Scrittura. Il Salterio è il libro di preghiere e l’innario divinamente ispirato da Dio. Ci dà il linguaggio della preghiera e della lode. I salmi imprecatori aiutano a dare forma al dolore e all’indignazione che il popolo di Dio a volte sperimenta in un mondo devastato dal peccato.

 


Alcuni criticano il linguaggio duro dei salmi imprecatori. Sebbene ciò sia comprensibile, non dobbiamo perdere di vista ciò che merita il nostro peccato. Altri sottolineano l’insegnamento di Gesù di amare i nostri nemici. Ma nel Nuovo Testamento amare i nemici non significa mai rinunciare ad appellarsi alla giustizia divina. Pregare che Dio punisca i malvagi non è né poco amorevole né vendicativo, ma è un’espressione di fede in Colui che giudica con giustizia (1 Pietro 2:23). Altri ancora vogliono limitare i salmi imprecatori all’Israele dell’antica alleanza. Sebbene le circostanze del popolo dell’alleanza di Dio siano cambiate con l’avvento di Cristo, le stesse crudeltà che affliggevano Israele come popolo credente in un mondo ostile perseguitano ancora oggi la Chiesa. Se eliminiamo il vocabolario dei salmi imprecatori dalle nostre case e chiese, cos’altro canteranno e pregheranno i cristiani quando la tragedia colpisce?


Pregare i salmi imprecatori significa in definitiva pregare come Gesù ci ha insegnato a pregare. Come cristiani, desideriamo che il regno di Dio venga. Desideriamo che la Sua volontà sia fatta in terra come in cielo. Pregare i salmi imprecatori non è una chiamata alle armi, ma una chiamata alla fede. Alziamo la voce, non la spada, e preghiamo affinché Dio converta o maledica i nemici di Cristo e del suo regno.



Traduzione a cura di Andrea Lavagna

 

 

Tematiche: Bibbia, Meditazione, Preghiera

John W. Tweeddale

John W. Tweeddale

(PhD, Università di Edimburgo) è decano e professore di teologia al Reformation Bible College. È anche un’insegnante anziano della Chiesa presbiteriana in America. È autore di John Owen e Ebrei ed è stato assistente editore della Reformation Study Bible.

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