Superare la paura della morte
Leggendo attentamente le Lettere apostoliche, si scopre che Paolo indica città che non sono menzionate negli Atti; se ne deduce che, dopo essere stato rilasciato dalla prigione di Roma, si è recato nuovamente a Efeso e ha visitato anche alcuni altri luoghi. Alla fine di questo periodo, fu nuovamente imprigionato e scrisse le sue ultime lettere.
Si ritiene che la Seconda Timoteo sia l’ultima di queste epistole, il che non sorprende se si legge 2 Timoteo 4.
In questo capitolo si nota un significativo cambiamento di tono rispetto alle parole di Paolo in Filippesi 1. Scrivendo ai Filippesi, Paolo si rivolge a loro con un tono diverso, egli era convinto che sarebbe stato rilasciato dalla prigione, ma non era sicuro di voler vivere più a lungo o morire. Era contento, indipendentemente dal risultato, e fece la straordinaria dichiarazione che “Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno” (Fil 1:21), ma qui, in 2 Timoteo 4, Paolo scrive come un prigioniero che sembra sicuro che presto morirà.
Come cristiani, una volta risolta la questione della morte, non c’è altro di cui preoccuparsi. La morte è il nemico ultimo e “l’ultimo nemico che deve essere distrutto” (1 Cor. 15:26). Una volta raggiunto il punto in cui crediamo davvero che “morire è un guadagno”, allora siamo in grado di dire: “Che cosa può farmi l’uomo?” (Ebr. 13:6).
Una cosa è affermare Filippesi 1:21, facendone un bel versetto da mettere sul cruscotto o sullo specchio per leggerlo quando ci facciamo la barba; un’altra è affrontare la nostra fine e riposare in essa. In 2 Timoteo 4, Paolo è passato dalla teoria alla realtà. “Sta per essere offerto in libazione” riconosce che il momento della sua morte è vicino, ha vissuto la sua vita per Cristo e così dice: “Ora mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione”.
Cristo ha vinto la morte e ha fatto in modo che anche voi possiate vincerla. Questa è sicuramente una buona notizia in un mondo che ha paura della morte e non ha altre speranze eterne. Come Paolo, anche voi un giorno vi renderete conto e direte: “È giunta l’ora della mia partenza”. Lo accetterete anche voi?
Questo articolo è stato adattato dal sermone “La fine dell’inizio” di Alistair Begg.
Traduzione di Lisa Artioli
Tematiche: Morte, Paura, Vita Cristiana
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