5 Aree della scienza che pongono dei problemi sulla teoria dell’evoluzionismo

 

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Il Discovery Institute riassume cinque aree della scienza che pongono seri problemi al modello neo darwiniano dell’evoluzione chimica e biologica:

  1. Genetica: le mutazioni causano danno e non costruiscono complessità.
  2. Biochimica: processi non guidati e casuali non possono produrre la complessità cellulare.
  3. Paleontologia: il registro fossile manca di fossili intermedi.
  4. Tassonomia: i biologi hanno fallito nel costruire “l’albero della vita” di Darwin.
  5. Chimica: l’origine chimica della vita rimane un mistero irrisolto.

 

 1. Genetica

Le mutazioni causano danno e non costruiscono complessità

L’evoluzione darwiniana si basa su mutazioni casuali selezionate da un cieco processo non guidato della selezione naturale che non ha obbiettivi. Tale processo casuale e non diretto tende a danneggiare gli organismi e non li migliora né costruisce complessità. Come disse il biologo Lynn Margulis dell’Accademia Nazionale di Scienze: “Le nuove mutazioni non creano nuove specie; esse creano una progenie danneggiata”.

Allo stesso modo, l’ultimo presidente dell’Accademia Francese di Scienze, Pierre-Paul Grasse, sosteneva che “le mutazioni hanno una ‘capacità costruttiva’ molto limitata perchè “non importa quanto numerose siano, le mutazioni non producono alcun tipo di evoluzione”.

 

2. Biochimica

 

Processi non guidati e casuali non possono produrre complessità cellulari

Le nostre cellule contengono un’incredibile complessità, come fabbriche in miniatura che usano un meccanismo tecnologico ma che sovrastano la complessità e l’efficienza di qualunque cosa prodotta dall’uomo.

Le cellule usano circuiti e motori in miniatura, cicli di retroazione, linguaggi in codice e persino un meccanismo di controllo degli errori per decodificare e riparare il nostro DNA.

L’evoluzione darwiniana fatica a costruire questo tipo di complessità integrata.

Come il biochimico Franklin Harold ammette: “Al momento non ci sono resoconti darwiniani dettagliati dell’evoluzione di nessun sistema biochimico o cellulare, solo una vasta gamma di speculazioni speranzose”.

3. Paleontologia

 

Il registro fossile manca di fossili intermedi

Il modello complessivo del registro fossile comprende improvvise esplosioni di nuove forme biologiche e possibili candidati per la transizione evolutiva sono l’eccezione, non la regola.

Questo è stato riconosciuto da molti patologi come Ernst Mayr che spiegò nel 2000 che “di solito nuove specie appaiono improvvisamente nel registro fossile, senza connessione con i loro antenati da una serie di intermediari”.

Allo stesso modo, un libro di testo di zoologia osservò che “molte specie restano virtualmente immutate per milioni di anni, poi spariscono improvvisamente per essere sostituite da una forma abbastanza diversa, ma collegata. Inoltre, la maggior parte dei gruppi più noti di animali appare improvvisamente nel registro fossile, completamente formata, e senza alcun fossile ancora ritrovato che mostri una transizione dal loro gruppo originario”.

 

 4. Tassonomia

 

I biologi hanno fallito nel costruire “l’albero della vita” di Darwin

I biologi speravano che la prova del DNA avrebbe rivelato un grande albero della vita dove tutti gli organismi erano chiaramente collegati.

Non è così.

Gli alberi che descrivono che le presunte relazioni ancestrali tra gli organismi si basavano su un gene o su caratteristiche biologiche sono quasi sempre in conflitto con gli alberi basati su un gene o su caratteristiche differenti.

Come scrive il giornale New Scientist: “Geni differenti hanno raccontato storie evolutive contraddittorie”.

L’eminente microbiologo Carl Woese ha spiegato che tali conflitti “filogenetici possono essere visti ovunque nell’albero universale, dalle sue radici fino ai suoi più grandi rami e tra i vari taxon fino alla formazione degli stessi raggruppamenti primari”.

Questo implica una rottura nella discendenza comune, l’ipotesi che tutti gli organismi condividano uno stesso antenato.

 

 5. Chimica

 

L’origine chimica della vita rimane un mistero irrisolto

Il mistero dell’origine della vita è irrisolto e tutte le teorie esistenti riguardo ad un’evoluzione chimica affrontano grandi problemi.

Carenze di base nell’evoluzione chimica includono una mancanza della spiegazione del come un brodo primordiale possa essersi sviluppato in origine nell’ambiente ostile terrestre, o di come le informazioni richieste per la vita possano essersi generate da reazioni chimiche casuali.

Come disse il biologo evoluzionario Massimo Pigliucci: “Non abbiamo davvero un indizio di come si sia originata la vita sulla Terra in modo naturale”.

 

 

Traduzione a cura di Francesca Farolfi

 

 

Tematiche: Evoluzione, Scienza e fede

Justin Taylor

Justin Taylor

 

 

È vice presidente della casa editrice ed editor di Crossway. Scrive sul blog Between Two Worlds e per TGC.

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