Cosa dire al depresso, al dubbioso, allo scettico, a chi è confuso, a chi è adirato

Se avete a cuore le persone e volete correre il “rischio” di parlare con chi è depresso, con chi è assalito dal dubbio, con chi è scettico, confuso o arrabbiato, siate certi che, prima o poi, incapperete in qualcuno che, al vostro consiglio, dirà: “già ci ho provato”. Qualunque suggerimento darete, lo minimizzerà, dicendo “no, questo non funziona”.
Non vi sorprendete di questa risposta, poiché è tipica di chi è depresso, di chi dubita, di chi è agnostico, confuso o arrabbiato col prossimo. In parole povere, tutto quello che direte a questi soggetti, per loro è inutile. Perciò, voglio darvi qualche imbeccata, così, in una eventuale conversazione, sarete in grado di comporre ogni controversia.

 

1. Non prendetevela

La prima cosa che dovrete fare sarà resistere alla tentazione di sentirvi offesi. Non imbronciatevi e non piantateli in asso. Probabilmente, vi verrà di pensare: “Ma come! Volevano parlare e ora criticano sdegnosamente i miei consigli”. Ma non gettate subito la spugna. L’amore è paziente (1 Cor. 13:4).

 

2. Prestate attenzione

In secondo luogo, ponete mente alle loro reazioni. Una buona parte del vostro successo dipenderà non tanto da ciò che dite, ma da come essi avvertiranno il vostro ascoltarli. Se quello che dite trasmette comprensione, sarete molto più persuasivi e la vostra disponibilità ad ascoltare sarà un punto a vostro favore. In 2 Tim. 2:24-26, Paolo illustra questo tipo di impegno, che è in grado di liberare le persone dal peccato e dall’errore; una delle sue particolarità è quella di “essere pazienti nel sopportare il male”.

 

3. Concludete con parole di speranza

Terzo, quando avrete dato fondo a tutta l’esperienza assistenziale di cui disponete, cui loro cercheranno di non dare importanza, non finite i vostri consigli con parole deprimenti. Lasciateli piuttosto con una parola di speranza. Eccovi alcune dritte, in proposito.
Per esempio, potreste dire qualcosa del genere:

So che non ti è di grande aiuto quello che ti ho detto. Credo di capire cosa provi e, d’altronde, non pretendo di offrirti la soluzione definitiva, come se i tuoi problemi o le tue perplessità potessero dissolversi con un colpo di spugna. Ma so per certo che la verità di Dio è potente e che, a tempo debito, si farà strada nel tuo cuore. Adesso, posso condividere con te ancora una cosa, prima di lasciarti? Voglio solamente che tu sappia di aver appena ascoltato la più bella notizia al mondo. Gesù disse: “vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me” (Giov. 16:33) e anche Paolo lo ribadì, affermando che “la fede dunque viene dall’udire, e l’udire viene dalla parola di Dio” (Rom. 10:17). Può darsi che, al momento, tu non riesca a vedere l’utilità di queste parole, ma Dio dice che la pace e la fede vengono dall’ascolto; vale a dire, spostarsi dal non vedere e non percepire la realtà di Cristo, e giungere finalmente a vederla e avvertirla profondamente, è un’esperienza che si concretizza appunto ascoltando il vangelo.
Accade questo.

Un attimo prima non lo conoscevi come quella Persona straordinaria, che può appagare i cuori e coinvolgere gli animi, e l’attimo dopo tutto ti appare sotto una luce diversa. Negli istanti che conducono a questa nuova consapevolezza, l’ascolto della Parola di Dio potrà sembrarti vuoto e banale. Questo per me non è un problema; anzi, voglio dirti che se metti in dubbio le mie parole, sei proprio la persona che ha bisogno di ascoltare ciò che sto dicendo. Quindi, lascia che ti annunci questa gloriosa notizia. In Col. 2:13-15 è scritto: “E con lui Dio ha vivificato voi, che eravate morti nei peccati e nell’incirconcisione della carne, perdonandovi tutti i peccati.  Egli ha annientato il documento fatto di ordinamenti, che era contro di noi e che ci era nemico, e l’ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce; avendo quindi spogliato le potestà e i principati, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro in lui”.

Qui, l’apostolo ci fa sapere cosa Dio ha in serbo per l’uomo e cosa realizzano quelli che credono in Gesù. Osserviamo insieme questi cinque fattori meravigliosi:

1) Dio ci vivifica spiritualmente

2) ci perdona tutti i peccati

3) Lo fa avendo cancellato il carico di debiti che gravava su di noi. Dovevamo a Dio ciò che mai avremmo potuto pagare, a causa dei nostri peccati. E che ha fatto? Ha cancellato il debito.

4) Come ha potuto farlo? Inchiodandolo alla croce. Ma i chiodi che penetrarono nella croce, non trapassavano un semplice pezzo di legno. Trafissero i piedi e le mani di Gesù. E la parte centrale di quello che dovevo dirti è questa: Cristo divenne il nostro Sostituto e portò il nostro peccato.

5) Quando ciò accadde, il diavolo fu spodestato. Perché? Perché la sua arma preferita, la menzogna, gli fu tolta dalle mani. Prima aveva sempre agitato lo spettro del debito davanti a noi e nel cospetto di Dio. Ma adesso non può più farlo, perché è stato cancellato ed egli è impotente. Può sbuffare quante minacce vuole contro di noi, ma non potrà mandarci in perdizione.

Ti lascio con questo messaggio e pregherò che gli ostacoli alla tua fede, accompagnata dalla pace di Dio, vengano superati da queste potenti verità. Gesù disse: “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.

Rifletti su questi versi. Possa Iddio far luce nel tuo cuore.

 

 

(Traduzione a cura di Ciro Izzo)

 

 

Tematiche: Crescita spirituale, Depressione, Ministero, Sofferenza, Vita Cristiana

John Piper

John Piper

È il fondatore di Desiring God, per il quale ricopre anche il ministero di insegnante, inoltre, è il rettore del Bethlehem College & Seminary. Ha servito per trentatré anni come pastore presso la chiesa battista Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, in Minnesota e ha scritto più di cinquanta libri, tra cui e Non sprecare la tua vita (Ed Coram Deo), Rischiare è giusto (Ed Coram Deo), Coronavirus e Cristo (Ed Coram Deo), Stupefatto da Dio (Ed Coram Deo) e Desiderare Dio.

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