Cos’è il vangelo della prosperità?
Il vangelo della prosperità è uno dei movimenti di insegnamento falso più diffusi dei nostri giorni. I predicatori e televangelisti di questo movimento hanno ingannato moltitudini di persone in tutto il mondo, diffondendo un vangelo distorto che insegna che chi esercita una vera fede in Cristo otterrà sicuramente prosperità fisica, materiale e finanziaria in questa vita.
Quando è nato?
Fin dai tempi della chiesa apostolica, ci sono stati falsi insegnanti che pervertivano il vangelo trasformandolo in uno strumento per guadagnare denaro o per manipolare Dio a scopi di potere (Atti 8:9-24; 19:11-20). Nel corso della storia della chiesa, questo tipo di insegnamento falso ha assunto diverse forme.
Il movimento moderno del vangelo della prosperità ha avuto inizio negli anni ’50, come parte di un movimento pentecostale del dopoguerra, grazie al ministero di Oral Roberts, un televangelista americano. I suoi libri hanno contribuito a diffondere il messaggio di questo movimento. If You Need Healing Do These Things e The Miracle of Seed-Faith sono tra i suoi lavori più noti. Il movimento è stato poi portato avanti da Jim Bakker e Jimmy Swaggart, due televangelisti molto influenti negli anni ’80. Altri personaggi chiave sono stati E.W. Kenyon e Kenneth E. Hagin.
Chi sono le figure principali?
Alcuni dei principali televangelisti che hanno diffuso l’insegnamento del vangelo della prosperità sono Kenneth Copeland, Benny Hinn, Joel Osteen, T.D. Jakes, John Hagee, Creflo Dollar, Paula White, Joyce Meyer e Juanita Bynum. Questi uomini e donne, per decenni, hanno trasmesso il loro falso vangelo attraverso la radio e canali televisivi come il Trinity Broadcast Network (TBN). In questo modo, hanno esportato le loro dottrine in Africa, America del Sud e Asia.
Quali sono le principali credenze?
Il vangelo della prosperità si basa su quattro concetti principali:
1. Gesù ha acquistato tutti i benefici della salvezza per questa vita
Gesù ha comprato la guarigione fisica totale per il Suo popolo in questa vita attraverso la Sua morte sulla croce. Distorcendo l’insegnamento di Isaia 53:5 e Giovanni 10:10, i predicatori del vangelo della prosperità sostengono che Gesù è morto per rimuovere ogni malattia e per espiare anche il “peccato” della povertà finanziaria.
2. Un’eredità presente
Nel patto abramico, Dio ha promesso una grande eredità materiale e finanziaria per i credenti, da ricevere in questa vita. Se qualcuno crede in Gesù, erediterà grandi beni e benedizioni tangibili qui e ora.
3. Dare per ricevere
I predicatori del vangelo della prosperità insegnano che per ottenere ricchezze bisogna dare di più al regno, in particolare alle loro chiese e ministeri. La quantità di prosperità che si ottiene dipende direttamente da quanto si è disposti a dare.
4. Nominalo e pretendilo
La fede e la preghiera danno potere alle persone di ricevere benedizioni fisiche e materiali in questa vita. Alcuni leader di questo movimento hanno coniato il termine “Parola della Fede” per descrivere la loro dottrina. Secondo questa visione, se qualcuno ha abbastanza fede, non dovrà più soffrire di malattia o di povertà. Se le persone continuano a soffrire, è perché mancano di fede personale. Quando preghiamo con fede, costringiamo Dio a renderci prosperi, specialmente quando dichiaramo di possedere già la benedizione che desideriamo. Inoltre, alcuni insegnanti sconsigliano di pronunciare parole negative, poiché potrebbero far sì che cose negative si realizzino.
Perché le persone credono a questa forma di insegnamento falso?
I predicatori del vangelo della prosperità mirano ai desideri dei loro ascoltatori che ricercano beni, lo status e il potere. Anziché concentrarsi su Cristo, sull’eternità e sulla gloria di Dio, pongono l’accento sul vivere la “migliore vita possibile ora”.
Molti sono attratti da questo insegnamento, soprattutto nelle comunità economicamente svantaggiate e nei paesi in via di sviluppo, perché promette un’emancipazione sociale e liberazione dalla povertà estrema e dalle malattie. Altri invece vi si avvicinano perché giustifica la loro avidità e il materialismo.
Come si confronta con il cristianesimo biblico?
Secondo le Scritture, la prosperità fisica, materiale e finanziaria non è un segno sicuro del favore di Dio, così come la sofferenza non è un’indicazione certa del Suo dispiacere. La Bibbia insegna che la prosperità materiale può spesso essere una trappola (Luca 12:15) e che la sofferenza può a volte essere segno di benedizione (Matteo 5:10; 1 Pietro 3:14). La vita cristiana non è caratterizzata da una promessa assoluta di ricchezza o sofferenza, ma piuttosto da un equilibrio tra entrambi, con momenti di prosperità e periodi di difficoltà (Filippesi 4:12). Le Scritture ci avvertono di non fissare il cuore nelle ricchezze (Salmo 62:10) e insegnano che i credenti ricchi non devono confidare nella loro ricchezza (1 Timoteo 6:17).
In contrasto con le quattro principali credenze del vangelo della prosperità, le Scritture insegnano quanto segue:
1. Il focus del Vangelo è sul perdono dei peccati, non sulla prosperità materiale
Nel messaggio apostolico della croce, le persone sono chiamate a venire a Cristo per il perdono dei peccati, con Gesù che muore per espiarli (Atti 2:38; 5:31; 10:43; 13:38; 26:18). L’enfasi non è mai sulla prosperità fisica, finanziaria o materiale in questa vita. Sebbene Gesù assicuri benedizioni eterne—compresa la guarigione fisica—per il Suo popolo, queste benedizioni si realizzano pienamente solo nella resurrezione dell’ultimo giorno.
2. Le promesse di Dio ad Abrahamo sono adempiute in Cristo, e i credenti condividono questa eredità
Dio ha promesso ad Abrahamo che avrebbe ereditato il mondo (Romani 4:13), e questa promessa è stata adempiuta in Gesù Cristo, il Figlio di Abrahamo (Galati 3:16). Tutti coloro che credono in Gesù sono considerati figli di Abrahamo e coeredi dell’eredità promessa (Galati 3:29). Con la stessa fede che Abrahamo aveva, i credenti ricevono la salvezza—giustificazione, adozione, lo Spirito Santo e la promessa di un’eredità eterna (Galati 3:7-9). Tuttavia, i credenti non erediteranno pienamente queste promesse fino alla resurrezione (Ebrei 11:39-40; 13:14).
3. Dare è un dovere e un privilegio, non un modo per guadagnare ricchezza
I credenti sono chiamati a dare generosamente al lavoro del regno di Dio, e Dio dona loro grazia affinché possano continuare a dare (2 Corinzi 9:8-11). Tuttavia, le Scritture non insegnano mai che il dare debba essere fatto con l’aspettativa di guadagnare ricchezze o tesori per sé stessi.
4. La guarigione non è garantita in questa vita, ma nella resurrezione
L’Apostolo Paolo pregò intensamente per la guarigione, ma Gesù gli rispose: “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si perfeziona nella debolezza” (2 Corinzi 12:7-9). Questo non era dovuto a una mancanza di fede. Dio non ha promesso una guarigione fisica completa in questa vita, ma promette che essa avverrà nella resurrezione dell’ultimo giorno.
Come posso condividere il Vangelo con chi crede a questo insegnamento falso?
Concentrati sulla vita e sulla morte di Cristo per il perdono dei peccati.
Il cuore del Vangelo è che Gesù Cristo è morto per i peccati del Suo popolo, versando il Suo sangue sulla croce per coprire i peccati di coloro che Egli ha scelto di salvare. La salvezza è nella persona e nell’opera di Cristo, e non in prosperità materiale o ricchezze. La Bibbia ci ricorda che “per noi, Egli ha fatto diventare peccato colui che non aveva conosciuto peccato, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in Lui” (2 Corinzi 5:21). E in Galati 3:13-14, Paolo ci ricorda che “Cristo ci ha redenti dalla maledizione della legge, facendosi Lui stesso maledizione per noi”, affinché in Lui riceviamo lo Spirito per fede.
Concentrati sulla speranza della benedizione eterna.
Invece di concentrarsi sulle ricchezze terrene, dobbiamo guardare alla benedizione eterna che Dio ha preparato per noi. Le Scritture ci incoraggiano a fissare la nostra speranza nell’eredità che non svanisce, incorruttibile e custodita nei cieli per noi. “Un’eredità incorruttibile, incontaminata e che non svanisce, custodita nei cieli per voi” (1 Pietro 1:4). Inoltre, Ebrei 13:14 ci ricorda: “Poiché qui non abbiamo una città permanente, ma cerchiamo quella che verrà.” Paolo spiega che le sofferenze in questa vita sono un passo necessario verso l’eredità eterna: “Se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con Lui, per essere anche glorificati con Lui” (Romani 8:17).
Concentrati sul conforto che riceviamo nel condividere le sofferenze di Cristo.
La sofferenza è vista nella Bibbia come una parte del cammino verso la gloria. Gesù stesso ha vissuto una vita segnata dalla sofferenza, da difficoltà, solitudine e opposizione (Isaia 53:3). Anche i Suoi discepoli sono chiamati a prendere la propria croce e seguirLo. La sofferenza dei credenti non è segno di mancanza di fede, ma parte del piano di Dio per conformarci all’immagine di Cristo. Come Paolo scrive, “Se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con Lui, per essere anche glorificati con Lui” (Romani 8:17). Dio ci ha promesso la resurrezione e la restaurazione nel Suo regno (Apocalisse 21:4).
Concentrandoci su questi aspetti fondamentali del Vangelo—il sacrificio di Cristo per i nostri peccati, la nostra speranza eterna in Lui, e il conforto che riceviamo nel condividere le Sue sofferenze—possiamo aiutare chi è intrappolato nel falso vangelo della prosperità a vedere la verità e a dirigersi verso il vero Vangelo della grazia.
Tematiche: Falso Vangelo
© Ligonier.org, © Coram Deo
Il presente articolo può essere utilizzato solo facendone previa richiesta a Coram Deo. Non può essere venduto e non si può alterare il suo contenuto.