Il Natale è pagano?

 

L’abbiamo sentito così tante volte che ormai fa parte della storia stessa del Natale.

Il 17 dicembre i Romani iniziavano le celebrazioni dei Saturnalia, sette giorni di festa all’insegna dell’immoralità e dell’adorazione del dio Saturno. Per segnare la fine del solstizio d’inverno, l’imperatore romano stabilì una solennità dedicata a Sol Invictus (“dio sole invitto”) il 25 dicembre. Nel tentativo di rendere il Cristianesimo maggiormente appetibile ai Romani e più popolare, la chiesa cooptò queste festività pagane e assegnò al 25 dicembre la celebrazione della nascita del proprio Salvatore. Pertanto, indipendentemente da ciò che il Natale è diventato oggi, alle origini esso era una emulazione di alcune consolidate festività pagane. Se ti piace il Natale, devi ringraziare Sol Invictus e i Saturnalia.

Questa è quanto, e chiunque, dai cristiani liberali a quelli conservatori passando per i non credenti, sembra concordare che questa storia sia vera.

A meno che non lo sia.

Tanto per cominciare, occorre distinguere le radici che suggeriscono l’idea di una copiatura da quelle che suggeriscono l’idea di un dissenso. La presenza di alcune connessioni tra una festa cristiana e una ricorrenza pagana potrebbe implicare un’emulazione sincronistica (“Hei, cristianizziamo questa festa pagana per rendere la nostra celebrazione più appetibile!”), o potrebbe significare un deliberato rigetto (“Hei, questa festa pagana è orribile, sostituiamola con qualcosa di cristiano!). Dopo la conversione di Costantino nel quarto secolo, i cristiani tentarono di adattare e cristianizzare le celebrazioni pagane. Vi è ancora un dibattito storico aperto per stabilire se lo abbiano fatto più o meno saggiamente e adeguatamente, tuttavia, il loro intento era trasformare il paganesimo del mondo romano anziché raderlo al suolo. Quand’anche il Natale cadesse il 25 dicembre a motivo dei Saturnalia e del Sol Invictus, questo di per sé non implicherebbe che la celebrazione cristiana della nascita di Cristo abbia preso spunto da una festività pagana.

 

Tuttavia, nel caso del Natale, ci sono valide prove che il 25 dicembre non sia stato scelto a motivo di una celebrazione invernale pagana. È questa l’argomentazione che Andrew McGowan, della Yale Divinity School, avanza nel suo articolo In che modo il 25 dicembre è diventato Natale (pubblicato per la prima volta nella Bible Review del 2002).

Permettetemi di tentare di distillare l’accurata opera di McGowan formulando tre domande.

 

Quando si iniziò a festeggiare la nascita di Gesù il 25 dicembre?

A differenza della Pasqua, che si sviluppò come festività cristiana molto tempo prima, non vi è menzione di festività legate alla nascita da parte dei padri della Chiesa. Gli scrittori cristiani come Ireneo (130-200) e Tertulliano (160-225) non dicono nulla riguardo a una festa in onore della nascita di Cristo, e Origene (165-264) prende perfino in giro le celebrazioni romane sugli anniversari di nascita etichettandole come usanze pagane.

Questo indica in modo piuttosto rilevante che il Natale non fosse inserito nel calendario ecclesiale (o per lo meno che non fosse una festa generalmente diffusa) e che, qualora lo fosse, non era comunque collegata a una simile ricorrenza pagana.

 

Ciò non significa, ovviamente, che non ci fosse un interesse verso la data della nascita di Cristo. A partire dal secondo secolo, si diffuse una notevole attenzione verso la datazione della nascita di Gesù: Clemente d’Alessandria (150-215) trascrive diverse proposte, ma nessuna di esse comunque cita il 25 dicembre. Il primo collegamento fra il 25 dicembre e la nascita di Gesù compare su un almanacco della metà del quarto secolo chiamato Calendario Filocaliano o cronografo. Alcuni decenni più tardi, intorno al 400 d.C., Agostino indicò che i Donatisti mantennero le celebrazioni natalizie del 25 dicembre ma rigettarono l’Epifania del 6 gennaio, ritenendo quest’ultima data una recente invenzione.

Dal momento che i Donatisti, sollevatisi nel corso della persecuzione sotto Diocleziano nel 312, si opponevano tenacemente a qualunque compromesso con i loro oppressori romani, possiamo essere pressoché certi che non considerassero la celebrazione del Natale, né la data del 25 dicembre, come aventi origini pagane. La conclusione di McGowan è che ci debba essere una più antica tradizione all’interno della cultura nordafricana nella quale i Donatisti erano immersi e che, pertanto, le prime celebrazioni del Natale (almeno quelle di cui siamo a conoscenza) siano da datarsi nella seconda metà del terzo secolo. Questo le colloca molto tempo prima di Costantino, in un periodo nel quale i cristiani erano determinati ad evitare qualunque connessione con la religione pagana.

 

Quando venne suggerita l’idea che il Natale si fosse sviluppato da origini pagane?

Nessuno dei padri della Chiesa nei primi secoli della storia del Cristianesimo fa riferimento a una possibile connessione fra il Natale e i Saturnalia o il Sol invictus. Potreste pensare: “Ovviamente non facevano alcun riferimento. Sarebbe stato alquanto imbarazzante”. Tuttavia, se l’unico scopo di collocare la nascita cristiana su una preesistente festività pagana fosse stato renderla più popolare o comprensibile, sicuramente qualcuno avrebbe detto qualcosa. Inoltre, come McGowan sottolinea, non è che i futuri leader cristiani avessero evitato di suggerire queste connessioni. Gregorio Magno, scrivendo nel 601, esortava i missionari cristiani a convertire i templi pagani in chiese e a ridestinare le festività pagane istituendo giorni di celebrazione dei martiri cristiani.

 

Non vi è nulla che suggerisca l’idea che la nascita di Gesù fosse fatta coincidere con le festività pagane prima del XII secolo, epoca in cui Dionisio bar Salibi affermò che il Natale si era spostato dal 6 gennaio al 25 dicembre per prendere il posto del Sol Invictus. Secoli dopo, gli studiosi di religione comparata del post-Illuminismo iniziarono a diffondere l’idea che i primi cristiani avessero riadattato le celebrazioni del solstizio d’inverno per i propri scopi. Per il primo millennio della storia della Chiesa, nessuno suggerì una tale connessione.

Per quale motivo noi festeggiamo il Natale il 25 dicembre?

La prima risposta è che alcuni cristiani non lo fanno. Nel ramo orientale della Chiesa, il Natale viene celebrato il 6 gennaio, probabilmente per le stesse ragioni (secondo un calcolo differente) per cui il Natale giunse ad essere festeggiato il 25 dicembre in occidente. Sebbene non possiamo esserne certi, ci sono buone probabilità che la data del 25 dicembre fosse stata scelta per il Natale a motivo delle connessioni alla (presunta) data della morte di Gesù e del suo concepimento.

Ci sono tre date in gioco in questo calcolo. Iniziamo con la data della morte di Gesù.

Attorno al 200 d.C Tertulliano di Cartagine evidenziò che Gesù morì il quattordicesimo giorno di Nisan, che corrispondeva al 25 marzo nel calendario solare romano. In oriente effettuarono il calcolo sulla base del quattordicesimo giorno del mese di primavera del proprio calendario greco, che coincideva al 6 aprile del calendario romano. Pertanto, a seconda del tuo interlocutore, Gesù potrebbe essere morto il 25 marzo oppure il 6 aprile.

In entrambi i casi, oriente e occidente hanno sviluppato l’idea che Gesù sia morto lo stesso giorno del suo concepimento. Un trattato di un anonimo autore cristiano nordafricano del quarto secolo affermò che il 25 marzo fu “il giorno della passione del Signore e del suo concepimento. Poiché nel medesimo giorno in cui fu concepito, egli soffrì”. Nel suo De Trinitate Agostino menziona lo stesso calcolo. Analogamente in oriente il vescovo del quarto secolo Epifanio di Salamina dichiarò che il 6 aprile Gesù tolse i peccati del mondo e che nella stessa data egli fu “racchiuso nel grembo della santa vergine”. Il fatto che questa insolita festività esistesse in due diverse parti del mondo suggerisce delle radici che vanno oltre la mera speculazione.  Se non altro, come osserva McGowan, quei primi cristiani stavano prendendo in prestito un’idea dalla tradizione ebraica, ovvero che i più importanti eventi della Creazione e della Redenzione cadessero nello stesso periodo dell’anno.

 

Dalla data della morte di Cristo, alla (stessa) data del suo concepimento, possiamo facilmente vedere da dove fosse stata presa la data del Natale. Se Gesù fosse stato concepito il 25 marzo, allora la data più adeguata alla celebrazione della sua nascita sarebbe stata nove mesi dopo, il 25 dicembre (o, in oriente, il 6 gennaio). Sebbene non possiamo essere sicuri che questa sia l’origine della datazione del 25 dicembre (e di certo non possiamo essere dogmatici sulla storicità della data), vi sono antiche testimonianze che la collegano alla morte e al concepimento di Gesù, e tali prove sono decisamente migliori di quelle che la vorrebbero collegare solo ai Saturnalia o al Sol Invictus.

 

 

 

 

Tematiche: Cultura e Società, Natale cristiano

Kevin DeYoung

Kevin DeYoung

 

Kevin è pastore della Christ Covenant Church a Matthews, Carolina del Nord (Stati Uniti). È professore di teologia sistematica al Reformed Theological Seminary ed è il presidente del Comitato di The Gospel Coalition. Lui e sua moglie Trisha hanno sei bambini.

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