Nove fattori da considerare quando scegliamo qualcuno da discepolare

 

 

Immagina due membri di chiesa. Li chiameremo Roberto e Giuseppe. Roberto è uno studente di teologia. Gli piace scoprire quello che dice la Bibbia di ogni cosa. È in grado di spiegarti anche la dottrina della Trinità se glielo chiedi. Molti dei suoi comportamenti non inducono a pensare che sia un cristiano. In effetti la sua vita non assomiglia per nulla a quella di un cristiano. Però conosce la Bibbia!

Poi c’è Giuseppe. Giuseppe non legge molto la sua Bibbia, anche se non lo fa sapere molto in giro. Una cosa certa è che vuole essere “buono”. Cerca di amare gli altri. Ma Giuseppe farebbe fatica a spiegare in termini dottrinali chi è Gesù o il concetto di chiesa. E non se la caverebbe bene nell’affrontare scrupolosamente le questioni etiche. Ma la sua intenzione è quella di condurre una vita diversa rispetto a quel tipo di vita egoistica e di autosoddisfazione che sembrano vivere gli altri. Gli piace definirsi come un “ragazzo di relazioni” piuttosto che un “ragazzo da Bibbia” o un “ragazzo di dottrina”.

Ti ritrovi in uno di questi due profili?

Roberto dovrebbe preoccuparsi di più delle persone e Giuseppe dovrebbe tenere di più alla verità. In realtà entrambi dovrebbero avere più a cuore Gesù, perché Gesù ama le verità della Parola di Dio e le vite dei figli di Dio.

L’opera di discepolato di una chiesa dovrebbe aiutare entrambe le tipologie di individui a seguire meglio Gesù. Gesù disse che chiunque voglia “venire dietro a me, rinunci a sé stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Marco 8:34). Roberto deve rinunciare a sé stesso e seguire Gesù per poter amare di più le persone. Giuseppe deve realizzare questo adoperandosi per amare di più la Parola di Dio. Un discepolo non è qualcuno che dichiara semplicemente di seguire Cristo. Un discepolo è qualcuno che segue Cristo nel vero senso della Parola.

Questo è il punto di partenza di ogni discussione sul discepolato – ricordare cosa significa seguire Gesù. Discepolare vuol dire aiutare gli altri a seguire Gesù. Il discepolato è una relazione nella quale cerchiamo di fare del bene spirituale a qualcuno tramite l’introduzione, l’insegnare, il correggere, il forgiare, l’umiliare noi stessi, dando consulenza e influenzando l’altro.

Come facciamo dunque discepolato? In quale modo aiutiamo Roberto ad avere più a cuore di vivere la sua fede e Giuseppe a preoccuparsi di più di comprenderla?

Queste non sono delle domande che devono farsi soltanto i pastori. La Bibbia affida a tutti noi questo tipo di compito. Giovanni ci dice di amarci gli uni gli altri (II Giovanni 5). Paolo ci esorta ad incoraggiarci ed edificarci gli uni gli altri (I Tess. 5:11). Ci dice anche di istruirci gli uni gli altri, dato che vogliamo che tutti divengano perfetti in Cristo (Col. 1:28). L’autore degli Ebrei ci dice di avere attenzione nell’incitarci gli uni gli altri all’amore e alle opere buone (Ebr. 10:24).

La seconda questione che devi affrontare è: con chi dovresti passare il tuo tempo? Non hai a disposizione moltissimo tempo nella tua settimana. Non puoi discepolare tutta la chiesa, quindi come decide su quale persona investire?

Tenendo la Bibbia a portata di mano, ci sono nove fattori da considerare – e probabilmente in questo ordine.

 

  1. I COMPONENTI DELLA FAMIGLIA

Paolo scrive: “Se uno non provvede ai suoi, e in primo luogo a quelli di casa sua, ha rinnegato la fede, ed è peggiore di un incredulo.” (I Tim. 5:8).

In questo punto e in altri passaggi la Bibbia ci insegna che ognuno di noi ha delle responsabilità particolari verso i membri della propria famiglia. All’interno della famiglia Dio provvede delle relazioni che durano per tutta la vita, oltre che il terreno fertile per l’affetto e l’interessamento. E queste responsabilità e affezioni naturali dovrebbero essere impiegate per lo scopo di condurre a Cristo. Tutto ciò è confermato specialmente quando vivi assieme agli altri componenti della famiglia. È ancorapiùvero nel momento in cui le Scritture ti affidano delle responsabilità speciali nei loro confronti, come riguardo ai genitori verso i loro figli o agli sposi l’uno verso l’altro. Queste relazioni costituiscono le più importanti relazioni di discepolato che potrai mai avere.

 

  1. LO STATO SPIRITUALE

E’ giusto che tu evangelizzi i tuoi amici non credenti ma non ha senso disciplinarli come se fossero dei cristiani. Paolo ci dice: “Ma l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente.” (I Cor. 2:14). Devi cercare di disciplinare un cristiano.

 

  1. L’APPARTENENZA ALLA CHIESA

Osserviamo le indicazioni del libro degli Ebrei:

Ricordatevi dei vostri conduttori, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio; e considerando quale sia stata la fine della loro vita, imitate la loro fede… Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per le vostre anime come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe di alcuna utilità. (Ebrei 13:7, 17).

Ovviamente questi versi ci invitano a prestare particolare attenzione ai responsabili delle nostre chiese. Tuttavia l’ulteriore implicazione di questi versi risiede nel fatto che le ordinarie linee di marcia di discepolato si sviluppano meglio all’interno del contesto relazionale di una chiesa.

Abbiamo una responsabilità più grande nei confronti della nostra comunità – di aiutare i suoi membri e di essere aiutati da loro. I membri della stessa chiesa seguono e si sottomettono ad un unico consiglio di anziani. Essi sostengono la stessa affermazione di fede e un medesimo patto comunitario. Sperimentano gli stessi insegnamenti tanto su questioni di primaria importanza come per aspetti meno significativi. Si incontrano almeno una volta a settimana. Per tutte queste ragioni solitamente è più opportuno costruire delle relazioni di discepolato all’interno della propria chiesa.

Inoltre se i tuoi amici frequentano una chiesa che non è sana nel discepolarli potresti fare un danno alla loro vita spirituale. Come? Il tuo sostegno spirituale paradossalmente li legittima a rimanere in una chiesa che non impartisce degli insegnamenti biblici. Non è una regola assoluta, ma sarebbe meglio incoraggiare il tuo amico a far parte di una chiesa sana. I cristiani hanno bisogno di tutto il corpo, non soltanto di te.

 

  1. GENERE

La Scrittura è sensibile riguardo a questioni di genere nel discepolato. Per esempio Paolo dice a Tito: “…Le donne anziane … siano maestre nel bene, per incoraggiare le giovani ad amare i mariti, ad amare i figli, a essere sagge, caste, diligenti nei lavori domestici, buone, sottomesse ai loro mariti, perché la parola di Dio non sia disprezzata.” (Tito 2:3-5).

Nei contesti pubblici insegno agli uomini e alle donne. Inoltre tutti abbiamo un padre ed una madre e molti di noi hanno dei fratelli o sorelle o dei consorti – in altri termini discepolare l’altro sesso è qualcosa che deriva dal contesto delle nostre famiglie. E nella chiesa consolidiamo un’alleanza tra uomini e donne, insieme anche agli amici di famiglia.

Tuttavia nel momento in cui parliamo di una normale e concordata relazione di discepolato è opportuno che gli uomini discepolino gli uomini e le donne discepolino le donne. Teniamo presente che il genere è una realtà istituita da Dio e dobbiamo considerarlo in modo realistico e con il dovuto rispetto. Dovremmo amare ognuno all’interno della chiesa e allo stesso tempo adoperarci per evitare il crearsi di situazioni intime sbagliate.

 

  1. ETA’

Nello stesso modo in cui la Scritture è sensibile al genere, lo è anche rispetto all’età anagrafica. Nei versi di Tito appena citati le donne più giovani imparano da quelle più anziane. In altri punti Paolo dice a Timoteo di non permettere che i giovani vengano disprezzati; ancora nella stessa lettera egli incoraggia Timoteo ad avere rispetto degli uomini più anziani (1 Tim. 4:12; 5:1).

In generale dovresti disciplinare qualcuno più giovane di te. Detto ciò nella Scrittura c’è pieno di straordinari esempi di giovani che insegnano agli anziani. E sicuramente con il passare degli anni vogliamo anche avanzare nell’umiltà data dall’imparare da coloro che hanno la nostra stessa età e anche da chi è più giovane di noi. Altrimenti non avremo più qualcuno a farci da insegnante! Personalmente imparo molto da amici che hanno venti o trent’anni e anche da persone di settanta od ottant’anni.

 

  1. DIVERSO DA TE

Ci sono poche cose che possono mostrare in modo tangibile la potenza del vangelo quanto l’unità raggiunta tra persone divise tra loro dal ceto sociale. “Perché per mezzo di lui [Cristo]” osserva il libro degli Efesini “gli uni e gli altri [ebrei e gentili] abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito” (Ef. 2:18). Il muro di separazione tra ebrei e gentili è stato abbattuto alla croce.

Ora la sapienza di Dio viene manifestata attraverso l’unità di queste persone formalmente divise (Ef. 3:10). E certamente l’unità che la chiesa sperimenta al di là delle divisioni etniche, economiche, educative e di altro tipo va ad anticipare il giorno in cui “una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue” starà in piedi all’unisono in adorazione davanti al trono di Dio (Ap. 7:9-10).

 

Come si traduce in pratica?

Mentre cerchi qualcuno da discepolare, in generale: le madri di mezza età dovrebbero fare amicizia con le proprie coetanee, le giovani coppie dovrebbero passare del tempo insieme e gli uomini single di vent’anni dovrebbero uscire insieme. Questi gruppi hanno delle cose in comune che Dio usa per la loro crescita.

Considera anche il fatto che potresti imparare trascorrendo del tempo con gli studenti universitari; oppure lavorando con i bambini e i giovani; o aiutando gli stranieri provenienti dall’Inghilterra, il Brasile o la Corea; o ancora se sei un marito europeo potresti incontrare un altro marito più grande di te di etnia afro-americana.

Quante cose può insegnarci Dio riguardo sé stesso mediante persone che sono diverse da noi! E quanto il vangelo può essere manifestato attraverso la nostra unità – non soltanto l’unità del piacersi gli uni gli altri, ma l’unità dell’imparare gli uni dagli altri.

 

  1. ESSERE RICETTIVI

I proverbi elogiano ampiamente il figlio che riceve l’istruzione rigettando lo stolto che disprezza la correzione, l’istruzione e il consiglio. Inoltre ci dicono che Dio “Guiderà gli umili nella giustizia, insegnerà agli umili la sua via.” (Sal. 25:9; Prov. 11:2). Perciò Pietro ci impartisce che “Così anche voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. E tutti rivestitevi di umiltà gli uni verso gli altri, perché ‘Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili.’” (I Pietro 5:5).

Non spendere il tuo tempo cercando di insegnare a qualcuno che pensa che tu non abbia niente da insegnargli e che loro non abbiano nulla da imparare. Insegna a chi è ricettivo. E cerca tu stesso di essere ricettivo.

 

  1. ESSERE FEDELI NELL’INSEGNARE AGLI ALTRI

Ricorda le parole di Paolo a Timoteo: “Le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri.” (II Tim. 2:2).

Dobbiamo discepolare tutti e in modo particolare dobbiamo discepolare coloro che a loro volta discepoleranno altri i quali discepoleranno altri ancora. Ragioneremo in termini di un’addizione se necessario, ma quello a cui dovremmo veramente puntare è al moltiplicare. Non stiamo soltanto accompagnando la prossima generazione, stiamo cercando di raggiungere tutte le generazioni che si presenteranno!

 

  1. PROSSIMITA’ E IMPEGNI

Infine, possiamo crederci oppure no, la Bibbia dipende dal nostro tempo e la nostra folta agenda di impegni. Paolo scrive: “Così dunque, finché ne abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti; ma specialmente ai fratelli in fede” (Gal. 6:10). Potrai trovare una serie di altri versi che come questo ci invitano ad usare il nostro tempo al meglio (ad es. Ef. 5:16).

Questa caratteristica finale di cui sto parlando è un discorso di buon senso. In generale consiglierei di trovare coloro che hanno degli impegni che siano simili ai tuoi. Devi tenere in considerazione anche il posto in cui abiti o lavori, i tuoi impegni familiari, lavorativi e di chiesa. Considera che Dio non ti sta chiamando a fare qualcosa di impossibile.

A questo proposito possiamo essere certi che Dio prepara le opere in anticipo perchè le compiamo (Ef. 2:10). E come per il buon samaritano a volte Egli mette nella nostra via delle persone con cui normalmente non avremmo mai pensato di passare del tempo. Magari può essere un membro della tua chiesa che ha l’occasione di lavorare nel tuo ufficio, oppure i cui bambini partecipano agli stessi eventi sportivi dei tuoi figli. O magari il coniuge di qualcuno che viene a mancare e tu devi presiedere il funerale.

In conclusione sii saggio e coscienzioso nella scelta delle persone con cui spendere il tuo tempo ma ricorda che la provvidenza del Signore molte volte supera i nostri programmi. Questo fa sì che dipendiamo da Lui, per la sua gloria.

 

FACCIAMO IL PUNTO

Ti ricordi Roberto e Giuseppe? Supponi che i tuoi impegni ti permettano di trascorrere del tempo soltanto con uno di loro, ma non entrambi. Come scegli? Sicuramente dovresti pregarci al riguardo, ma non esiste necessariamente una risposta esatta e non dovresti sentirti in colpa se non riesci a passare del tempo con entrambi. È per questo motivo che esiste il corpo di Cristo.

Potresti scegliere di passare del tempo con Roberto perché la sua agenda lavorativa si adatta meglio alla tua o perché abita vicino a te, oppure perché le vostre mogli sono già buone amiche. Potresti decidere di concentrare le tue energie su Giuseppe perché la prossima estate tornerà a Bogotà in Colombia, mostra una propensione ad insegnare agli altri e tu vuoi prepararlo per poter sostenere altri a Bogotà. Qualunque sia la motivazione, prega, chiedi saggezza e l’avrai.

In tutto ciò nel caso in cui tu stia deliberatamente discepolando una persona oppure quattro, assicurati che stiate crescendo spiritualmente, dopo di che aiuta quelli che ti stanno intorno a crescere. Sono entrambi aspetti importanti che si supportano a vicenda.

 

Nota dell’editore: questo articolo è un adattamento estratto dal nuovo libro di Mark Dever ‘Discepolare: come aiutare gli altri a seguire Gesù’ (Crossway, 2016). Ogni permesso è autorizzato.

 

 

Traduzione a cura di Elena Merlini

 

Tematiche: Crescita spirituale, Discepolato

Mark Dever

Mark Dever 

 

E’ pastore della Capitol Hill Baptist Church a Washington, D.C. e autore di molti libri, incluso Discepolare (Ed Coram Deo) Nove segni caratteristici di una chiesa sana (Alfa Omega). Puoi saperne di più sul sito www.9marks.org o puoi seguirlo su Twitter.

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