C’è molto da imparare da John Newton, pastore e compositore di inni del diciottesimo secolo. L’autobiografia di Newton fu un bestseller e noi ancora oggi cantiamo le sue canzoni. Tutta la sua vita rappresenta un testamento della grazia sovrana di Dio nella salvezza di un misero peccatore, una storia ben raccontata nel suo celebre inno Stupenda Grazia.

Scrisse inoltre bellissime lettere a persone in difficoltà.

John Piper ha un meraviglioso messaggio biografico a proposito della vita di Newton intitolato: “John Newton: le forti radici della sua solita tenerezza”.

In particolare Newton ha molto da insegnare in tema di dibattito e di come dibattere come un calvinista. Qui di seguito, il Pastore John nel messaggio biografico sull’approccio dibattimentale di John Newton. Ecco cosa disse parlando a una sala piena di pastori.

 

Ora, probabilmente il modo migliore per approcciare il sentiero di tenerezza tracciato da Newton è quello di parlare del modo in cui gestiva il suo calvinismo, la sua dottrina e le controversie del suo tempo e così via.

È una cosa che mi interessa particolarmente e penso che possa interessare anche voi.

A questo punto vedremo la radice che porta il frutto della gentilezza, la radice della verità che porta il frutto della dolcezza, la radice dell’amore.

Penso che la sua pazienza e la sua sensibilità lo portarono da una parte ad un intellettualismo dottrinale e dall’altra all’indifferenza e noncuranza dottrinale.

 

Passione paziente

Parliamo per un momento alla sua pazienza e dolcezza in relazione alla sua dottrina.

Sono nella chiesa Bethlehem Baptist da venti anni ormai e inizio a sentirmi vecchio e le persone mi trattano come se lo fossi.

E quindi mi fanno molte domande, cos’hai fatto in quell’occasione, e in quell’altra e l’altra ancora? Ecco cosa disse John newton:

“Ho impiegato trent’anni a formare il mio personale punto di vista sulle cose e in questo lasso di tempo alcune colline della mia vita si sono abbassate e alcune valli si sono innalzate; ma sarebbe irragionevole per me pensare che tutto questo accada nella vita di un’altra persona nel giro di un anno o due” (Le opere di John Newton, 1:101).

Alcuni di voi hanno passato venti, trenta, quarant’anni a formare la propria teologia e potreste aver capito una o due cose, e così iniziate a insegnare e predicare queste cose ai membri delle vostre chiese, come se rappresentassero la loro espiazione.

“Predestinazione, affronteremo questo oggi, anche se siete già stati a due dei miei corsi su questo stesso tema”.

Ma a voi, vi ci sono voluti vent’anni per arrivare dove siete adesso.

Quindi Newton ci richiama ad essere gentili e pazienti nel pensare a questo.

Nessuno dei membri delle nostre comunità imparerà più velocemente di quanto abbiamo fatto noi e qualcuno magari, anche più lentamente.

Si, Newton aveva una forte passione nel predicare la verità, l’intera fede riformata di Dio per come lui l’aveva vissuta.

Ma non era convinto che il dibattito servisse allo scopo. Ecco cosa disse:

“Vedo l’inutilità del dibattito nel caso di Giobbe e dei suoi amici: perché se Dio non fosse intervenuto e loro vivessero ancora oggi, il loro dibattere non sarebbe cessato” (Opere, 1:106).

Così, Newton si applicò per evitare il dibatto e lo sostituì con una positiva dimostrazione della verità. Ecco cosa disse:

“Il mio metodo principale per sconfiggere l’eresia è stabilire la verità. Qualcuno cerca di riempire un cespuglio con la zizzania, ma se io arrivo prima a riempirlo di grano potrò inficiare i suoi tentativi” (Opere 1:100).

Newton sapeva, essendo calvinista, che la comprensione di tante gloriose e preziose verità, richiedeva un’illuminazione interiore, soprannaturale, da parte di Dio.

Quindi rendeva il suo approccio paziente e discreto. Ecco come lui stesso lo definiva:

“Sono un amico di pace e profondamente convinto che nessuno può proficuamente capire le grandi verità e dottrine del vangelo più di quello che Dio stesso gli insegna, e non desidero imporre i miei principi agli altri per mezzo del dibattito; anche se non mi sento obbligato a nasconderli” (Opere 3:303).

Newton affermò nell’introduzione degli Olney Hymns:

“Le rivelazioni che ho ricevuto circa le dottrine dalla grazia (Calvinismo) sono essenziali per la mia pace; non potrei vivere confortevolmente un giorno o un’ora senza. Credo quindi che esse siano affini alla santità e che abbiano una diretta influenza nel produrre e mantenere una conversazione evangelica; conseguentemente non posso vergognarmene” (Opere 3:303).

 

Solita tenerezza

Newton credeva anche:

“Che la causa della verità stessa potrebbe essere screditata da una gestione impropria…La Scrittura che…ci insegna COSA dovremmo dire, è altrettanto esplicita nel modo e nello Spirito secondo cui dovremmo parlare. Anche se avessi la conoscenza di tutti i misteri e la lingua degli angeli per annunciarli, non potrei sperare che vengano accettati o nella loro utilità, se non parlassi con amore” (Opere 5:131).

Ascoltate questo, dice:

“Di tutte le persone coinvolte in un dibattito, noi, che siamo chiamati calvinisti, siamo i più portati, dai nostri stessi principi, ad esercitare gentilezza e moderazione… la massima scritturale che “l’ira degli uomini non promuove la giustizia di Dio”, è verificabile nell’osservazione quotidiana. Se il nostro zelo è reso amaro da espressioni di rabbia, invettiva o disprezzo, potremmo pensare di prestare un servizio alla causa della verità, mentre, in realtà, non faremmo altro che screditarla” (Opere 1:127).

Newton notò che uno dei testi più calvinisti del Nuovo Testamento, richiama ad una paziente gentilezza. Sapete a quale sto pensando? Uno dei testi più calvinisti del Nuovo Testamento è 2 Timoteo 2:24-26:

24 Ora un servo del Signore non deve contendere, ma deve essere mite verso tutti, atto ad insegnare e paziente, 25 ammaestrando con mansuetudine gli oppositori, nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi perché giungano a riconoscere la verità, 26 e ritornino in sé, sottraendosi dal laccio del diavolo, che li aveva fatti prigionieri, perché facessero la sua volontà.

Wow, questo è un testo davvero potente. Dio porta al pentimento. Dio porta le persone a conoscere la verità. Quindi, qual è il nostro ruolo? Non contendere, ma miti verso tutti, atti ad insegnare e pazienti ammaestrando con mansuetudine: questo è il modo di agire calvinista. Non è stupefacente quello che è stato riassunto qui? Newton se n’era accorto. Voi ve ne siete accorti? Lo metterete in pratica?

 

Ciò che solo Dio può fare

E data questa verità calvinista che solo Dio porta al ravvedimento, che solo Dio apre gli occhi dei ciechi per vedere la verità, la preghiera diviene estremamente importante per lui.

Pregare significa chiedere a Dio di fare ciò che solo Dio può fare.

L’uomo non può farlo. Dio ha il compito di farlo. Predicate alle persone la domenica.

Non cambierete nessuno in modo evangelico, nel profondo del cuore. Dio ha il compito di farlo. Voi avete il vostro ruolo che è descritto qui in 2 Timoteo. Ma Dio deve portarlo a compimento. Quindi se non immergete tutto questo nella preghiera, state perdendo uno degli strumenti della grazia che Dio vi ha affidato.

E Newton disse questo a proposito della preghiera e del discutere, scrivendo ad un amico:

“In merito al tuo oppositore, spero questo, prima che tu prepari la tua penna per scrivere contro di lui e per tutto il tempo che preparerai la tua risposta, che tu possa affidarlo all’insegnamento e alla benedizione del Signore con preghiere sincere. Questo esercizio avrà come diretta conseguenza di riconciliare il tuo cuore ad amarlo e ad avere pietà per lui e tale disposizione di cuore avrà un’influenza positiva su ogni pagina che scriverai …. (se è un credente) vi incontrerete tra poco in paradiso e allora lui ti sarà più caro del più intimo amico che tu abbia qui sulla terra. Anticipate quel periodo nei vostri pensieri. Se non è un credente sarà allora più propriamente destinatario della tua compassione che della tua rabbia. Purtroppo, non sa quello che fa. Ma tu sai chi ti ha dato la possibilità di cambiare” (Opere 1:269).

Notoriamente non sei stato tu. Tu non ti sei cambiato da solo. Dio ti ha cambiato (1 Corinzi 4:7).

 

 

 

 

 

Tematiche: Biografie, Calvinismo, Chiedi al pastore John, Domande dei lettori al pastore John Piper, podcast


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John Piper

John Piper

È il fondatore di Desiring God, per il quale ricopre anche il ministero di insegnante, inoltre, è il rettore del Bethlehem College & Seminary. Ha servito per trentatré anni come pastore presso la chiesa battista Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, in Minnesota e ha scritto più di cinquanta libri, tra cui e Non sprecare la tua vita (Ed Coram Deo), Rischiare è giusto (Ed Coram Deo), Coronavirus e Cristo (Ed Coram Deo), Stupefatto da Dio (Ed Coram Deo) e Desiderare Dio.