I cristiani lottano con il peccato perché noi, in questa vita, siamo ancora peccatori. La presenza del peccato in noi non sarà sradicata fino a quel giorno glorioso in cui vedremo Gesù faccia a faccia. Che giornata sarà! Ma fino ad allora, combattiamo il peccato per fede, e possiamo sperimentare la sicurezza anche durante lotta. Ma crediamo anche che ci siano forme di “peccato volontario” che dimostrano un cuore che non è stato realmente salvato. Il che porta alla domanda di oggi di Josh.

“Ciao, pastore John. La mia domanda riguarda alcuni di quei duri versetti del libro di Ebrei, in particolare Ebrei 10:26–29. Lo scrittore sembra parlare della capacità di perdere la salvezza commettendo continuativamente un “peccato volontario”, come è stato definito. La mia domanda: Qual è l’opposto di un “peccato volontario”? È un peccato accidentale? O qualcos’altro? Mi sembra che, a causa della presenza della convinzione dello Spirito Santo, tutti i peccati commessi dal credente siano fatti volontariamente. C’è qualcosa che non comprendo in questi versetti?”

 

 

Josh ha ragione. Ebrei 10 ed Ebrei 6 spesso danno alle persone l’impressione che una persona possieda la pienezza della salvezza e poi la perda. Questi testi possono anche sembrare così, ma ci sono delle indicazioni che questo non è ciò che l’autore di Ebrei vuole comunicare.

La domanda di Josh è duplice:

  1. Questi versetti insegnano che possiamo perdere la nostra salvezza?
  2. Che cosa intende Ebrei 10:26 quando si riferisce al “peccare deliberatamente” (o “volontariamente”), poiché in un certo senso ogni peccato è un atto della volontà e quindi deliberato?

Due tipi di volenterosi

Il versetto chiave a cui si riferisce è questo: Infatti, se noi pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati,(Ebrei 10:26).

In altre parole, siamo al di là della salvezza.

Ora, due osservazioni su questa frase “se noi pecchiamo volontariamente” sono davvero importanti.

In primo luogo, la parola che si traduce volontariamente è il greco hekousiōs. Questa parola è usata in 1 Pietro 5:2 in questo modo: “pascete il gregge di Dio che è fra voi, sorvegliandolo non per forza, ma volentieri, non per avidità di guadagno ma di buona volontà, [hekousiōs]”. Buona volontà – ecco la stessa parola che traduciamo volontarimente in Ebrei 10:26.

Ora, ciò che questo uso dei termini mostra (e la ragione per cui lo cito) è che ci sono due diversi tipi di volontà, non è vero? Uno è desideroso e sincero, e l’altro è sotto costrizione.

In entrambi i casi, si potrebbe sostenere che gli anziani stanno realmente esercitando la loro volontà per pascere il gregge di Dio. Nel primo caso, con contentezza. È un atto che impegna l’intera volontà. È felice ed energico. Nell’altro caso, è riluttante, un atto che evidentemente è in netto contrasto della loro volontà perché preferirebbero fare qualcos’altro. Non vogliono veramente pascere il gregge di Dio, ma per denaro o per fama o per evitare sensi di colpa che li travolgono, pascolano il gregge di Dio.

 

I peccati che distruggono

Questa è una correzione all’assunto di Josh che tutti i peccati sono volontari – o tutti gli atti umani sono ugualmente volontari – poiché tutti gli atti, incluso il peccato, sono atti della volontà. Questo è vero. Sono atti della volontà. Li scegliamo.

Questo testo, Ebrei 10:26, sta dicendo qualcosa di più del fatto che il peccato che distrugge l’anima sia un atto della volontà. Certo, lo è, ma è più di questo. Tutti i peccati sono atti della volontà, ma non tutti i peccati distruggono. È un atto di volontà più intenzionale, coinvolto e sincero. Un atto che dimostra che non c’è realmente uno spirito rinnovato, che agisce come un freno che trattiene la volontà, almeno in parte.

 

Modelli di peccato

Ora ecco la seconda cosa da notare nella frase ” se noi pecchiamo volontariamente ” [o “deliberatamente” o “avidamente”]”. È quella parte di frase “se noi pecchiamo”, che è una buona traduzione del tempo presente del verbo greco per peccare.

In altre parole, non è un singolo atto; Non sono pochi atti; Non sono atti periodici. È piuttosto una continuità stabile e persistente nel peccare. Ciò che distrugge l’anima, ciò che la pone al di là del perdono nel versetto 26 non è il peccato di per sé, ma un modo di peccare entusiasta , deliberato, volontario, persistente e stabile.

Possiamo vedere quanto sia grave questa situazione osservando ciò che viene appena prima e ciò che viene subito dopo il versetto 26. Il versetto 26 inizia con la parola infatti, che mostra a quale tipo di peccato ci si riferisce nei versetti precedenti – vale a dire, il peccato di abbandonare la comunione cristiana e rifiutare ogni esortazione fraterna. In altre parole, questa persona si sta allontanando da Cristo e dalla sua chiesa.

Poi, se leggi dopo il versetto 26, specialmente il versetto 29, vedi che il modo di peccare è così profondo e ripetuto che è chiamato “calpestare il Figlio di Dio” e “profanare il sangue del patto col quale è stato santificato” e “oltraggiare lo Spirito della grazia” (Ebrei 10:29).

Questo è il punto dove sembra che possiamo perdere la nostra salvezza a causa dell’espressione “mediante il quale fu santificato”. Con un tale modo di peccare deliberato, continuo e stabile, potete profanare il sangue del patto mediante il quale siete stati santificati. Il che suona come: “Oh, beh, è stato salvato. Ma ora è al di là del perdono. Così puoi perdere la tua salvezza”.

Ci sono due passi in Ebrei che mi impediscono di arrivare a tale conclusione.

 

Smarriti e ritrovati.

Ho due passi che mi impediscono di affermare che il riferimento ad una qualche sorta di condizione di santificazione per la persona che è perduta, significhi che possiamo avere la piena esperienza della salvezza in Cristo ed essere in realtà perduti o perderla successivamente.

Ci sono due passi, Ebrei 10:14 ed Ebrei 3:14.

Ecco Ebrei 10:14 (vedi cosa ne pensi): Con un’unica offerta, infatti, egli ha reso perfetti per sempre coloro che sono santificati.

In altre parole, c’è un tipo di santificazione che garantisce l’essere perfetti per sempre. In altre parole, nessuno di quelli che vivono questa santificazione è perduto.

Ecco la seconda, Ebrei 3:14: Noi infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che riteniamo ferma fino alla fine la fiducia che avevamo al principio,

Nota, non dice: “Arriveremo ad essere partecipi di Cristo se ci manteniamo saldi fino alla fine”. Dice: siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che riteniamo ferma fino alla fine la fiducia che avevamo al principio, il che significa che se non perseveriamo fermamente, come la persona in Ebrei 10:26, allora non siamo mai stati resi partecipi di Cristo realmente. Questo è il chiaro insegnamento di Ebrei 3:14.

Non abbiamo perso la nostra parte in Cristo. Non l’abbiamo mai avuta.

 

Uniti a Cristo

La mia conclusione è che l’esperienza di santificazione a cui si fa riferimento riguardo la persona perduta di Ebrei 10:26 e 10:29 è una manifestazione del rinnovamento morale influenzato da Dio, nella persona che è stata assorbita dall’essere parte della chiesa, professando un qualche tipo di fede, essendo attratta da molte cose riguardo la fede cristiana e i credenti ma non arrivando mai veramente a credere in Cristo in modo tale da essere unita a lui – per avere parte in Cristo, alla vita eterna e salvezza.

La mia risposta a Josh è

  1. No, non credo che i veri credenti in Cristo perdano la loro salvezza.
  2. Penso che ci sia un tipo di peccato che è più deliberato, più volontario, più persistente del modo in cui un vero credente pecca – peccati che vengono confessati e perdonati.

 

 

 

 

 

 

 

 

Tematiche: Chiedi al pastore John, Domande dei lettori al pastore John Piper, Peccato, Perseveranza, podcast, Ravvedimento, Salvezza


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John Piper

John Piper

È il fondatore di Desiring God, per il quale ricopre anche il ministero di insegnante, inoltre, è il rettore del Bethlehem College & Seminary. Ha servito per trentatré anni come pastore presso la chiesa battista Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, in Minnesota e ha scritto più di cinquanta libri, tra cui e Non sprecare la tua vita (Ed Coram Deo), Rischiare è giusto (Ed Coram Deo), Coronavirus e Cristo (Ed Coram Deo), Stupefatto da Dio (Ed Coram Deo) e Desiderare Dio.