Quando smetti di dare consulenza?

 

 

Come pastore o consulente, come fai a sapere quando smettere di dare consulenza?

Mentre cerchi di decidere se smettere o no di consigliare, probabilmente ti renderai conto, con un po’ di disagio, che non ogni problema è stato risolto. Sentirai il bisogno di crescere di più oppure il desiderio della persona che la consulenza continui regolarmente, ma queste non sono ragioni adeguate per continuare il servizio di consulenza. Stabilire il momento per finire la consulenza è una decisione che dipende sempre da un giudizio che richiede molta saggezza. La decisione di terminare il processo di consulenza è a volte chiara, ma spesso non lo è.

È meglio pensare bene alla decisione di terminare il servizio di consulenza con qualche criterio chiaro. Considera questi indicatori due positivi e quattro meno piacevoli.

 

1 – La persona comprende il suo problema ed è in grado di affrontarlo.

L’indicatore migliore per terminare di offrire consulenza è quando la persona ha le capacità di rispondere nella fede ai suoi problemi e sta mostrando chiaramente di fare ciò. I sintomi si sono indeboliti: la depressione non è più così forte come prima; marito e moglie si sono riconciliati e hanno ricostruito la loro fiducia; il ragazzo schiavo della pornografia ha avuto una considerevole sospensione dal suo peccato sessuale. La pressione del problema originale non crea più scompiglio nelle loro vite. Improvvisamente, queste persone non sentono il bisogno di incontrarsi nuovamente con te e, nonostante l’amore che provi per loro, neanche tu ne senti più il bisogno.

 

2 – Nel corso della tua consulenza, l’assistenza data da un’altra persona risulta più efficiente.

Se stai facendo consulenza nel contesto della chiesa locale, potresti trovare altre coppie o persone da affiancare a quello che era il tuo assistito: spesso, queste altre persone diventano più efficienti di te nell’affrontare i problemi del suo cuore. Questa non è una minaccia alla tua posizione di pastore o consigliere, ma piuttosto un segno di come dovrebbe operare la chiesa. Dovrebbe emozionarti il fatto che altri mostrino una capacità o che hanno una visione che tu non possiedi. Se riconosci questo come il tuo caso, sarebbe meglio mettere altre persone ad assistere.

 

 

Purtroppo, non tutta l’assistenza finisce in modo positivo. Qualche volta motivi diversi forzano un passaggio ad altri assistenti o a tipi di assistenza differenti.

 

3 – Le cose non sembrano cambiare affatto.

Hai cercato di aiutare per un po’ di tempo, e le cose non sembrano andare da nessuna parte. Almeno apparentemente, gli assistiti si sono sforzati di cambiare, ma lo stesso problema con cui avevano iniziato li sta ancora distruggendo. Forse è persino diventato più grave. Questo può essere dovuto a una mancanza di comprensione o capacità da parte tua, oppure può essere dovuto a una durezza di cuore, all’ignoranza, o ad altri fattori da parte loro. Di solito è un po’ di entrambi, ma il punto è che niente sembra fare la differenza. Questo è un buon momento per considerare di passare il compito a qualcun altro.

 

4 – Non sono interessati a lavorare.

Ti troverai a consigliare in situazioni in cui gli assistiti useranno il tempo dell’incontro soprattutto per lamentarsi, spettegolare e reclamare. Quando arriva il momento di mettersi all’opera e studiare le Scritture, di pensare alle ragioni del cuore, di affrontare il peccato o i propri timori, non vogliono farlo. Queste persone aspettano che tu faccia tutto il lavoro faticoso durante gli incontri. Il consulente non serve le persone accontentandole nel “fare qualcosa” riguardo al loro problema venendo alla consulenza, quando si rifiutano di fare davvero qualcosa. Non lasciare che le persone si ingannino da sé pensando che stanno facendo un grande sforzo quando in realtà non è vero. Se non fanno i loro compiti e non sono interessati a rispondere alle tue domande, allora devi mettere fine alla consulenza per il loro bene.

 

5 – Non hanno fiducia in te.

Ci saranno anche situazioni in cui i tuoi errori sono dolorosamente evidenti. Forse hai sbagliato parlando del problema senza comprenderlo o rispondendo a loro in piena frustrazione. Hai dimenticato appuntamenti o non sei stato in grado di inserirli nella tua agenda senza una ragionevole alternanza. Sai che due cose sono vere riguardo a te stesso: tu sei un peccatore e tu sei umano. Il punto è che loro hanno perso fiducia in te – per colpa tua o per delle loro aspettative irreali. In ogni caso, le persone non seguiranno la tua guida se non hanno fiducia in te, ed è il momento di mettere fine alla consulenza. Se non hanno la volontà di avere fiducia nel consiglio di nessun altro nella chiesa, potrebbe anche essere il momento per loro di passare a un’altra chiesa.

6 – Hanno bisogno di più aiuto di quanto tu ne possa offrire.

Il loro problema è così intenso da necessitare più tempo o esperienza di quelli che tu puoi offrire. Tu vorresti avere più tempo da passare con loro, ma portare avanti le altre tue responsabilità diventerebbe impossibile dal momento che loro avrebbero bisogno di più di una sola ora alla settimana di conversazione. Per esempio, la dipendenza dalle droghe può diventare così fuori controllo che coloro che sono in difficoltà hanno bisogno di interventi quotidiani.

Vorresti avere più capacità per conoscere i contorni di un particolare problema, ma non hai la conoscenza, la capacità o il tempo necessario per esaminarne la complessità. Adesso, tieni a mente, il limite di quello che sei in grado di gestire è molto più grande di quanto tu possa realizzare. Ma noi vogliamo anche riconoscere che certi problemi sono diventati così spiritualmente complicati o fisiologicamente impressi che dovresti cercare qualcuno con maggiori capacità. L’obiettivo non è farli passare per qualcun altro: piuttosto, è dargli l’aiuto necessario.

Non sentirti come un fallito se devi mandarli da qualcun altro nella chiesa (un altro pastore o un altro credente maturo) o da qualcuno esterno alla chiesa (un consulente o un dottore nella tua comunità). Qualche volta il modo migliore per prendersi cura di loro non è continuare l’opera da soli, ma indirizzarli nella giusta direzione – verso qualcuno che possa dedicargli il tempo adeguato e l’attenzione che necessitano.

Se qualcuno di questi indicatori si applicano alla tua situazione, è probabilmente il momento di mettere fine alla consulenza organizzando un incontro finale.

Qualcuno sarà più che felice di sapere che il servizio di consulenza è finito. Altri saranno in allarme. Per questi ultimi, l’incontro finale sarà considerato come un assassinio. Loro vogliono che la consulenza continui molto più a lungo di quanto sia necessario, forse persino discutendo con te riguardo al fatto che essi hanno bisogno di più aiuto.

Se tu, nella tua saggezza (e non nella tua impazienza), sei arrivato alla conclusione che le cose dovevano cessare, allora sii gentile e resta sulla tua decisione di portare le cose a una conclusione.

Non lasciare che le insidie e le pressioni delle persone eccessivamente bisognose decidano la velocità della tua consulenza.

Ascolta umilmente i loro problemi; prega per questi; e poi scegli tu la cosa migliore.

 

 

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Nota dell’editore: Il seguente testo è un estratto dal recente libro di Jeremy Pierre e Deepak Reju The Pastor and Counseling: The Basics of Shepherding Members in Need (Crossway, 2014). Apparve per la prima volta nel website del gruppo di consulenza biblica.

 

Traduzione a cura di Francesca Farolfi.

Tematiche: Consulenza Biblica, Cura pastorale, Discepolato

Deepak Reju

Deepak Reju 

 

E’ un pastore associato della Chiesa battista Capitol Hill di Washington, D. C. Ha un dottorato in consulenza biblica ottenuto al Southern Baptist Theological Seminary.

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