Quattro modi per pregare per il tuo pastore
La preghiera è essenziale per la vita cristiana. Alcuni di noi adottano un approccio sistematico: annotano le richieste e pianificano momenti specifici per un’intima comunione con il Signore. Altri, invece, sono più spontanei, portando le loro richieste a Dio man mano che vengono in mente durante la giornata.
Indipendentemente dal nostro stile, faremmo bene ad aggiungere un elemento vitale ma spesso trascurato alla nostra routine: pregare per i nostri pastori. Potremmo conoscere bisogni specifici per cui intercedere, ma anche se non sappiamo nulla di preciso, possiamo comunque pregare in modo generale, prendendo come guida l’ultima esortazione di Paolo a Timoteo:
“Ma tu sii vigilante in ogni cosa, sopporta le sofferenze, svolgi il compito di evangelista, adempi fedelmente il tuo ministero” (2 Timoteo 4:5).
Questa breve esortazione ci mostra quattro modi in cui possiamo pregare per i nostri pastori.
1) Prega che il tuo pastore sia sobrio e lucido
Paolo dice a Timoteo di “essere sobrio in ogni cosa” nel suo ministero — o, secondo la traduzione della Nuova Diodati, di «conservare la calma in ogni circostanza». I pastori hanno bisogno che i membri di chiesa preghino affinché i loro pastori restino saldi e lucidi in ogni situazione.
I pastori affrontano costantemente due grandi tentazioni: da una parte l’orgoglio causato da lodi eccessive; dall’altra l’avvilimento provocato da critiche inutili o mal indirizzate. Un anonimo ha scritto un ironico profilo del “pastore perfetto” che rende l’idea delle aspettative irrealistiche che spesso gravano sui ministri:
“I risultati di un sondaggio indicano che il pastore perfetto predica esattamente per quindici minuti. Condanna il peccato ma non fa mai vergognare nessuno. Lavora dalle 8:00 a mezzanotte ed è anche un addetto alle pulizie della chiesa. Guadagna 60 euro a settimana, indossa abiti eleganti, guida un’auto nuova e dona 50 euro a settimana ai poveri. Ha ventotto anni, predica da venticinque, è straordinariamente gentile e attraente, adora lavorare con gli adolescenti e passa ore con gli anziani. Visita ogni giorno quindici famiglie, ammalati e anziani, ed è sempre disponibile quando lo si cerca.
Se il tuo pastore non è all’altezza, manda questa lettera ad altre sei chiese che sono stanche del loro pastore. Poi “impacchetta” il tuo pastore e spediscilo alla prima chiesa in lista. In una settimana riceverai 1.643 pastori, e uno di loro sarà sicuramente perfetto”.
Questa satira fa sorridere, ma non è troppo lontana dalla realtà di ciò che molti si aspettano dai pastori. Solo una persona può soddisfare le aspettative di tutti i membri di una chiesa, e non è il pastore: è Gesù!
Dobbiamo pregare affinché i nostri pastori mantengano la lucidità in ogni circostanza.
2) Preghiamo che il pastore sappia sopportare la sofferenza
Paolo poi affronta il tema della sofferenza nel ministero. I pastori del primo secolo affrontavano difficoltà molto concrete: persecuzioni da parte dei Romani e falsi insegnamenti all’interno della chiesa. Qualunque fosse la prova, è essenziale che ogni generazione di pastori non ricerchi la sofferenza, né se ne lamenti, ma impari a sopportarla.
Prendiamo ad esempio la predicazione. Potremmo non considerarla una forma di sofferenza, ma preparare e annunciare fedelmente la Parola comporta comunque un certo peso. Paolo sottolinea l’importanza del compito in 2 Timoteo 4:1,2:
“Ti scongiuro, davanti a Dio e a Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per la sua apparizione e il suo regno: predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza”.
Che compito immenso! Anche se non conosciamo le difficoltà specifiche che il nostro pastore affronta di settimana in settimana, il semplice carico della vita pastorale è pesante. Dobbiamo dunque pregare che resti fedele e perseveri.
3) Preghiamo che il pastore svolga l’opera di evangelista
Poi Paolo esorta Timoteo a impegnarsi nell’evangelizzazione, cioè nell’annunciare la Buona Notizia di Gesù. Questo è forse uno degli aspetti più trascurati del ministero pastorale. Presi tra la cura pastorale e la predicazione, molti pastori purtroppo mettono da parte l’evangelizzazione.
Ma proprio perché immersi nel contesto ecclesiale, anche loro devono evangelizzare: nonostante non lavorino in contesti secolari, questo non è un motivo per trascurare i perduti. Paolo è chiaro: “Qualunque siano i tuoi privilegi e i tuoi compiti pastorali, abbi a cuore anche coloro che non conoscono Cristo”.
Preghiamo che Dio metta un peso sul cuore dei nostri pastori per i perduti. Che siano pastori-evangelisti, impegnati come Paolo a “guadagnare il maggior numero di persone” a Cristo (1 Corinzi 9:19).
4) Preghiamo che il pastore adempia il suo ministero
Infine, Paolo dice a Timoteo: “adempi fedelmente il tuo servizio”. In altre parole: “Non mollare, ma portalo a termine fino in fondo”. Paolo ha in mente un ministero di lunga durata, e desidera che Timoteo, e ogni pastore dopo di lui, possa dire alla fine della sua vita ciò che egli stesso ha detto:
“Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede” (2 Timoteo 4:7).
I nostri pastori, alla fine del loro servizio, forse non potranno dire: “Sono stato brillante”, o “Ho avuto un enorme successo”. Ma non è questo che dovremmo desiderare per loro. Non cerchiamo il successo, ma la fedeltà.
Preghiamo che i nostri pastori rimangano fedeli a Cristo e alla Sua Parola, svolgendo fino alla fine tutto ciò che il loro ministero richiede.
Usando 2 Timoteo 4:5 come guida, sei disposto a impegnarti a pregare con costanza, sistematicità e fedeltà per il tuo pastore? Sei pronto a incoraggiarlo, chiamarlo, chiedergli come puoi pregare per lui? Sei pronto a scrivergli una lettera di incoraggiamento?
Non devi conoscere ogni dettaglio della sua vita. A prescindere dalle circostanze, prega che sia lucido, perseverante nella sofferenza, evangelizzatore dei perduti e fedele fino alla fine del suo ministero.
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