7 pessime ragioni per cui lasciare la chiesa

 

Smetti di perlustrare il “mercato” delle chiese

 

Nella nostra società consumistica, dove il senso comune dice che dovremmo essere fedeli a dei prodotti o dei brand solo finché soddisfano i nostri bisogni e i nostri gusti, può essere facile per chi va in chiesa trovare delle motivazioni anche minime per lasciare una chiesa. La più piccola discrepanza di preferenze o il minimo sconforto possono spingere chi va in chiesa a diventare un cliente che perlustra il “mercato” alla ricerca della chiesa irraggiungibilmente perfetta.

Ci sono dei buoni motivi per lasciare una chiesa (vedi articolo), ma ce ne sono anche di pessimi.

Quali sono alcuni dei più comuni, ma anche definitivamente pessimi, motivi per cui potremmo essere tentati a lasciare la chiesa che frequentiamo?

 

Eccone sette:

1. Gli altri fedeli ti irritano

Uno degli aspetti più interculturali e stimolanti della chiesa Cristiana è che attrae persone provenienti da background molto diversi fra loro. Questo è ciò che fa l’evangelo! Il che significa che molto probabilmente ti ritroverai ad adorare insieme a persone con le quali normalmente non sceglieresti mai di interagire. E potrebbe essere imbarazzante e irritante. Ma non lasciare che questo ti spinga ad andartene per cercare una chiesa piena di persone uguali a te. Farlo significherebbe pregiudicare la potenza stessa dell’evangelo, capace di uguagliare ed unificare le linee divisorie naturali (vedi Galati 3).

 

2. La tua “causa” non viene perorata abbastanza

Molti lasciano la chiesa quando lanciano un’idea o intraprendono una crociata per un programma, ma non ottengono risultati. Forse la leadership della chiesa la boccia o forse semplicemente la chiesa ha poco interesse per la tua causa. E ci sta!

Non andartene per cercare un’altra chiesa che sostenga la tua idea. Al contrario, perché non rimani e vedi quali programmi già esistenti hanno slancio nella chiesa, e non li persegui?

 

3. Il culto non è del tuo stile preferito

Che si tratti di musica a volume troppo alto o troppo lenta, di una predicazione troppo attualizzata o troppo espositiva, o una serie di altri disallineamenti alla propria lista di gusti e preferenze, la frustrazione per il culto è uno dei motivi principali per cui la gente abbandona la chiesa. Ma non deve essere così.

La verità è che fare un culto che spazia al di là della propria zona comfort e delle proprie preferenze di stile può essere salutare, può coltivare l’umiltà e focalizzare il culto più su Dio che sui nostri desideri da consumatori.

 

4. Nei dintorni si è aperta una chiesa che va di moda

Lo vedo più e più volte qui nel sud della California. Persone vanno in una chiesa e “stanno tutte lì” per un breve tempo, forse un anno o due. Ma poi l’eccitazione svanisce. Si annoiano. Nei dintorni viene aperta una chiesa nuova di zecca, con un bel podcast e un worship leader famoso, e la persona annoiata se ne va a provare nuovi gusti in città.

Perché non è una buona idea? Perché il ciclo continuerà all’infinito. Le chiese che vanno di moda oggi diventeranno sempre le chiese noiose di domani.

 

5. Il tuo pastore preferito se n’è andato

Questa è una motivazione comune per chi va via dalla chiesa. Il culto della personalità è forte nelle chiese americane. Pastori che sono celebrità, che hanno una platea e hanno scritto libri, attraggono naturalmente grandi folle nelle loro chiese. E quando se ne vanno, le folle spesso li seguono. Ma fissare la propria esperienza di chiesa alla presenza di un pastore, per quanto dinamico possa essere, non è salutare.

Una chiesa è più che il suo o i suoi pastore/i.

 

6. Il tuo cuore non è più lì

Spesso sento persone che se ne sono andate via da una chiesa dire che “il loro cuore non era più lì”. Vanno dietro alle emozioni. Sentono che andare in chiesa è obbligatorio, legalistico e inautentico. Perciò smettono di andarci. Ma per quanto “autentiche” queste emozioni possano essere, questo è un motivo sbagliato per cui lasciare una chiesa.

Perché? Perché ogni relazione ed impegno nella vita ha dei momenti in cui “il cuore non c’è più”, almeno non come agli inizi. Ma è normale. E non è un motivo per cui arrendersi.

 

7. Non trai molto dai culti della domenica

È diventato normale parlare di culti di chiesa in termini di “cosa ne traggo”.

Per esempio, dopo la riunione ci chiediamo l’un l’altro: “Cosa hai ricevuto dal sermone?”. Purtroppo questa posizione è semplicemente consumistica se applicata alla chiesa poiché pone la chiesa in termini di quello che possiamo trarne da essa, e quindi quando essa smette di darci dei benefici evidenti o un valore aggiunto, semplicemente ce ne andiamo.

Ma la chiesa non dovrebbe essere solo ciò da cui traiamo qualcosa, ma anche cosa diamo, come serviamo e come edifichiamo il corpo.

 

 

Tradotto in italiano da Susanna Giovannini

 

Libro suggerito per la lettura

 

 

Tematiche: Chiesa, Crescita spirituale, Membri di chiesa

Brett McCracken

Brett McCracken

 

Ricopre il ruolo di redattore per The Gospel Coalition ed è l’autore dei libri Uncomfortable, Hipster Christianity e Grey Matters. Vive con sua moglie nella California meridionale, dove serve come anziano presso la chiesa Southlands Church.

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