Coronavirus e la paura più grande: Cosa vorrebbe Gesù che tu sapessi (parte 2)

Verità 2: C’è speranza in Cristo dopo la morte – Giovanni 11:25-26

 

La buona notizia è che il nostro peccato non impedisce a Gesù di porre rimedio al problema del giudizio incombente. Infatti, la notte in cui Gesù Cristo nacque, gli angeli dal cielo annunciarono “pace in terra agli uomini ch’egli gradisce!” (Luca 2:14). La venuta di Gesù Cristo significa che c’è speranza per una pace tra l’uomo peccatore e Dio. Anziché temere il giudizio del nostro peccato, possiamo fondare la nostra speranza per il futuro sulla pace che Gesù, e solo Gesù, ci offre. Questo ci permette di considerare la morte con speranza.

 

Il secondo passo che ci aiuta a rispondere alla domanda “Cosa direbbe Gesù riguardo alla morte e al Coronavirus?” è quando Gesù ha dato speranza di vita eterna in seguito alla morte di un caro amico, Lazzaro. Gesù è stato rattristato dalla sua morte e dalla sofferenza che vedeva in coloro che amavano Lazzaro. Piangendo ha dimostrato una profonda emozione. Gesù può condividere e identificarsi con la tristezza, il dolore e il lutto che accompagnano la morte.

 

Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26 e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?» (Giovanni 11: 25).

 

Quando ci troviamo davanti alla morte di una persona cara, quando ci troviamo davanti alla morte di migliaia di nostri connazionali, Gesù non desidera che contempliamo solo il destino dei defunti (su cui non abbiamo nessun controllo), ma che riflettiamo sul nostro rapporto con Dio e con il destino eterno. Non è facile ma è necessario.

 

Gesù dice di essere “la risurrezione”. La parola “risurrezione” è carica di speranza. Dà rilievo al fatto che solo Lui può risorgere ed ha quindi il potere della vita nelle proprie mani. Nell’affermare di avere l’autorità di risuscitare i morti, Gesù si mette alla pari con Dio suo Padre. Risuscitare è qualcosa che solo Dio può fare. Gesù dimostra di avere questo potere unico quando ha risuscitato Lazzaro dalla morte.

 

Infine, la vera speranza in mezzo al Coronavirus non è trovare un vaccino (anche se ce lo auguriamo tutti) o di sopravvivere all’emergenza. La vera e l’unica speranza per chi ha timore della morte risiede in una persona, Gesù Cristo, perché egli userà questo potere per chi crede in Lui. C’è chi dubita dell’esistenza della vita dopo la morte o che ci sia una risurrezione, ma le promesse di Cristo sono autorevoli e veritieri e mettono in fuga i nostri dubbi. “Chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà”.

 

Gesù è veramente in grado di ribaltare la morte anche per noi come ha fatto per Lazzaro? Cosa rende Gesù in grado di sconfiggere la morte per noi? La risposta ha le sue radici in due eventi storici, la crocifissione e la risurrezione di Gesù.

 

Tanti negano la fede cristiana evangelica perché non credono che un uomo possa risuscitare, eppure la tomba di Gesù Cristo rimase vuota. Questo fatto, insieme ad altri, sono l’evidenza principale con cui chi non crede deve confrontarsi. Nei secoli sono stato avanzate diverse teorie per smentire la risurrezione di Gesù Cristo, ma sono state confutate dalla testimonianza oculare degli apostoli e di altre persone che lo hanno visto quando è apparso a una folla di cinquecento persone contemporaneamente.

 

Quando Gesù è uscito dalla tomba, la morte è stata sconfitta. La risurrezione ci assicura che le promesse di Gesù Cristo sono vere e attendibili. Un Salvatore che è morto non sarebbe in grado di dare vita eterna a nessuno e non potrebbe risuscitare nessuno. Gesù è vivo oggi e promette la vita eterna a colui che confida in Lui.

 

Alcuni si illudono, pensando di essere sufficientemente bravi per meritare il Paradiso. Se è vero che possiamo fare affidamento sui nostri meriti, perché è stata necessaria la morte di Cristo? La crocifissione e la risurrezione di Gesù Cristo smentiscono l’idea che possiamo guadagnare la nostra salvezza per mezzo delle nostre buone opere o che ci possiamo salvare se siamo migliori degli altri o se non commettiamo peccati gravi. Non troviamo scritto da nessuna parte nella Bibbia che possiamo evitare l’inferno o che ci possiamo salvare attraverso riti, opere o sacramenti.

 

Anche il nostro peccato deve essere punito perché Dio è santo e giusto. Abbiamo tutti peccato (Romani 3:23) e come dice un’altra Scrittura: “Non c’è sulla terra nessun uomo giusto che faccia il bene e non pecchi mai” (Ecclesiaste 7:20). Se mai ci fosse la possibilità di perdonare i nostri peccati, Dio dovrebbe farlo senza compromettere o minimizzare la sua giustizia. Il peccato deve essere punito.

 

Dio, per la sua misericordia e il suo amore, ha mandato Gesù Cristo, suo Figlio, per sostituirsi a noi che meritiamo l’ira giusta di Dio. La Scrittura dice che Cristo è morto per i nostri peccati (Romani 5:8) e che “Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità” (Isaia 53:5). Cristo non è morto solo per darci un esempio di amore sacrificale. Cristo è morto al posto nostro per farci riconciliare a Dio. La Scrittura dice che Cristo non ha conosciuto peccato (cioè non aveva mai peccato), ma è diventato peccato per noi (2 Corinzi 5:21). Sulla croce Cristo non è diventato peccatore, ma è stato punito come se fosse stato un peccatore come noi.

 

Per un peccatore, la morte è la pena inflitta per il peccato, come dice la Bibbia: “Il salario del peccato è la morte” (Romani 6:23). La bellezza del Vangelo sta nel fatto che Cristo si è fatto carico delle colpe e delle pene di chiunque avrebbe creduto in Lui. Gesù si è offerto come vittima sacrificale che ha placato l’ira di Dio contro ciascun peccatore che si sarebbe rifugiato in Lui.

 

Cristo ha vinto la morte e ciò dimostra che la giustizia di Dio è soddisfatta e la sua ira placata definitivamente, vale a dire, il sacrificio di Gesù è sufficiente e non deve essere mai più ripetuto. Se non fosse stato così, non sarebbe risuscitato. Sarebbe rimasto nella tomba. Per questo motivo, Cristo è in grado di ribaltare la nostra morte per mezzo della propria crocifissione e risurrezione.

 

Gesù dice: “Chi crede in me, anche se muore, vivrà”. È di Cristo e di Cristo soltanto ciò di cui abbiamo bisogno. La crocifissione e la risurrezione di Cristo spalancano a chi crede le porte della vita eterna. La salvezza non è qualcosa che riceviamo alla fine della nostra vita, se facciamo il nostro dovere e se facciamo del bene. Secondo Gesù, la salvezza è ora ricevuta per fede. La strada della salvezza si imbocca non per nazionalità, non per battesimo, non per sacramento o per altro rito, ma per fede soltanto.

 

Il vero credente si affida alla Sua parola e alle Sue promesse e si sottomette al Signore Gesù Cristo. La fede che salva va oltre la fede nei miracoli di Cristo e si aggrappa a Colui che è stato mandato dal Padre per cancellare il peccato. Gesù dice che dobbiamo credere che è morto per i nostri peccati personali. Dobbiamo fare affidamento sul Suo sacrificio al posto nostro e su nessun’altra cosa.

 

La domanda di Gesù “Credi tu questo?” è un invito a ciascuno di noi a considerare seriamente e personalmente lo stato della propria anima. Abbiamo veramente creduto nella promessa di vita eterna? Se crediamo veramente in Cristo e in lui soltanto, il nostro peccato è perdonato definitivamente e non dobbiamo più avere timore del giudizio di Dio dopo la morte. La pace e la speranza che nascono da Cristo e le Sue parole ci permettono di vivere al di sopra delle paure e delle ansie. Dobbiamo chiederci: “Ho io una tale speranza?”.

 

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Tematiche: Guarigione, Paura, Prova, Speranza, Vangelo, Vita Cristiana

Massimo Mollica

Massimo Mollica 

 

Italo-americano, cresciuto a Los Angeles.  Dopo la laurea in ingegneria meccanica (B.S., UCLA) ha lavorato sul disegno di motori a razzo per lo Space Shuttle (The Boeing Company) e al progetto di pacemaker e defibrillatori cardiaci impiantabili. In seguito, ha frequentato il seminario teologico The Masters’ Seminary a Los Angeles, California, dove si è laureato in teologia nel 2009 (Master of Divinity). Dal 2003 Massimo è sposato con Susanna e hanno 4 bambini. Trasferiti a Perugia dal 2010 al 2015. Nel 2016 si sono spostati a Genova dove insieme al pastore Matt Johnston hanno inziato a lavorare alla fondazione della chiesa Lux Evangelica (puoi visitare il sito luxevangelica.org).

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