Ciao a tutti e benvenuti.

Oggi il pastore John si unirà a noi per rispondere a una domanda che ci è arrivata da un credente di Hong Kong.

 

“Pastore John, cosa posso dire a un mio amico che si rifiuta di studiare la Bibbia da solo, pensando di poter ottenere tutte le risposte da insegnanti online come lei o altri?

Lui pensa che trascorrere ore ad ascoltare delle predicazioni buone e fedeli dalle Scritture sia meglio che leggere la Bibbia da soli.

Crede che i sermoni siano meno confusi e più efficienti ai fini della comprensione del messaggio biblico.

Lei come dimostrerebbe il contrario?”

 

 

Quando ho visto questa domanda, ho sentito il forte desiderio di dire qualcosa in proposito, perché proprio questa mattina, quando ho letto la domanda, stavo parlando via Zoom con due cari amici e gioivo insieme a loro a motivo del Salmo 119:97-100, un testo che affronta proprio questo aspetto e che si ricollega alla mia esperienza personale.

Questi versetti mi hanno fatto venire una gran voglia di aiutare questo giovane fratello a rendersi conto del valore di quello che si sta perdendo e del pericolo che corre se continua a pensare che dei semplici insegnanti umani possano sostituire la Parola di Dio, diventando l’oggetto della sua meditazione.

Vorrei quindi iniziare con questo passo delle Scritture per mostrare quanto esso sia rilevante ai fini della domanda che ci è stata posta e cosa esso ha significato nella mia esperienza personale.

Infine fornirò altre due ragioni per le quali il suo amico dovrebbe principalmente dedicarsi a una meditazione personale e seria della Parola di Dio, accompagnata dalla preghiera, invece di presupporre che sia meglio ricevere la Parola di Dio sempre filtrata attraverso insegnanti umani.

Ecco cosa ha scritto il salmista nel Salmo 119:97-100:

“Oh, quanto amo la tua legge!
Essa è la mia meditazione per tutto il giorno.
I tuoi comandamenti mi rendono più saggio dei miei nemici,
perché sono sempre con me.
Ho maggior intendimento di tutti i miei maestri,
perché i tuoi comandamenti sono la mia meditazione.
Ho maggior intelligenza dei vecchi,
perché osservo i tuoi comandamenti”.

 

Quand’ero all’università in Germania, circa quarantacinque anni fa, per conseguire il dottorato in teologia, ero sulla ventina.

Ero circondato da studiosi di fama mondiale e altamente competenti, i quali non credevano che le Scritture fossero la Parola di Dio e non condividevano il mio amore per il Vangelo.

Dati i miei limiti, sapevo che non sarei mai riuscito a leggere quanto loro, ad avere una memoria come la loro o a ricordare tanti eventi storici quanti ne ricordavano loro.

Tuttavia, il Salmo 119:99 mi incoraggiò moltissimo.

Esso ebbe un potente effetto sulla mia perseveranza e sulla mia fiducia nel fatto che Dio si sarebbe rivelato, mi avrebbe preservato dall’errore dottrinale e si sarebbe servito di me (tanto quanto quelle persone o persino di più) affinché avessi un impatto sul mondo per il Suo nome.

Ecco cosa dice il versetto: “Ho maggior intendimento di tutti i miei maestri”.

Veramente? Come si fa a dire una cosa del genere? “Perché i tuoi comandamenti sono la mia meditazione”.

Ora, quando il salmista disse questo, è molto probabile che stesse parlando di insegnanti stimati che leggevano nella Parola di Dio le stesse cose che leggeva lui.

La differenza è che il salmista credeva che una meditazione personale, diretta, costante e piena d’amore per la Parola di Dio avrebbe prodotto nella sua mente e nel suo cuore un discernimento e un intuito che lo avrebbero protetto dagli errori dei suoi maestri, dandogli una comprensione autentica, personale e vera di Dio e delle sue vie.

Tale comprensione avrebbe persino superato quello che egli aveva imparato dai suoi maestri o quello che essi avevano imparato con il loro metodo di studio.

Quel versetto mi protesse e fu per me estremamente importante e incoraggiante.

Non mi sentivo più alla mercé degli studiosi.

Avevo accesso a qualcosa di così potente e prezioso che attraverso una meditazione personale, costante, ponderata, rigorosa, accompagnata dalla preghiera e piena d’amore, avrei notato, compreso e assaporato cose che quegli insegnanti non notavano, non comprendevano e non assaporavano.

Francamente, ripensandoci ora che sono passati cinquant’anni, credo sia vero.

Credo che Dio mi abbia permesso di vedere cose bellissime che molti dei miei insegnanti più sofisticati e persino più intelligenti di me non vedevano.

Il testo è ancora più sorprendente.

Ecco quello che ho notato stamattina mentre meditavo su questi versetti insieme ai miei amici.

È scritto: “I tuoi comandamenti mi rendono più saggio dei miei nemici, perché sono sempre con me”

(Salmo 119:98).

A metà dice proprio quello di cui stavo parlando prima:

“Ho maggior intendimento di tutti i miei maestri, perché i tuoi comandamenti sono la mia meditazione”

(Salmo 119:99).

Proseguendo: “Ho maggior intelligenza dei vecchi, perché osservo i tuoi comandamenti” (Salmo 119:100).

Ci sono quindi tre fasi:

  1. La tua Parola è sempre con me.
  2. Essa è la mia meditazione costante.
  3. Le obbedisco.

Quando faccio questo, supero tre gruppi di persone in tre modi:

  1. Supero i miei nemici, presumibilmente evitando le loro insidie, affinché non mi ingannino e non mi portino alla rovina.
  2. Supero i miei maestri nella loro comprensione dottrinale, affinché non mi portino a credere in false dottrine.
  3. Supero gli anziani, affinché la loro esperienza di vita non mi intimidisca qualora dovesse portarmi lontano dalle vie di Dio.

Perciò, la prima risposta che posso dare al nostro amico di Hong Kong è questa: credi a queste parole?

Credi alle Scritture?

Credi che avere la Parola di Dio con te, meditarla giorno e notte e ubbidirle produrrà maggior intuito e saggezza nella tua vita rispetto a quanto faccia il dipendere sempre da altri insegnanti umani?

È questa la domanda a cui devi rispondere: ci credi?

Ti accontenterai di essere un proprietario di seconda mano per il resto della tua vita, alla luce del Salmo 119:99 e delle sue promesse?

Ecco la mia seconda risposta: la Bibbia dice chiaramente che quando qualcuno profetizza o ci insegna qualcosa, dobbiamo “provare ogni cosa” e “ritenere il bene” (1 Tes. 5:21).

Dobbiamo “provare gli spiriti” (1 Gv. 4:1).

Paolo ci dà il criterio per questo test in 1 Corinzi 14:37-38:

“Se uno si stima essere profeta o spirituale, riconosca che le cose che vi scrivo sono comandamenti del Signore. E se uno lo vuole ignorare, lo ignori”.

In altre parole, il criterio in base al quale dobbiamo giudicare la veridicità e l’autenticità degli insegnanti è la parola di Paolo, la parola apostolica, non la parola di insegnanti umani, incluso John Piper.

Perciò, la domanda che farei al nostro giovane amico di Hong Kong è la seguente: se gli insegnanti umani sono il tuo unico mezzo per comprendere la Parola di Dio, con quale criterio valuterai tali insegnanti?

Infine, c’è una terza cosa che vorrei dire: credo ci sia un problema d’amore, ovvero un problema nel modo in cui questo fratello ama Dio e la sua preziosa Parola.

Se hai sempre bisogno che il cibo della Parola di Dio sia speziato con le parole di un essere umano fallibile, c’è qualcosa che non va nelle papille gustative della lingua della tua anima.

Qualcosa non funziona.

Dici mai con il salmista: “Oh, quanto amo la tua legge! Essa è la mia meditazione per tutto il giorno” (Salmo 119:97)?

Tanto per intenderci, se ogniqualvolta che un amante riceve una lettera dalla sua amata non la legge lentamente, c’è qualcosa che non va in quella relazione d’amore.

Non posso fare a meno di pensare a quand’ero un istruttore di nuoto della Croce Rossa nel 1967 ed ero follemente innamorato di Noël, la quale viveva a mille chilometri di distanza.

Quando vedevo quelle lettere color lavanda nella cassetta della posta, andavo nel bosco e le odoravo.

Se ogniqualvolta che un amante riceve una lettera dalla sua amata invece di leggerla e di odorarla lentamente (come se volesse assaporare ogni parola che riveli i pensieri e i sentimenti dell’amata), cerca qualcun altro che la legga al posto suo e gli dica cosa c’è scritto, quella relazione è difettosa.

È una cosa seria.

Forse il problema di fondo è che il nostro amico ha intellettualizzato così tanto la sua fede che l’unica cosa a cui riesce a pensare, l’unica cosa dalla quale egli crede di ricevere un beneficio è la spiegazione verbale.

Sono molte le persone che pensano ai sermoni in questo modo.

Pensano solo: “Ho bisogno di sapere; ho bisogno di altre informazioni, di un’altra spiegazione” piuttosto che provare l’esultanza che un amante prova in cuor suo nel leggere le parole della sua amata.

Ecco quindi le mie tre domande:

  1. Credi al Salmo 119:99?
  2. Come giudicherai l’affidabilità dei tuoi insegnanti con la Parola di Dio?
  3. Perché eviti di assaporare la tua Lettera d’amore in modo immediato e autentico chiedendo a qualcun altro di leggerla per te?

 

 

 

 

Tematiche: Chiedi al pastore John, Domande dei lettori al pastore John Piper, Insegnamento biblico, podcast, Predicazione, Social media, Vita Cristiana


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John Piper

John Piper

È il fondatore di Desiring God, per il quale ricopre anche il ministero di insegnante, inoltre, è il rettore del Bethlehem College & Seminary. Ha servito per trentatré anni come pastore presso la chiesa battista Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, in Minnesota e ha scritto più di cinquanta libri, tra cui e Non sprecare la tua vita (Ed Coram Deo), Rischiare è giusto (Ed Coram Deo), Coronavirus e Cristo (Ed Coram Deo), Stupefatto da Dio (Ed Coram Deo) e Desiderare Dio.