Se non ti importa di Tito 2, non sei una chiesa in buona salute!

 

 

 

Se non t’interessa preparare le donne affinché insegnino ad altre donne, allora non fai parte di una chiesa in buona salute. Ormai quando si parla di donne all’interno della chiesa locale, si fa spesso riferimento alla loro rappresentanza in termini numerici o alla necessità di avere maggiori voci femminili nella gestione della vita comunitaria. Queste sono naturalmente questioni importanti. L’attenzione principale della chiesa verso le donne dovrebbe invece essere il discepolato tra donne e questo perché è Dio per primo che se ne preoccupa: è scritto nella Bibbia.

 

“Anche le donne anziane abbiano un comportamento conforme a santità, non siano maldicenti né dedite a molto vino, siano maestre nel bene, per incoraggiare le giovani ad amare i mariti, ad amare i figli, a essere sagge, caste, diligenti nei lavori domestici, buone, sottomesse ai loro mariti, perché la parola di Dio non sia disprezzata” (Tito 2:3-5).

 

Permettetemi di fare quattro osservazioni su questo brano.

 

1. Le donne consacrate dovrebbero insegnare la Bibbia ad altre donne della chiesa.

La prima cosa da notare in questo brano è che Dio comanda alle donne mature e consacrate d’insegnare ad altre donne della comunità. In altre parole, se la vostra chiesa vuole essere biblicamente sana anche le vostre donne devono discepolarsi a vicenda.

2. Il contenuto di questo insegnamento tende a rafforzare la virtù cristiana femminile.

Paolo comanda che le donne mature insegnino specificamente alle donne più giovani “ad amare i loro mariti e figli” e ad essere “sottomesse ai loro mariti”. Questi richiami rafforzano ciò che troviamo altrove nella Scrittura. L’ordine del creato e la diversità nella chiamata di Dio agli uomini e alle donne, portano uomini e donne a vivere il loro impegno verso Cristo in modi distinti secondo la loro differenza di genere (cfr. 1 Pt 3, 1-7).

 

L’insegnamento all’interno della chiesa dovrebbe mostrare la femminilità e la mascolinità secondo l’intento divino, come si completano a vicenda e come uomini e donne dovrebbero impegnarsi a vivere in conformità alle diverse chiamate ricevute. In questo brano, Paolo ordina alle donne mature, quelle più preparate, di formare e insegnare la femminilità biblica e di discepolare altre donne nella stessa direzione.

 

3. Questo insegnamento non si concentra esclusivamente su questioni che riguardano solo le donne.

Sì, le donne mature dovrebbero insegnare il concetto di femminilità biblica, ma lo fanno mentre insegnano tutta la Scrittura. Dopo tutto, le donne non capiranno veramente come “amare i loro mariti e figli” ed essere “sottomesse ai propri mariti” se non sono munite di tutto il consiglio di Dio. Altrove nella Scrittura Paolo basa simili comandi su una comprensione biblica delle dottrine come l’autorità di Dio (1 Cor. 11:3), l’ordine creato da Dio (1 Cor. 11:7-9), il flusso della storia della redenzione (1 Tim. 2:13-14) o del Vangelo stesso (Ef. 5:22-33).

 

Inoltre Paolo incoraggia esplicitamente le donne mature a trasmettere virtù non esclusivamente incentrate sulla femminilità biblica. Sia agli uomini sia alle donne viene richiesto di avere “autocontrollo” (1 Tim 3:2), di essere “pure” (1 Tim 5:22) e “gentili” (4:32). Più in generale, le donne mature devono “insegnare ciò che è buono” in modo che chi non conosce Dio non rigetti interamente la “Parola di Dio”.

 

4. Paolo non comanda alle chiese di svolgere questo ministero seguendo regole particolari

Le modalità con cui la vostra chiesa incoraggia le donne ad insegnare ad altre donne, dipende in definitiva dalla vostra stessa comunità. Paolo non sostiene che la vostra chiesa dovrebbe iniziare un corso di leadership per sorelle, anche se questa potrebbe essere una buona idea nel vostro contesto.

 

Fondamentalmente, come sceglierete di mettere in pratica l’insegnamento contenuto in Tito 2, dipenderà dalla vostra chiesa. Il principio secondo cui le donne insegnano alle donne rappresenta “la sostanza”, il modo in cui lo realizzerete è invece la “forma”.

 

Utilizzate tutti i metodi e i programmi a vostra disposizione per promuovere la cultura delle donne che insegnano alle donne. Insegnatelo dal pulpito, incoraggiate che avvenga nei rapporti interpersonali di discepolato, chiedete alle donne mature della vostra chiesa di assumersi la responsabilità di coordinare il progetto di tale ministero. Impiegate più donne nel ministero tra donne. Create più piattaforme d’insegnamento e programmi di discepolato nel calendario di chiesa.

 

Tito 2 richiede che le chiese valorizzino le donne che insegnano alle donne, senza imporre un programma particolare. Da ciò che leggo nelle Scritture queste relazioni di discepolato probabilmente funzionano meglio quando si sviluppano in maniera naturale e fanno parte della vita quotidiana della chiesa. Nessun programma di chiesa può sostituire una cultura radicata di donne che discepolano altre donne e i pastori dovrebbero concentrarsi maggiormente sulla promozione di questo tipo di cultura piuttosto che su aspetti programmatici sul tema. Equipaggiate le donne a svolgere fedelmente il progetto di Tito 2 nella loro vita quotidiana, in particolare nel vostro ministero di predicazione settimanale.

 

In definitiva, ogni chiesa dovrebbe sforzarsi di adempiere l’insegnamento di Tito secondo i propri canoni e in accordo con la propria visione del ministero. Nessuna soluzione standardizzata funzionerà bene per ogni chiesa. Se la vostra chiesa però non incoraggia le donne ad insegnare la Bibbia ad altre donne, non sta realizzando la visione biblica di una chiesa sana. Se desiderate avere una chiesa fondata sulla Parola, equipaggiate le donne mature per insegnare la Bibbia ad altre donne e incoraggiate coloro che lo stanno già facendo.

 

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Tematiche: Chiesa, Crescita spirituale, Discepolato, Donne, Studio e disciplina

Sam Emadi 

Sam Emadi 

 

E’ membro della Third Avenue Baptist Church in Louisville, KY e serve come Senior Editor in 9Marks.

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