Un insegnamento malsano crea chiese malate

 

La chiamata del pastore è quella di guidare la chiesa attraverso un fedele ministero di insegnamento.

La sua dottrina deve essere sana altrimenti avrà un impatto negativo sull’intera chiesa. Questo è il motivo per cui Paolo istruisce Tito ad essere certo che il suo insegnamento fosse “sano”, che non è altro che un termine che significa salutare.

Tito 2:1: “Ma tu esponi le cose che sono conformi alla sana dottrina”.

 

Il contrasto tra il pastore fedele e gli eretici infedeli

Consideriamo come Paolo inizia questo verso. Scrive così: “Ma tu”. Questo era un mezzo per provvedere un vivido contrasto contro i malvagi nemici della croce che stavano affliggendo il popolo di Dio. L’insegnamento di Tito avrebbe dovuto avere un aroma completamente diverso dall’insegnamento degli eretici. Le persone dovevano essere in grado di notare le differenze senza essere confuse.

Tutto ciò è decisamente importante se consideriamo la predicazione e l’insegnamento di pastori fedeli. Essi devono essere così profondamente allineati con la Parola di Dio e così addentrati nel Vangelo che è impossibile non distinguere i loro insegnamenti dai falsi insegnamenti di coloro che cerano di portare le persone lontano con falsa dottrina.

Sana dottrina e falsa dottrina devono essere chiaramente distinte l’una dall’altra.

 

La chiamata del pastore

La chiamata del pastore si sostanzia nel compito di predicare e insegnare le Sacre Scritture. Notiamo che Paolo non ha chiamato Tito ad intrattenere le persone.

Dovremmo inoltre notare che Paolo non ha insegnato a Tito ad impegnarsi in opere di tipo sociologico o psicologico. La chiamata di Tito era di insegnare la Parola di Dio e di costituire anziani che avessero lo stesso compito nel contesto delle chiese locali nell’isola di Creta.

Paolo dice “insegna”, che è il termine greco “λαλέω”, il quale significa esprimersi attraverso la parola. Vuol dire letteralmente parlare. Quando questa parola è messa in relazione con la sana dottrina, essa pone enfasi sull’impartire la conoscenza attraverso l’insegnamento. Fu Martyn Lloyd-Jones che una volta disse:

 

“Predicare la Parola è l’obiettivo primario della Chiesa e l’obiettivo primario dei leader della Chiesa, cioè di coloro che sono posti in una posizione di autorità; e noi non dobbiamo permettere che nulla possa distoglierci da questo, per quanto buona possa sembrarci la motivazione, per quanto grande possa sembrarci il bisogno”.

 

Sicuramente il pastore svolge diverse funzioni all’interno della sua opera di pastore. Il compito più importante e la chiamata centrale del pastore è la preparazione all’insegnamento fedele della Parola di Dio. Il pastore può fare bene centinaia di cose, ma se fallisce in quest’area allora è un pastore inadeguato che viene meno alla sua chiamata all’ufficio di anziano.

 

Il messaggio del pastore

Il messaggio del pastore deve essere sano. Questo è il significato di ciò che Paolo dice a Tito quando gli intima di esporre la sana dottrina. Letteralmente sta dicendo “insegna un insegnamento sano”. La parola usata da Paolo per dottrina è διδασκαλία, la quale iniziò ad essere usata nel Nuovo Testamento, specialmente nelle lettere pastorali, per fare riferimento alla somma del “corpo” di insegnamenti degli apostoli.

Per questa ragione, come spesso diciamo, “la dottrina è importante”. Di contro, Paolo aveva avvisato Tito che i Cretesi erano noti per essere dei bugiardi. Non bisognava dare fiducia agli eretici che stavano diffondendo un falso vangelo, poiché essi erano entrati nella comunità dei cristiani insistendo sul concetto di salvezza più opere. In breve, questi due gruppi che stavano avendo un forte impatto sulla chiesa nell’isola di Creta stavano insegnando dottrine malsane.

È l’inadulterata Parola di Dio ciò di cui la chiesa locale ha bisogno. Tutto il resto non appagherà le persone e porterà a comportamenti ingiusti e disordinati, finendo per essere così spento da non penetrare nel cuore delle persone e non sarà capace di salvare l’anima. (Giacomo 1:21; 1 Tim. 1:10; 2 Tim 3:16).

Una predicazione malsana conduce ad una vita malsana. Paolo aveva compreso che la responsabilità di Tito era quella di discepolare anziani che a loro volta discepolassero le chiese locali.

Volgendo lo sguardo al panorama della cultura evangelica odierna, dovremmo cercare di evitare quelle trappole che oggi godono di molta popolarità e che imprigionano così tanti leader di chiese locali e di conseguenza intere chiese.

Una volta era un trend molto in voga quello di rimpiazzare la predicazione con la psicologia. Oggi il trend più diffuso sembra focalizzare sul sostituire la teologia con la sociologia. Ciò che fa è enfatizzare l’antropologia al posto della teologia. Un focus così malsano porta le chiese a concentrarsi sull’uomo piuttosto che su Dio. Questo approccio della chiesa oggi condurrà a divisioni e non ad unità, a frustrazione e non alla lode a Dio.

Un insegnamento malsano produrrà chiese malsane.

Ci farebbe bene ricordare che il mondo attorno a noi sta cercando costantemente di deformare la chiesa. È nostro compito sforzarci di avere una riforma continua mentre cerchiamo di onorare Dio attraverso una lode conforme alle Scritture e attraverso uno stile di vita coerente con il proposito della santità.

 

 

Traduzione a cura di Giosuè Bua

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Tematiche: Chiesa, Predicazione

Josh Buice

Josh Buice

 

E’ il fondatore e presidente di G3 Ministries e serve come pastore della Pray’s Mill Baptist Church nel Westside di Atlanta. Gli piace la teologia, la predicazione, la storia della chiesa e ha un fermo impegno verso la chiesa locale. Scrive su Delivered by Grace da quando era in seminario e nel corso degli anni si è sviluppato con un gran numero di lettori.

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