Caro pastore, ama Cristo più di quanto ami servirlo

 

 

 

Due modi di fare confronti

Esistono due tipi di confronti.

 

Il primo consiste nel far risaltare quanto qualcosa sia buono, mettendolo a confronto con qualcosa di scarso valore. Non ho alcun interesse nelle dispute sportive o nelle squadre che vi partecipano, quindi l’esempio che segue è puramente ipotetico:
“Il golf? Quello non è nemmeno uno sport. Vai in giro su una macchinetta per quattro ore, scendi ogni tanto per colpire una pallina minuscola. Farei più esercizio lavando i piatti. Ora, il basket, quello sì che è uno sport vero.”

 

Il secondo modo consiste nel sottolineare quanto qualcosa sia buono paragonandolo a qualcosa che è già molto buono. “Immagina il piatto più buono che tu abbia mai mangiato, poi moltiplicalo per venticinque piccole portate, una dopo l’altra per tre ore, ognuna buona quanto la precedente.”

 

Non ho lo spazio per parlare a lungo delle meraviglie del ministero pastorale, ma, credetemi, è qualcosa di glorioso. Come spesso accade, Spurgeon lo ha espresso meglio di quanto io possa sperare di fare:

“Preferirei il mio lavoro a qualunque altro sotto il sole. Predicare Gesù Cristo è un’opera dolce, gioiosa, celestiale. Whitefield era solito chiamare il pulpito il suo trono e chi conosce la beatitudine di dimenticare tutto, tranne il glorioso e assorbente tema di Cristo crocifisso, testimonierà che quel termine era usato in modo appropriato. Predicare nello Spirito Santo mandato dal cielo è come bagnarsi nelle acque del Paradiso. È difficile immaginare che un uomo, finché vive, possa trovarsi più vicino al cielo di quanto non sia un predicatore quando la presenza del suo Maestro lo solleva da ogni preoccupazione e pensiero, tranne quello dell’opera in corso — la più grande che abbia mai occupato la mente e il cuore di una creatura.”[1]

 

Robert Murray M’Cheyne, una volta, mentre predicava, realizzò:“Mi è passato per la mente, nel pulpito, che, se il Signore mi avesse preservato nel ministero, avrei potuto gustare dolci momenti di comunione con Dio proprio in quella posizione.”[2]Hai mai gustato quella beatitudine? Ti sei mai immerso in quel “bagno”? Hai mai sperimentato quei dolci momenti di comunione con Dio?
Se sì, sai che, oltre alla fatica e alle difficoltà, il ministero pastorale offre gioie rare. I piaceri del ministero pastorale possono essere così ricchi da indurti persino alla tentazione di desiderarli troppo.

 

Ecco dunque il mio messaggio per te: ama Cristo. Per quanto meraviglioso possa essere il ministero pastorale, Gesù è infinitamente migliore. Il Cristo risorto, esaltato, che presto ritornerà, dichiara al suo popolo in attesa, sofferente e desideroso:“Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine” (Ap 22:13).Cristo è il principio e la fine del ministero pastorale. È il principio e la fine della tua relazione con Dio. È il principio e la fine della tua vita. È il principio e la fine dell’universo. Amalo più di quanto ami servirlo. Amalo più di quanto ami parlare di lui ad altri.
Amalo più di quanto ami guidare il suo popolo. Ama Cristo.“Per me, infatti, il vivere è Cristo” (Fil 1:21).

Poche persone che ho conosciuto incarnano questa verità meglio di Ray Ortlund Jr., recentemente andato in pensione dopo aver servito come pastore della chiesa Immanuel a Nashville. Figlio di un uomo timorato di Dio e padre di uomini timorati di Dio, Ray ha imparato da suo padre ad amare Cristo e ha insegnato ai suoi figli a fare lo stesso. Queste sono state le ultime parole che Ray Ortlund Sr. ha rivolto a suo figlio:

 

La mattina di domenica 22 luglio 2007, mio padre si svegliò nella sua stanza d’ospedale a Newport Beach. Sapeva che quello sarebbe stato il giorno della sua partenza da questa vita. Fece chiamare tutta la famiglia. Io e mia moglie Jani eravamo lontani, in Irlanda, per il ministero e non sapevamo cosa stesse accadendo, ma la famiglia si radunò attorno al letto di papà. Lessero la Scrittura. Cantarono inni. Papà pronunciò per ciascuno una parola di benedizione e di esortazione paterna, un messaggio pensato per incoraggiare e guidare. Poi impartì su tutti la benedizione di Aronne:
“Il Signore ti benedica e ti protegga! Il Signore faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio! Il Signore rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace!” (Nu 6:24–26).

E poi, serenamente, si addormentò. Più tardi chiesi a mia sorella quale fosse stato il messaggio di papà per me. Era questo:

“Dì a Bud: il ministero non è tutto. Gesù lo è.”[3]

 

 

 

[1]C. H. Spurgeon, Autobiography: Volume 1: The Early Years, 1834–1859; edizione rivista, originariamente curata da Susannah Spurgeon e Joseph Harrald (Edimburgo: Banner of Truth, 1962), 403–404.

[2]Andrew A. Bonar, Memoir and Remains of Robert Murray M’Cheyne (Edimburgo: Banner of Truth, 1966), 33.

[3]Ray Ortlund, “10 Unforgettable Lessons On Fatherhood,” Desiring God, 16 maggio 2015.

 

 

 

 

 

Lettura consigliata: Essere un pastore, Ed. Coram Deo

Essere un pastore

 

 

 

 

 

Tematiche: Chiesa, Pastorato

Bobby Jamieson

Bobby Jamieson

 

È pastore associato della Capitol Hill Baptist Church di Washington, DC. Recentemente ha scritto Understanding Baptism e Understanding the Lord’s Supper. È possibile seguirlo su Twitter: @bobby_jamieson.

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