Predica la Parola (ricordando la Riforma Protestante, 31 ottobre 1517)
Tutte le epoche in cui è avvenuta una riforma e i momenti di risveglio spirituale sono stati accompagnati da una riscoperta della predicazione biblica. Questo rapporto causa-effetto è senza tempo e non verrà mai meno.
J.H. Merle D’Aubigné, noto storico della Riforma, scrive:
“L’unica vera riforma è quella che proviene dalla Parola di Dio”.
Ovvero: là dove va il pulpito, andrà anche la chiesa.
È il caso della Riforma Protestante del XVI secolo: Martin Lutero, Giovanni Calvino e altri riformatori sono stati suscitati da Dio per guidare quell’epoca storica. Fattore determinante è stata proprio la loro scoperta della predicazione espositiva che ha dato il via al movimento che ha rivoluzionato prima l’Europa e poi tutta la civiltà occidentale. Questa nuova generazione di predicatori biblici, al grido di SOLA SCRIPTURA, ha restituito al pulpito la sua antica gloria, facendo ritornare alla luce il Cristianesimo degli apostoli.
Lo stesso si può dire per il XVII secolo, cioè per l’epoca d’oro dei Puritani. La rinascita di un’autentica predicazione biblica si diffuse come un fuoco incontrollabile per le aride regioni della Scozia e dell’Inghilterra. La ripresa della vera Cristianità marciò sull’Impero Britannico: un esercito di predicatori biblici (tra cui John Owen, Jeremiah Burrough e Samuel Rutheford), con le loro Bibbie aperte e la loro voce forte e chiara, scosse profondamente le monarchie e cambiò per sempre la storia.
Anche nel XVIII secolo accadde una situazione molto simile. La predicazione “impregnata di Bibbia” di Jonathan Edwards e George Whitefield fu come un temporale per le prime colonie. La costa atlantica si entusiasmò davanti alla proclamazione del Vangelo e la tempesta poi raggiunse anche il New England. Il mondo udì la predicazione del Vangelo e tante anime vennero salvate ampliando i confini del Regno di Dio.
La riscoperta della predicazione biblica è stato il fattore trainante di ogni ripresa del cristianesimo più genuina. Philip Schaff scrive:
“Ogni progresso reale della storia della Chiesa è stato condizionato da un nuovo e più profondo studio delle Scritture”.
Vale a dire che ogni grande rinascita della chiesa è stata accompagnata da un ritorno alla predicazione espositiva.
Il Dott. Martyn Lloyd-Jones, pastore e predicatore di Westminster Chapel a Londra [1], affermava:
“Al momento, la necessità più urgente della Chiesa cristiana è la vera predicazione. Ed essendo il bisogno più grande e urgente della Chiesa, esso è anche il più grande bisogno del mondo”.
Se la diagnosi di Lloyd-Jones è corretta, allora il bisogno più urgente in questo momento così difficile è il ritorno alla vera predicazione: la predicazione biblica, la predicazione espositiva. Se deve esserci una riforma nella chiesa, deve partire proprio dal pulpito.
Il profeta Amos mise in guardia il suo popolo dall’arrivo di una carestia e una siccità letali. Ma non si sarebbe trattato della semplice mancanza di acqua o cibo, sarebbe stata una carenza ben più grave: la fame della Parola di Dio (Amos 8:11). Oggi la Chiesa si trova in una situazione simile. Tragicamente, l’esposizione biblica è stata sostituita dall’intrattenimento, la dottrina e la teologia dal teatro e la predicazione dagli spettacoli. C’è disperatamente bisogno che i pastori ritornino alla loro occupazione più alta: la chiamata divina a predicare la Parola del Signore.
“Ti scongiuro dunque davanti a Dio e al Signore Gesù Cristo, che ha da giudicare i vivi e i morti, nella sua apparizione e nel suo regno: predica la parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, rimprovera, esorta con ogni pazienza e dottrina” (2 Timoteo 4:1-2).
Cos’è la predicazione espositiva?
Giovanni Calvino, il riformatore di Ginevra, la spiegava in questo modo:
“La predicazione consiste nell’esposizione delle Scritture da parte di un uomo inviato da Dio, in cui Dio stesso è presente con il giudizio e la grazia”.
In altre parole, Dio è presente nella predicazione della propria Parola in un modo inusuale, ovvero con il Suo Spirito. Questa predicazione parte dal testo biblico e rimane al suo interno, per mostrare il significato voluto da Dio, in modo che possa cambiare la nostra vita.
Questo è stato l’incarico finale dato al giovane Timoteo da Paolo: “Annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina” (2 Timoteo 4:2). Questo tipo di predicazione presuppone una chiara esposizione di tutto il consiglio di Dio che si trova nelle Scritture. La totalità della Parola scritta deve essere predicata. Non si può tralasciare alcuna verità, non si può nascondere nessun peccato, non si può che offrire ogni grazia, non si può che annunciare ogni promessa.
Il risveglio spirituale autentico mandato dal Cielo arriverà soltanto quando le Scritture torneranno ad occupare il posto che le spettano sul pulpito. Dovrà esserci un’affermazione squillante della Bibbia, una predicazione che dia una chiara spiegazione del testo biblico con un’applicazione chiara, un’esortazione convincente e appello altrettanto persuasivo.
Ogni predicatore deve limitarsi alle verità espresse delle Scritture. Quando la Bibbia parla, è Dio che parla! L’uomo di Dio non ha nient’altro da dire se non quello che si trova nella Bibbia. Sul pulpito il predicatore non deve ostentare le proprie opinioni personali e non può esporre filosofie del mondo. Il predicatore ha un solo compito: quello di predicare la Parola!
Charles Haddon Spurgeon ha detto:
“Preferisco pronunciare cinque parole di questo Libro, piuttosto che 50.000 parole di un filosofo. Se desideriamo vedere il risveglio spirituale dobbiamo prima di tutto ravvivare la nostra riverenza nei confronti di Dio. Se vogliamo vedere conversioni, dobbiamo innanzi tutto inserire più Parola di Dio nei nostri sermoni”.
Questa è oggi la nostra necessità più urgente.
Che si faccia avanti una nuova generazione di uomini che parlino e che lo facciano forte e chiaro. Perché là dove andrà il pulpito, là andrà anche la chiesa.
Note:
[1] Chiesa evangelica che si trova nel centro di Londra, a Buckingham Gate. Da non confondere con la Westminster Abbey e la Westminster Cathedral.
Nell’immagine: Carel Allard, Il Candeliere seconda metà del XVII secolo. In questa incisione sono raffigurati i principali fautori della Riforma protestante. In primo piano vediamo i riformatori che discutono le grandi questioni teologiche poste dai loro scritti. Essi provengono da tutta Europa e sono vissuti in periodi diversi: i tedeschi Lutero, Ecolampadio, Melantone, l’alsaziano Bucero, gli svizzeri Zwingli e Bullinger, i francesi Calvino e Teodoro de Beza, lo scozzese Knox, lo slavo Flacco Illirico, gli italiani Vermigli e Zanchi, gli inglesi Wyclif e Perkins, i boemi Hus e Girolamo da Praga.
Fonte: Storiadigitale Zanichelli
Tematiche: Chiesa, Evangelizzazione, Predicazione, Riforma, Teologia, Vita Cristiana
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